CIR 2019. Basso & Granai: Campioni d’Italia!

CIR 2019. Basso & Granai: Campioni d’Italia!
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Piero Batini
  • di Piero Batini
E ora sentiamo la versione di Giandomenico Basso, neo Campione Italiano Rally (per la terza volta) e del fenomenale navigatore che ne ha accompagnato l’avventura trionfale, Lorenzo Granai.
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
2 dicembre 2019

Buonconvento, Siena, Novembre 2019. Giandomenico Basso. Lorenzo Granai. Campioni Italiani Rally con la Skoda Fabia R5 “griffata” Loran. Una stagione senza errori, accorta, gestita con grande padronanza dei mezzi, tecnici e tattici, a disposizione. E un finale mozzafiato. “I fatti accaduto durante il 10* Tuscan Rewind”, così come li definisce precisamente Aci Sport, stanno da una parte, certamente molto importante. I Campioni sanciti proprio dall’ultima data utile, del Campionato Italiano Rally 2019 stanno dall’altra, la parte buona.

Risentiamoli, i protagonisti assoluti, a caldo, alla fine di uno dei più bei Rally della stagione (non fosse per quei “fatti”). 

Giandomenico, la paura sopraggiunta alla fine del Campionato era che a vincerlo potesse essere anche un non-migliore. Invece direi che le cose sono andate a buon fine, coerentemente con la giusta interpretazione di un Italiano 2019 decisamente complesso e avvincente. Giusto?

Giandomenico Basso. “Ma, sì, pensiamo di sì, anche se a un certo punto sembrava quasi che la costanza non ci stesse premiando, non abbastanza. Noi, leader del Campionato per tutto il Campionato, e tutti gli altri primattori, eravamo di nuovo tutti insieme per giocarci il tutto per tutto all’ultima Prova.”

Vuoi dire che alla fine è intervenuta la mano di dio?

GB. “No, non direi. Ci abbiamo messo del nostro, molto del nostro e, probabilmente, il meglio. Qualcuno ha pensato che giocassi un po’ troppo in difesa, ma crediamo in definitiva di aver attaccato proficuamente quando potevamo e quando abbiamo deciso di farlo, e ci siamo difesi quando io, purtroppo, non avevo feeling sufficiente, quando non riuscivo a spingere al massimo o quando semplicemente gli altri erano più forti. Poi siamo arrivati all’ultima Gara. Una gara molto bella, su terra, forse la più bella d’Italia. Siamo arrivati in quattro pretendenti a giocarcela all’ultimo Rally, e questo la dice lunga sul livello di tensione derivante dal valore della posta in palio.”

È stato snervante correre una stagione esemplare, sette risultati perfetti, e ritrovarsi all’ultimo come se tutto dovesse ricominciare da capo?

GB. “Mah, no. No perché io non prendo mai le cose troppo sul serio, mai drammaticamente, e questo mi ha aiutato a non caricarmi troppo di pressione. Sapevo che avevo cercato per tutto l’anno di fare del mio meglio e sostanzialmente che ci ero riuscito. Quando tu sai che stai dando il massimo con buoni risultati, poi cerchi di spingere al massimo fino alla fine per vedere se riesci a… vincere!”

Un bel Campionato?

GB. “Sì. È stato un bel Campionato. Combattuto, incerto e, come abbiamo visto, con un finale avvincente. Abbiamo corso un grande Campionato tutti quanti. Forse il più veloce è stato Campedelli. Non sempre, qualche volta ha avuto anche un pizzico di sfortuna.”

L’ultima Gara. Si può dire che è stato il Rally perfetto? Vero che partivi davanti e eri condannato a soffrire, ma all’inizio sembravi quasi fuori dai giochi, nascosto. Poi hai cominciato a crescere e hai concluso con il capolavoro dell’ultima Speciale…

GB. “All’inizio non era facile per me. Passare per primo, non riuscire a trovare il sincronismo perfetto con la macchina, non riuscire a decifrare correttamente il terreno non avendo nessuna scia di riferimento. Sicuramente c’erano dei tratti in cui ero penalizzato, ma onestamente in altri non lo ero affatto, per esempio nel fango o dove si scivola molto. Il vero rebus era capire dove potevamo sfruttare la condizione più vantaggiosa per noi e dove mordere il freno e soffrire. Il vero problema è stato che fino all’ultima prova non c’è mai stato un tutt’uno tra Pilota e Macchina. Per quell’ultima Speciale, che era cruciale, con Michelin abbiamo fatto una scelta di pneumatici un po’ diversa, un mix delle informazioni che avevamo raccolto durante tutto il giorno. Mi sono accorto subito, due o tre chilometri dei 27, che avevamo un altro passo, forse un passo che avevamo avuto poche volte durante la stagione. Tant’è, abbiamo cominciato a guadagnare da subito, rispetto ai nostri riferimenti e agli altri. Era il momento di spingere davvero al massimo. È vero che le condizioni non sono state perfettamente uguali per tutti, ma dare 13 secondi a Crugnola quando per tutto il giorno avevano battagliato per un secondo o due è stata una gran cosa. Io mi sentivo… ero un altro a guidare! E poi è vero: non avevo nulla da perdere!”

