Dakar 2019 100% Perù. Al Attiyah e Barreda a Pisco: vuol dire qualcosa?

Dakar 2019 100% Perù. Al Attiyah e Barreda a Pisco: vuol dire qualcosa?
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Toyota e Honda già al “lavoro”, Mini e KTM ancora in attesa, vincitori e vinti pronti a scatenare conferme e riscatti. Una bellissima prima tappa che permette, anzi invita farlo, di rimandare il giudizio. Finalmente una sana giornata di sola Corsa
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
8 gennaio 2019

Pisco, Perù, 7 Gennaio 2018. A Pisco si conclude la prima Tappa della 41ma edizione della Dakar. Corta, 240 e passa chilometri, e con una Speciale quasi in scala, appena 84 chilometri. Eppure è una Tappa molto bella, rappresentativa, “liberatoria”. Scenari di rena e arenaria, rocce affioranti, fuori pista e orizzonti puliti, di Oceano e dune. Da capogiro. Navigazione, poca, velocità, poca, guida, sì, già abbastanza da indurire gli avambracci.

Joan Barreda
Joan Barreda

Argomenti Moto

 

Joan Barreda torna a far parlare di sé. Allo stesso modo di sempre, vincendo subito e candidandosi, immediatamente affamato. Dopo un lungo silenzio, e qualche preoccupazione, è quasi sensazione di novità. Aspettiamo a dirlo. Il solo fatto che il pilota Honda sia di nuovo a battagliare per quel primato che insegue praticamente dall’inizio della carriera è già tutto un programma e un’apprensione. Staremo, stiamo a vedere. Concorrenza certa, prima o poi doveva succedere, in aperta e piena campagna Dakar. Che sia per vincere o per interrompere la serie di KTM che dura da 17 edizioni, non ha molta importanza, è un dettaglio che determina solo una priorità di comportamento. Se Barreda decide di confrontarsi con sé stesso vorrà vincere per dare un senso alla sua serie personale, se ha nel mirino l’Armata KTM di Jordi Viladoms, ovvero se si predispone alla battaglia contro Walkner, Price o Sunderland, allora la priorità è incitarsi a una performance di riscatto globale, di Squadra, sarà consapevole che questa porga in dote anche il più ambito dei premi personali.

Ogni anno che passa il compito è più difficile perché, anche se resti il più veloce, nel frattempo hai concesso spazi alla crescita dell’esperienza altrui. Un paio di esempi, Quintanilla, secondo, e Van Beveren, quarto. Il cileno e il francese hanno ormai perfezionato l’accordatura per la Dakar e possono vincere. Entrambi si presentano in una forma perfetta e hanno imparato qualcosa nel corso della stagione. Van Beveren all’inizio dell’anno, quando ha buttato una Dakar, Quintanilla più avanti, errori da poco ma dal conto salato. È tutta esperienza, valuta pregiatissima al mercato della Dakar.

Tappa troppo corta per capire come stanno veramente Price e Gonçalves, e in definitiva per dire qualsiasi cosa che sia davvero sensata. Solo impressioni leggere. Jacopo Cerutti il migliore degli italiani, Nicola Dutto, al battesimo del suo sogno reale, il più ammirato. Il torinese ha superato la prima prova e rotto il ghiaccio, addirittura divertendosi. È quello che ci voleva per allentare la tensione accumulata come acido lattico mentale nei giorni dei preliminari metropolitani.

SxS
SxS

Argomenti Auto

Cominciamo da una bassa marea che sale, potente. Gli UTV, i Side By Side, in ogni caso origine pacifica per una tipologia di mezzi che ha fatto un balzo in avanti evidente e che erode attenzione addirittura alle regine Automobili. Le piccole quattro ruote che sembrano provenire da una galassia di Guerre Stellari sono ormai diventate grandi, e attraggono, divertono, convertono. Los 33 sono piccoli mostriciattoli tremendamente divertenti, autentici e puri mezzi da corsa nella rapida evoluzione a cui sono stato assegnati. Al momento restano relativamente, relativamente in tutti i sensi, anche mezzi economici. Stando attenti a questo aspetto il futuro dei SxS, oggi al centro del cartellone della Dakar, è garantito.

Reinaldo Varela ne resta il promotore più autorevole, e il brasiliano si dedica la vittoria di apertura a Pisco, ma dietro al vincitore della scorsa edizione esplode una vicenda già appassionante. A Pisco è tornato, secondo, Francisco “Chaleco” Lopez, barbuto e bravissimo protagonista cileno di una lunga epopea. E a Pisco si inaugura l’avventura a quattro ruote del suo portatore d’acqua dei tempi Aprilia, il gentleman catalano Gerard Farres, terzo. Ignacio Casale, un altro cileno, vincitore in Quad, Side By Side anche lui. I piccoli 4x4 stanno dilagando, sono triplicati rispetto all’edizione dello scorso anno, e l’Organizzatore non si nasconde dietro al dito della falsa minaccia alle Auto. Invece ne amplifica l’opzione, introducendo anche una diversificazione di categoria che definisce gli UTV Open. Differenze di regolamenti applicabili, Aso e Nazionali, diametri di cerchi e ruote, turbo o no e relazione peso dotazioni di sicurezza, sta di fatto che “embedded” tra le auto ecco spuntarne altri venti, e tra questi veri e propri primattori tipo il funambolico mito americano Robby Gordon o l’Equipaggio semi italiano e full femminile formato da Camelia Liparotti e Rosa Romero. Insomma, questa nuova generazione di mezzi da corsa, che sembrano essere deviazioni cromosomiche dai campi da golf al Rally-Raid, e che oggi riconoscono nell’impegno di Marco Piana il loro visionario precursore, sta provocando un terremoto di interesse che va oltre al trampolino Polaris, alla variazione Yamaha o alla esplosiva infiorescenza CanAm.

Nasser Al-Attiyah
Nasser Al-Attiyah

 

Visto? Ecco che un giorno le Auto restano per ultime. C’è strato un tempo delle Dakar in cui tra queste si erano infilate mostruosi rami genetici di camion supersonici, che si ara arrivati a credere a un possibile capolinea della Macchina sopraffatta dai Camion. E se invece la “contaminazione” si fosse sostata sull’attenzione ai Side by Side?

Beh, sarebbe un po’ azzardato e non realistico. Non oggi, almeno. Succede a Pisco perché la Gara delle Auto non ha fatto vibrare così tanto la cassa di risonanza della passione. La prima mano della Dakar tiene ancora le carte coperte dalle necessarie verifiche dell’ultimo minuto, quelle della Prova Speciale.

Solo un aspetto fondamentale del Rally Perù 2918, e della Storia della Dakar, sembra cosa certa sin dalle primissime battute, e si ritrova specularmente nella prima classifica ufficiale. Nasser Al Attyah contro Carlos Sainz, primo e secondo a Pisco, è un fatto, un giuramento, una sfida e una provocazione. Restano coperte le carte di Peterhansel e Despres, dello stesso Loeb la cui partecipazione con una Peugeot è di per sé una sfida all’establishment. Carte coperte al punto che, dovessimo “fidarci” di questo tenore di inizio, vorrebbe dire che anche le “vecchie” e sbeffeggiate Mini a 4 ruote motrici si rivelano (o si confermano) tremendamente competitive.

Dakar 2019 presentata da Bardahl

Piero Batini – Mr. Franco

Photo credits: Dakar

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