CIR 2019. Tuscan Rewind. Giandomenico Basso, Skoda, è Campione Italiano Rally

CIR 2019. Tuscan Rewind. Giandomenico Basso, Skoda, è Campione Italiano Rally
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Giandomenico Basso e Lorenzo Granai vincono il Tuscan Rally e sono Campioni Italiani Rally 2019. Finale da defibrillatore. Fuori gioco Campedelli, poi Scandola, infine Rossetti. Sul podio anche Crugnola e l’eterno Andreucci
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
23 novembre 2019

Buonconvento, Siena, 23 Novembre 2019. Cominciamo sdrammatizzando. Pochi discorsi: il Campione Italiano è Luciano Moretti, anfitrione della Taverna del Grappolo Blu di Montalcino.

È l’unità di crisi 'concreta' che veglia sull’ultimo Rally della stagione, il quartier generale straordinario dell’emergenza CIR. E al Grappolo non c’è tensione, tutto scivola via sereno, si dice la situazione ideale.

Il Rally è diverso. Non solo per l’adrenalina, per il rombo e l’odore della benzina. Alla fine lo stillicidio dell’ultimo Rally, dell’ultimo giorno di gara, dell’ultima Prova Speciale dell’intera stagione ci ha preso. Ha preso tutti. È la sospensione insopportabile di un verdetto che la cassazione del CIR ha deciso di emettere solo all’ultimo metro dei 27 chilometri della Torrenieri-Castiglion del Bosco.

Colpi di scena leggeri e autentiche mazzate, tutto è diventato pesantissimo a causa della circostanza snervante e delicatissima e della posta in gioco. Tuscan Rewind Rally da leggenda.

I capisaldi della battaglia che ha deciso la guerra. È la sesta Prova Speciale, ancora una Torrenieri. Siamo a metà della giornata di gara, metà della Speciale. Simone Campedelli è primo e virtualmente Campione Italiano. Oltre l’attraversamento dell’asfalto fora e il sogno, diventato legittimo con una gara veloce, concentrata, molto forte e bella, svanisce in un secondo. Fuori uno.

Umberto Scandola, Hyundai i20 R5
Umberto Scandola, Hyundai i20 R5

 

Sale in cattedra Umberto Scandola. Non c’entra nulla con l’Italiano Rally, il veronese viene dal Terra e gioca solo per l’Evento Tuscan Rally. Uno show-dimostrazione di grande classe. Scandola va veloce, è sicuro, passa al comando e merita la posizione, al di là del Campionato per il piacere del pubblico e dei suoi estimatori. Scandola diventa anche l’ago della bilancia, i punti che guadagna sono in parte tolti a chi sta lottando per il Titolo.

Penultima Speciale, ormai al CO, neanche ci si pensa più e ci si prepara ad applaudire, la Skoda si ferma. Pochi metri, la Macchina viene spinta e taglia il traguardo ormai... tagliata fuori dal regolamento. Guido D’Amore consegna la Tabella e l’Equipaggio esce di scena.

Non è finita. Si arriva all’ultima, ancora una Torrenieri, la terza. Questa volta è la Prova decisiva, tutto è lì, in quei 27 chilometri. L’ultima classifica provvisoria dice Rossetti, Crugnola, Basso. Dice soprattutto che Basso deve dare fondo al potenziale ancora non espresso a pieno in un Rally troppo controllato e timido.

Giandomenico Basso non si tira indietro, non è disposto a subire la situazione, piuttosto è inflessibile nel costruire il suo capolavoro. Stacca uno stratosferico 16:53:1. Qualcosa come sei secondi meno del precedente record. Quando il cronometro si ferma la notizia torna indietro lungo la Speciale e naturalmente arriva prima negli abitacoli dei diretti interessati.

È l’ulteriore, ultima strettoia tattica del Tuscan. Vale per tutti gli interessati: a fondo, più a fondo, non c’è più margine. Una condizione come questa è il confine tra il controllo e la disfatta. Campedelli si ripete e vola nel campo, Rossetti fora, si ferma, chissà con che forza morale è riuscito a cambiare la gomma e a ripartire. Sbuca il fantasma dei chiodi - fantasma davvero? - mai esorcizzato e mai seriamente affrontato in un mondo che finisce per essere di vittime, di spie e di sordi. Che non finisca qui, l’abbiamo detto in Friuli, al Due Valli, lo diciamo qui. Diamoci da fare!

Giandomenico Basso, Skoda Fabia R5
Giandomenico Basso, Skoda Fabia R5

 

Basso vince il Tuscan Rally e diventa Campione Italiano per la terza volta. È stato il Pilota più continuo e regolare del Campionato. Non un ritiro, tre vittorie, piazzamenti. Non ha 'rubato niente', certamente, ha meritato tutto e di più. Compresa la lode per l’ultima, estenuante fatica.

Nell’ombra mentre là davanti si scannavano, in agguato nella fase centrale del Rally quando ancora non era il momento giusto, allo scoperto con un attacco feroce e decisivo, spietato nell’ultima Prova Speciale. È la Torrenieri leggendaria del Sanremo dei sogni mondiali che torna protagonista della storia e che condensa la vicenda del Campionato.

Sul podio del Tuscan Rally salgono Giandomenico Basso con Lorenzo Granai, Andrea Crugnola con Pietro Ometto, e l’eterno Paolo Andreucci con Rudy Briani, che vincono anche l’ultima Gara del Campionato Italiano Terra 'embedded' nel Tuscan.

Aspettate a scendere, non tutti. Giandomenico Basso resta ad ascoltare l’inno di Mameli per la seconda volta. Si celebra il Campione Italiano. È stata una grande battaglia, emozionante. Non siamo d’accordo che tutto debba essere impostato perché finisca in questo modo, le regole devono correre almeno come il tempo, ma è chiaro che il Tuscan Rewind 2019 passa alla storia.

La storia delle forature sospette, invece, non finisce qui. C’è gente in Direzione di Gara. Gente che dice che è ora di finirla prima che finisca tutto nel ridicolo.

Andrea Crugnola, Volkswagen Polo R5
Andrea Crugnola, Volkswagen Polo R5

 

Il Campionato tende comunque a finire qui. Basso finisce a 91 punti e mezzo, Crugnola a 82 e venticinque, Campedelli a 68 e settantacinque e Rossetti a 65 e cinquanta.

Gli altri Titoli. Ford è Campione Italiano Costruttori, Peugeot Campione Italiano Costruttori Due Ruote Motrici, Andrea Crugnola è Campione Italiano Asfalto e Daniele Campanaro R1.

Prima ancora del Tuscan Tommaso Ciuffi si era aggiudicato il Titolo Due Ruote con la Peugeot e Marco Pollara lo Junior con la Ford.

Week-end bellissimo, a parte il delirante Parco Assistenza non propriamente rinascimentale, non la perla di uno dei luoghi più belli e suggestivi del Mondo.

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