Basso e Granai in azione in Toscana sulla Skoda Fabia R5
Basso e Granai in azione in Toscana sulla Skoda Fabia R5

Bellissimo, emozionante. Come potremmo definire l’ultimo tuffo? È la sintesi di una carriera? Una nuova prospettiva? Come ti vedi?

GB. “Io non guardo mai troppo lontano, né indietro né avanti. Ci sono stati anni in cui ho vinto e mi sono ritrovato che non avevo nessun programma a disposizione per la stagione successiva. Siamo stati al TER ma per l’Italiano non c’era stata nessuna opzione. Sono stato all’estero, poi sono tornato. Non mi faccio mai delle illusioni. So che ogni anno ha la sua storia. Se l’anno prossimo riesco, bene, altrimenti cercherò un mini-programma. All’inizio, quest’anno, non ero troppo propenso a rimettermi in gioco in un Campionato così difficile, invece poi ho trovato le energie necessarie, ho corso bene, è andata bene.”

Vorresti tracciare un profilo stagionale dei tuoi avversari?

GB. “No, non mi permetto di dare dei giudizi su nessuno. Posso dire solo qualcosa… che ho già detto. Credo che il più veloce sia stato Campedelli. Forse un po’ sfortunato, altrimenti il Campionato probabilmente sarebbe finito in modo diverso. Crugnola è stato la lieta sorpresa, en bel crescendo fino alla fine del Campionato, e Rossetti in alcune circostanze è andato davvero molto forte. Tutti avversari molto bravi e veloci. Quando non riuscivamo ad essere altrettanto veloci cercavamo comunque di rimanere nella scia, e quando eravamo noi più veloci l’obiettivo era sempre di scavalcarne il più possibile, di mettere distanza tra noi e loro. Fieno in cascina pensando al Campionato.”

In un certo senso sei stato il compendio del Pilota ideale. Attentissimo agli errori, “discreto” quando le condizioni non offrivano niente di strepitoso, fulmineo e letale all’attacco nel momento cruciale e propizio.”

GB. “E diamoci questa qualità complessiva. Certo, io direi che siamo stati capaci di tirare fuori quello che serviva proprio quando la situazione è diventata critica. Anche in Sardegna siamo stati attentissimi a non bucare, ma alla fine abbiamo forato. No, non ci potevo stare, ero arrabbiato. Ed è stato così che abbiamo recuperato 23 secondi l’ultimo giorno. Un po’ come l’ultima Speciale del Tuscan Rewind… No, al Tuscan abbiamo fatto di più. Una bellissima impresa!”

Lorenzo. Potresti dirci che atmosfera c’è stata nell’abitacolo della vostra Skoda durante la stagione e in quell’ultimo giorno memorabile del Campionato?

Lorenzo Granai. “L’atmosfera dentro la nostra Fabia è sempre stata improntata a una grande tranquillità. Noi sapevamo di aver dato sempre il massimo per tutto l’anno, di avercela sempre messa tutta e di non aver mai mollato un millimetro. Un’altra consapevolezza di conforto è che non avevamo mai commesso degli errori gravi. Forse in alcuni casi abbiamo amministrato un po’ troppo, ma in ogni caso perché le situazioni non ci permettevano di spingere di più. Poi il Campionato si è riassunto tutto nell’ultimo Rally. All’inizio abbiamo corso un po’ in sordina, partendo per primi non era semplice, poi siamo andati in crescendo ed è arrivata l’ultima Prova, chiaramente decisiva, con tre secondi e otto da recuperare al primo. Ci bastava recuperare il secondo e passa da Crugnola e avremmo vinto il Campionato. Non è certo facile decidere di andar forte ma… non troppo. Così abbiamo voluto crederci, ci abbiamo creduto. Abbiamo spinto subito fortissimo. Giandomenico era veramente carico e già i primi riferimenti ci davano la bella sensazione di essere davanti. Eravamo davanti a Crugnola e ci bastava per vincere il Campionato, abbiamo mantenuto la concentrazione e la calma. Non abbiamo calato, anzi… Siamo contentissimi, ringrazio tutti. Una stagione così, da privati, Loran ha fatto i salti mortali per consentirci di fare tutto il Campionato. Abbiamo corso sempre al top, merito incredibile della Squadra, di tutto il Team, di Michelin e, naturalmente e soprattutto, di Giandomenico Basso. È stato bravissimo!”. 

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