Uber: «Pronti a compensare le licenze dei tassisti»

Uber: «Pronti a compensare le licenze dei tassisti»
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Daniele Pizzo
Carlo Tursi, general manager della filiale italiana di Uber, si dice disposto a contribuire ad un fondo che compenserebbe i tassisti per la perdita di valore provocata dall'apertura del mercato
17 marzo 2017

Punti chiave

Una compensazione per i tassisti che vedrebbero diminuire il valore della loro licenza (a Roma e Milano valgono fino a 200.000 euro) per effetto dell'apertura del mercato. E' la proposta al Parlamento formulata pochi giorni fa dall'autorità per il mercato che Uber accoglie con favore, dicendosi pronta a mettere mano al portafogli.

Lo ha dichiarato a La Repubblica il general manager di Uber Italia Carlo Tursi, per il quale «Se il mercato sarà liberalizzato siamo disposti a contribuire a un fondo per compensare i tassisti».

In un'altra intervista a La Stampa Tursi ha spiegato: «Capiamo che chi ha investito i risparmi di una vita o si è indebitato non deve essere penalizzato, quindi siamo disponibili a discutere su forme transitorie di compensazione», per poi aggiungere «In Italia d’altronde si è creato negli ultimi decenni un mercato di compravendite delle licenze dei taxi tollerato. Tecnicamente non è possibile venderla, ma solo cederla a familiari per via ereditaria. Eppure basta creare una società ad hoc e procedere alla cessione di ramo d’azienda dove la licenza è l’unico asset materiale della scatola societaria».

Il meccanismo della compensazione è stato già applicato dalla società californiana in Messico e Australia. A Città del Messico, ad esempio, Uber versa una percentuale dell'1,5% sul ricavo di ogni corsa in un fondo che va a vantaggio di tutti gli attori del servizio di trasporto locale.

«A beneficio dei tassisti in servizio al momento dell’entrata in vigore della nuova normativa, l’Autorità pertanto suggerisce alcune forme di compensazione che potrebbero essere finanziate tramite la costituzione di un Fondo finanziato dai nuovi operatori e dai maggiori introiti derivanti da possibili modifiche del regime fiscale», ha proposto l'Autorità per la concorrenza ed il mercato la scorsa settimana.

Intanto tra i tassisti, che sciopereranno in tutta Italia il 23 marzo per 14 ore, nonostante l'invito al dialogo prevale la linea del rifiuto al confronto con Uber che ha proposto un incontro il 20 marzo a Roma per discutere insieme i punti della riforma della legge 21 del 1992 sul trasporto pubblico locale alla quale il Governo sta lavorando.

Nella riforma, ha raccomandato l'AGCM a Palazzo Chigi, dovrebbe trovare spazio l'equiparazione tra taxi ed NCC e anche la riapertura del mercato ai privati non professionisti. In sostanza si tratta di autorizzare i privati a svolgere servizi come UberPop, nel 2015 giudicato illegale dal Tribunale di Milano.

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