Speed Check e Velo Ok: sono finti, ma fanno gola

Speed Check e Velo Ok: sono finti, ma fanno gola
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Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
È guerra aperta sui barilotti da 3000 euro, sbugiardati da Le Iene, che fanno finta di essere autovelox. Il ministro Lupi li scomunica, ma i dirigenti del suo ministero, a sorpresa, li riabilitano. Suscitando non pochi sospetti | <i>E. De Vita</i>
  • Enrico De Vita
  • di Enrico De Vita
3 giugno 2014

Lupi, dopo aver visto i due servizi de Le Iene, precisi e incontestabili, li aveva definiti “illegittimi” e ne aveva raccomandato la messa da parte. Anzi, il 19 marzo 2014, il ministro dei Trasporti dichiarava testualmente: "I finti autovelox sono fuori legge e possono essere pericolosi. Il ministero che dirigo lo conferma". E il 26 marzo chiariva nel suo blog: “Gli autovelox finti non possono essere comprati e installati dai Comuni. La limitazione di velocità è prevista con appositi cartelli, previsti a livello europeo. I Comuni che stanno utilizzando questi finti autovelox se ne assumono la responsabilità”. 

 

E aveva anche sottinteso che i costi stratosferici stanziati dai Comuni per acquistare i contenitori arancione nascondevano qualcosa che era meglio non indagare. Per questo si era limitato a raccomandare al presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani – il sindaco di Torino, Piero Fassino - di tener conto di “una valutazione complessiva della congruità della spesa, sia in termini specifici che sotto il profilo dei benefici conseguibili ai fini della sicurezza stradale”. Frase sibillina che si può tradurre in: “Non buttate via i soldi con la scusa della sicurezza”.


Tutto chiaro? No, in Italia succede che i Comuni si ribellano apertamente al parere del ministro. E perfino dirigenti del ministero e le polizie locali lo fanno, anche se più sottilmente. Infatti…

speed check velo ok
I comuni continuano ad installare Velo Ok senza tener conto del parere del Ministero

Seconda puntata

La faida continua, quando, dopo l’accordo fra il ministro e l’Anci, i dirigenti del suo ministero rispondono a polizie locali e amministrazioni interessate esprimendo ancora una volta il loro parere sui Velo OK, o Speed Check, che dir si voglia. Infatti, i pareri  n. 1638 dell'8 aprile 2014 e quello successivo n. 1870 del 18 aprile, sono una sconfessione bella e buona di ciò che aveva dichiarato il ministro pochi giorni prima. Non solo, ma nascondono alcuni lati oscuri.


Molto pedissequamente, le lettere dei ministeriali cominciano col dire che  nessuna disposizione normativa impedisce ai Comuni di installare contenitori porta autovelox dove vogliono. Ovvio. Anche come semplici dissuasori. Altrettanto ovvio. Aggiungono però:


- a condizione che periodicamente venga esercitato il controllo di velocità ospitando un misuratore al loro interno, che deve effettivamente essere utilizzato con una certa frequenza.

Nei contenitori diffusi in tutta Italia l’autovelox tradizionale (il modello 104) non c’entra. E non c’entra nessun altro tipo di misuratore di velocità che impieghi due raggi laser


Non si dice quante volte, né chi debba controllare, è semplicemente una dichiarazione di principio per rispettare il principio di credibilità della segnaletica dal momento che i barilotti sono preceduti da avvisi di controllo velocità regolamentari (ma sui box sono riprodotti segnali di limite a 50 km/h del tutto fasulli). 

Autovelox velo ok
I Comuni cercano ogni cavillo per poter dire di essere in regola con il CdS, ma non dicono niente sul perché i barilotti arancioni vengono pagati molto di più rispetto al loro valore di mercato

 

E qui casca l’asino. Primo, perché nei contenitori diffusi in tutta Italia l’autovelox tradizionale (il modello 104) non c’entra. E non c’entra nessun altro tipo di misuratore di velocità che impieghi due raggi laser interrotti dal passaggio del veicolo. In tali strumenti i diodi emettitori sono posizionati ad una distanza elevata fra loro (circa 50 cm), per ridurre il margine di errore. Quindi lo strumento non c’entra in larghezza perché le due cellule a raggio laser sono poste a una distanza maggiore (di circa 15 cm) del diametro interno dello spaventapasseri. Per arginare questa obiezione, i venditori di tali apparecchi hanno mostrato in tv la versione “allargata” dei barilotti, con due guance posticce aggiunte a posteriori. Ma sembra un optional rimasto nei cataloghi perché in giro non si vede.


Secondo, ammesso che la polizia locale voglia fare un controllo con l’autovelox, deve posizionarsi accanto al contenitore, farsi vedere e poi contestare immediatamente l’infrazione. Alzi la mano chi ha visto mai un vigile accanto al barilotto. Quindi la pretesa dei dirigenti ministeriali è campata per aria. Aria fritta. Il vigile, se gli hanno ordinato di fare cassa, preferisce un’altra soluzione, più redditizia. Infatti, il barilotto con lui a fianco diventa un sistema palese, senza trappola nascosta. E - se davvero vuole raggranellare moneta - non perde tempo a installare l’autovelox dentro il barilotto, ma si apposta da un’altra parte.

