WRC17. Svezia Intro: Tutti a Posto, ma davvero “Tuttapposto”?

WRC17. Svezia Intro: Tutti a Posto, ma davvero “Tuttapposto”?
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Hanno provato come matti, il Rally “Speedy” è dietro l’angolo, sembrano tutti contenti e, a quanto pare, molto più avanti di quanto hanno paura di comunicare. Scaramanzia e fairplay, o terrore del fantasma VW?
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
7 febbraio 2017

Torsby, 7 Febbraio 2017. Andiamo, non è la solita routine! È lo Svezia di sempre, dalla neve incerta e dal sole sorprendente, d’accordo, ma non è il “solito” Svezia. Non solo una questione di quel 58% di inedito, di quel parallelo più in alto alla ricerca del freddo e dell’atmosfera iconica del Rally innevato. È che siamo già un’era più avanti, ormai in piena Epoca WRC Plus. Tutta da decifrare, Monte-Carlo o no, come del resto ci aspettavamo. Comunque, al momento questo benedetto regolamento 2017 ha spiazzato soprattutto i critici, è bene dirlo, rimasti senza parole o a corto di argomenti. Torneranno a farsi sentire, è fuori di discussione, ma intanto ci godiamo il presepe di Torsby e dintorni per introdurre il natale delle WRC Plus al Nord.

Hanno provato tutti come matti. È logico, chi non lo avesse fatto avrebbe peccato di presunzione o di stupidità, inferno garantito in entrambi i casi. La posta in gioco è alta, e l’obiettivo iniziale obbligatorio: mettere su queste Macchine tutti i chilometri possibili per accelerarne l’evoluzione, dal passo zero, quello dell’auto in fasce, all’adolescenza sfrenata e irriverente che in una Macchina da Corsa può durare tutta la carriera. Monte-Carlo non ha bocciato nessuno, bene, quindi non bisogna perdere l’occasione dello Svezia. Guai a farsi distanziare, soprattutto dopo un avvio così… decente. Auto in assetto da neve, che non è così dissimile da quello per la terra, o certa terra, ma centinaia di chiodi in titanio da due centimetri, due terzi conficcati nella gomma e un terzo pronto ad aggredire le superfici gelate delle vie stellari e velocissime, insidiose. È lo spettacolo garantito del Rally, nella sua massima espressione e al massimo coefficiente di azzardo e coraggio, non ci sono dubbi. È il Rally di quella volta che il Pilota parte in testa coda e non sai più, una volta che è rientrato in traiettoria, se è stato più fortunato o più bravo. Ma intanto, per il solo fatto di non essere uscito di strada, ha già mandato in delirio migliaia di appassionati, venuti apposta.

Tutte le Macchine sono sulla stessa linea di partenza, nessuna esclusa, nessuna più indietro. Le quattro magnifiche Case impegnate nella sfida incrociata, e ingarbugliata, e ancor più ingarbugliabile, sono lì, una accanto all’altra.

Ford, nell’iterazione Fiesta di Malcom Wilson, grazie al migliore Ogier (il cui reclutamento è opera del migliore Malcom), è tornata alla vittoria dopo quattro anni. Un successone, talmente evidente che se n’è accorto anche il capo di Ford Performance, Dave Pericak, che ha scoperto il WRC e il fatto che la sua Macchina vi partecipa, e che quindi non può far altro che giurare eterna fedeltà al WRC. Da spettatore o, e dai, da ”implicato” stabile e responsabile”? Sarà finalmente Ford non più a mezza bocca ma davvero, o continuerà ad essere il salvagente Wilson a tingere di rosa il blu dell’”Ovale”? Intanto è uno a zero, palla al centro, e riflettori dirottati sulla meno ufficiale delle 4 Super Macchine.

Tutte le Macchine sono sulla stessa linea di partenza, nessuna esclusa, nessuna più indietro. Le quattro magnifiche Case impegnate nella sfida incrociata, e ingarbugliata, e ancor più ingarbugliabile, sono lì, una accanto all’altra

Hyundai conferma il potenziale delle nuove i20 Coupé, evoluzione di grande specie e del suo fuoriclasse ritrovato, fino alla Prova Speciale n°13 del “Monte”, Thierry Neuville. Ma non è solo il Pilota a dover raccogliere i frutti della maturazione. È l’intero, collaudato Team, che passa il carico di responsabilità del disastrosamente fortuito Monte-Carlo sulle nevi della Svezia, con immutata, dichiarata bellicosità e forse solo con un tantino di inaspettato, per diverse ragioni, patema d’animo. Una sconfitta così bruciante, perché figlia di una vittoria quasi certa, è come cadere in moto su una macchia d’olio: un’”emozione” che non si scorda tanto facilmente! Paddon, più seriamente, ha un fantasma da sconfiggere, e in questi casi è questione di tempo o di voglia di esorcizzare. Non è in gioco una colpa, ma un fatto triste che segna una vita.

