Volkswagen, sanzione da 5 milioni di euro dall'Antitrust per Dieselgate

Volkswagen, sanzione da 5 milioni di euro dall'Antitrust per Dieselgate
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L'Antitrust ha comminato una sanzione di 5 milioni di euro al Gruppo Volkswagen per aver posto in essere una pratica commerciale scorretta
9 agosto 2016

Non c'è pace per il Gruppo Volskwagen: gli effetti del Dieselgate si fanno sentire anche in Italia. L'Antitrust ha commminato alla casa di Wolfsburg e alla sua filiale italiana una multa da 5 milioni di euro. La maxi-sanzione, pari al massimo edittale, arriva in virtù della pratica commerciale scorretta posta in essere da Volkswagen nella vendita delle vetture con i motori TDI omologate servendosi del software in grado di alterare i test delle emissioni al centro dello scandalo. 

Il procedimento nel nostro paese da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è stato avviato nello scorso ottobre, a seguito di segnalazioni da parte di diverse associazioni dei consumatori. Stando a quanto dichiarato dall'Antitrust, la presenza sulle vetture incriminate del cosiddetto defeat device rappresenterebbe un'infrazione del Codice del Consumo «poiché gravemente contraria agli obblighi di diligenza professionale e idonea, altresì, a falsare in maniera rilevante il comportamento economico dei consumatori, inducendoli ad assumere una scelta che non avrebbero altrimenti preso qualora consapevoli delle reali caratteristiche dei veicoli acquistati».

L'Antitrust, inoltre, ha sanzionato la presenza in diversi cataloghi informativi del Gruppo di «green claims e messaggi pubblicitari che attribuiscono al produttore una particolare sensibilità ambientale o una specifica attenzione al livello delle emissioni inquinanti delle proprie autovetture». 

Non si è fatta attendere la risposta da parte di Volkswagen Italia, che, tramite una nota, ha annunciato l'intenzione di fare ricorso al Tar, citando la presenza di fondati motivi per impugnare la sentenza. «Nel corso del procedimento - precisa Volkswagen Italia - entrambe le società hanno collaborato pienamente con la massima apertura e trasparenza, rendendosi disponibili sia in sede di audizioni, sia producendo le informazioni e la documentazione richiesta dall’Autorità, al fine di consentire l'accertamento dei fatti».

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