Non ci vuole molto acume per scoprire che la gente non è scema e dopo qualche tempo scopre il trucco, non li guarda neppure, tanto sono vuoti

Tirate voi le conclusioni

Terzo, perché mai alcuni dirigenti del ministero si accaniscono a scrivere che è tutto in regola, che basta ospitare ogni tanto un vero autovelox per poter riempire i territori comunali di simili arnesi, mentre non spendono una parola per dire che:

- sono incomprensibilmente costosi,
- proibiti nell’ambito urbano senza la presenza di un agente,
- irregolari come segnali del limite di velocità,
- paradossali, perché sono sempre vuoti e fanno finta di essere veri autovelox.

velo ok (1)
Impossibile trovare i pareri minsteriali legati ai Velo Ok sul sito del Minstero. Bisogna andare su www.poliziamunicipale.it ma possono registrarsi al sito ed avere accesso a questo tipo di informazioni soltanto gli addetti ai lavori

 

Sembra quasi che queste considerazioni siano quisquilie ininfluenti di fronte alla pervicace volontà di autorizzare la vendita dei barilotti. Che ormai, l’abbiamo capito, fanno parte del regno delle cose inutili. A meno che non si voglia attribuire loro doti magiche di deterrenza. Ma non ci vuole molto acume per scoprire che la gente non è scema e dopo qualche tempo scopre il trucco, non li guarda neppure, tanto sono vuoti. Perché mai i dirigenti del ministero ignorano completamente queste considerazioni. Fate voi.


Ma su una cosa il parere ministeriale non transige: se il marchio dei Velo OK (che sembra registrato) appare sul barilotto, allora no, è pubblicità e “il regolamento lo vieta”. Così si sono preoccupati di scrivere che il barilotto non deve contenere diciture o marchi che possono apparire come pubblicità, diversamente qualcuno dovrebbe pagare la tassa relativa sulle affissioni. Grande preoccupazione, pregna di ansia per il bene collettivo! Il fatto che riportino il limite di velocità con caratteri, dimensioni e modalità non regolamentari non li tocca neppure.

Autorizzare i Velo OK è come autorizzare i vigili urbani a spaventare gli automobilisti imbracciando una pistola giocattolo, un mitra di plastica

Cassa continua

Ci sono ancora due aspetti che fanno storcere la bocca. I pareri ministeriali sembrano non accorgersi che autorizzare i Velo OK è come autorizzare i vigili urbani a spaventare gli automobilisti imbracciando una pistola giocattolo, un mitra di plastica. Peggio, autorizzarli nei centri urbani è come dribblare la legge, che li proibisce. Ma c’è una spiegazione: i Comuni stanno mettendo le mani sul nuovo testo del Codice della Strada e sembra che vogliano ottenere di far prolificare i controlli di velocità fissi nell’ambito urbano: Milano e Roma hanno già rotto i ponti e mettono autovelox senza vigili in strade a due carreggiate, quattro corsie, col limite a 50 all’ora. Cassa continua.

autovelox milano via dei misagglia (19)
I cartelli permanenti che indicano controlli della velocità potranno essere installati solo in caso di impiego sistematico della postazione autovelox e non più " a sproposito" come avviene oggi

 

C’è un decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, attualmente all’esame della Conferenza Stato-Città e autonomie locali, che finalmente prende posizione contro il proliferare dei segnali controllo di velocità. Approfittando della totale anarchia che regna sulle postazioni temporanee, questi cartelli sono inflazionati a migliaia. Bene, il nuovo testo dice che potranno essere collocati in modo permanente solo in caso di impiego sistematico e programmato della postazione, Come dire toglietene il 90% e lasciate solo quelli “seri”.

Trasparenza opaca

Cercate i pareri n.1638 e 1870 sul sito del ministero dei trasporti? Non ci sono. Dovete andare sul portale www.poliziamunicipale.it, che li fornisce a richiesta. Ma non ve li danno, dovete prima registrarvi, facoltà concessa agli addetti ai lavori, come i giornalisti. Vi registrate, allegate il vostro tesserino da  giornalista, attendete qualche giorno per essere accolti nella schiera degli utenti registrati. Poi se non versate un cospicuo obolo (ci hanno chiesto 380 euro per due accessi, vd. immagine sottostante con tariffario), non potete accedere ai due pareri e leggerne il contenuto. Bella trasparenza, vero?

 

velo ok (3)
 
Ecco il "tariffario d'oro" richiesto per visionare i pareri ministeriali disponibili a pagamento sul portale www.poliziamunicipale.it e non visibili sul sito del Ministero. Ci hanno richiesto 380 euro per due soli accessi!
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