Citroen ha fatto il contrario, ha rovinato tutto subito ed è partita da lì. Dalla frizione bruciata della C3 di Lefebvre è arrivata alla vittoria sulla Prova icona del Monte-Carlo, il Col de Turini, per un soffio non raddoppiata dal successo nel Power Stage, sempre per opera dello “Smilzo”. Con Meeke non ce l’ha fatta, fuori una, due e anche una terza, incolpevole volta, ma ormai Matton, che lo ha difeso nelle situazioni peggiori, sa bene di aver a che fare con un cavallo di razza difficile da domare. Detto fatto, la generosità del britannico più veloce, e simpatico, va detto, del momento, si traduce in una nuova e sempre sorprendente performance della serie. Impegnato a tirare fuor il massimo dalla nuova C3, anche nei test Pre-Svezia, Kris prova e riprova finché non collauda anche il… tetto della nuova WRC di casa Citroen. Intanto, avvicendamento, previsto in panchina, Breen sale sulla C3 WRC 2017 e passa la gloriosa DS3 a Lefebvre. Entrambi, per la verità, hanno dimostrato che l’investimento giovani “preferito” dal Team Citroen-Total-Abu Dhabi è buono, anche se non paga nell’immediato come lo svenamento del Signor Wilson.

In Casa Toyota sembrano non riuscire a stare nella pelle. Il secondo posto, “inspiegabile” e inspiegato, di un grandissimo Latvala al Monte-Carlo è quel qualcosa che arriva a spazzare via mesi e mesi di incertezza, logica e inevitabile, con il conforto di un week end da mettere sotto vetro, ma non sotto spirito. È da conservare nella memoria come l’inaugurazione felice di una nuova era, ma va consumato al più presto nella verifica dei fatti. E non c’è migliore verifica di uno Svezia oltre i confini gelati della Norvegia, con una Yaris WRC che “non ha ancora svelato tutto il suo potenziale”, e con un Pilota che, a parte il fatto di aver vinto su queste strade tre volte, sembra rilanciato come un Latvala Messia, piombato come una spada al momento giusto nel posto giusto.

A questo punto non si capisce bene se è meglio essere prudenti o osare. Siamo sulla strada giusta? È il Mondiale WRC che tutti si aspettavano, o che auspicavano? Non saprei proprio, qualche dubbio mi resta, e poiché non sono obbligato a rispondere (magari fatelo voi che ci capite di più, o chiedete a Domenico), vi “svelo” che l’umore più teso del momento non dipende dallo status di alcuna delle Marche passate in rassegna e scese in campo “regolarmente”, né dalle insidie del Rally veloce per definizione, né dalla certezza che stiamo per rivedere in scena Ostberg o Bertelli, in ghingheri dopo ver temuto di vederli saltare la stagione.

La “tensione ambientale” arriva ancora una volta da Volkswagen. La Polo R WRC 2017 è stra-pronta e continua a girare. Il fatto di aver saltato il Monte-Carlo sembrava l’anticamera del museo, ma non pare che sia così, non v’è certezza, anzi

No, la “tensione ambientale” arriva ancora una volta da Volkswagen. La Polo R WRC 2017 è stra-pronta e continua a girare. Il fatto di aver saltato il Monte-Carlo sembrava l’anticamera del museo, ma non pare che sia così, non v’è certezza, anzi.

La Polo sarebbe pronta a tornare sulla scena, magari in una veste più informale e non a caccia di punti, in ogni caso cogliendo l‘occasione, direi, per mettere fine alla farsa del ritiro per pentimento e prepararsi a un ritorno più “ufficiale” nel 2018 (e magari di nuovo sotto la guida del rimpianto Jost Capito). Andreas Mikkelsen, candidato “certo” a passare dal pur proficuo sedile della Skoda R5 alla Macchina evoluzione del Mito di un’Epoca appena passata, sta zitto come un pesce. Non dice nulla, così come tutti gli “osservatori”, non apertamente. A certi “uni” il ritorno di VW starebbe sacrosantamente sulle scatole, ad altri, quelli che stanno in alto e sono pronti a rilanciare sul piatto del loro poco fare con il già fatto dagli altri, naturalmente stravedono per l’insana idea, che li costringerebbe solo a qualche artificio comportamentale per superare le barriere dei regolamenti, ma ci sono senz’altro abituati. Non sarà per la Svezia, ormai i giochi sono fatti, ma è quanto basta per riscaldare la temperatura del Rally seconda Prova del Mondiale 2017. Il copione ultimo grido, che alterna fatti in pista ad esondazioni di colpi di scena oltre la corsia di emergenza, si conferma valido.

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