Dakar 2022. T3. La prima volta di Hero e Audi commuove

Dakar 2022. T3. La prima volta di Hero e Audi commuove
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Hero ha vinto la sua prima Tappa, e così Joaquim “J-Rod” Rodrigues. Carlos Sainz ha vinto ancora per la prima volta di Audi. La Dakar n°44, in inizia ad offrire il meglio di sé
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
4 gennaio 2022

Al Qaisumah, East Saudi Arabia, 4 Gennaio. Terza tappa, è il giorno delle prime volte. Audi e Hero. Il colosso tedesco delle auto che schiera un dream team di fuoriclasse e recordman al comando di una formazione di astronavi, e il colosso indiano delle moto che ha mandato una piccola task force di appassionati a guidare un team di 2 moto per 2 Piloti.

I due primati inediti arrivano in contemporanea in un'unica celebrazione di spessore. Le due prime volte non sono paragonabili, i giganti Audi e Hero non sono e non possono essere impegnati allo stesso livello in questa o altra Dakar. Tuttavia, tolta di mezzo la deviante scala di valori basata sulla potenza economica schierata nell’evento sportivo, e messi da parte anche gli obiettivi di stato, quel che resta sedimentato dalla filtratura è purezza sportiva di grande impatto emotivo. E a quel punto la ricerca di grandi similitudini non è né fuori luogo né difficile.

Che le Audi potessero esprimere un livello di competitività sufficiente a portarle in prima fila non era follia, ma sicuramente non era scontato. E a parte questo, tutto quel che si era visto era una bella costruzione senza punti di riferimento. Test, prove al banco e di laboratorio, precedenti di singoli componenti qui riuniti in una visione non garantivano nulla. Però è successo. Carlos Sainz e Lucas Cruz hanno portato alla vittoria per la prima volta la RS Q e-tron, scolpendo nella pietra una data e un primato che restano, pur in un ambito non così greve, storici.

Parlare con Carlos Sainz in questo giorno è praticamente impossibile, la vergognosa fortezza Audi al bivacco è inespugnabile. Ma la fortuna di incrociare il Matador sulle vie dell’immenso bivacco ci viene in aiuto.  È poco più di un saluto, e da quelle poche parole, insieme alla conoscenza dell’animo di appassionato combattente, ci consente di focalizzare l’importanza del momento.

Poche storie, Sainz è commosso. C’è riuscito ancora una volta. Potete esser certi che quando Carlos si mette al lavoro su una macchina da corsa, questa diventa un oggetto animato capace di tutto, anche di vincere dopo tre giorni dalla discesa in campo. E l’espressione emotiva del Matador apre il sipario su quell’esercito di umanità che si cela dietro al paravento di tecnici, ingegneri, informatici, manager, tutti abituati a lavorare per vincere, tutti capaci di tornare a metterci il cuore. Dietro al primato inedito anche una prospettiva di puro Sport: Audi è già sulla strada giusta per vincere un giorno la Dakar.

La storia di Hero è ancor più “dakariana”, ed è permeata della passione smisurata del ragazzo che ha costruito il piccolo team famigliare: Wolfgang Fischer. Ricordate SpeedBrain? La piccolissima Marca tedesca del nostro un giorno del 2013 portò Paulo Gonçalves alla vittoria del Rally dos Sertoes, prova di Mondiale Cross-Country Rally in Brasile. Poi è passata molta acqua sotto i ponti, e nel 2020 è successa la tragedia di Paulo. Sembrava la fine, e il cognato di Paulo non riusciva a farsi una ragione, non riusciva ad immaginare di poter continuare a correre nello stesso Rally-Avventura che si era portato via Paulo. Quel cognato era ed è Joaquim Rodrigues, detto J-Rod. Pian piano Wolfgang ha ricostruito la famiglia, di cui si sente parte, e tutti insieme hanno iniziato a sviluppare la nuova Moto Hero da Rally. Il Covid ha tenuto la piccola Squadra lontano dalla luce dei riflettori, e la nuova moto che cresceva era come una medicina per l’anima. Finalmente J-Road ha deciso do tornare e di portare la nuova Hero in gara.

Vincere una Tappa del Rally non è vincere la Dakar, certo, ma è un piccolo passo essenziale per riuscirci, e l’abbraccio della famiglia si è esteso all’abbraccio di tutta la fabbrica, in diretta social. Sembrava un video costruito, invece a Dehli le linee si sono fermate, e l’intero organico di Hero si è riunito per festeggiare la vittoria, “online”.

Da storie che vengono da lontano ad una che nasce sotto i nostri occhi: la partecipazione di Laia Sanz e Maurizio Gerini in auto. Oggi li abbiamo visti arrivare, scendere di macchina, scambiarsi quei piccoli segni di approvazione dei marinai quando scendono in banchina. Abbiamo visto una cosa molto importante. Non è solo che Laia andrà fortissimo anche in Macchina, e non è neanche che Maurizio potrebbe diventare un ottimo navigatore (dico “potrebbe” perché immagino che voglia andare ancora in moto). Quel che abbiamo visto è che il binomio funziona, che l’equipaggio è tale. E questa cosa, sempre difficilissima e mai scontata, è un detonatore di grandi imprese. Seguiamoli!

Per continuare sulla linea di un tipo di avventura che non auguriamo mai a nessuno, e di cui si è parlato ieri, oggi Nani Roma ha travolto Tiziano Interno’ dietro a una duna. Non è successo nulla e sarebbe potuta succedere una tragedia. Ne parliamo. Mi risulta che Tiziano è arrabbiato, e so che Nani non si dava pace per un evento inevitabile che poteva virare in dramma. Dico solo una cosa, che vale per entrambi. Questa è una passione che comporta dei rischi, e le dinamiche di gara sono spesso portate all’eccesso da situazioni difficilmente gestibili. C’era anche David Castera, il Direttore, in Elicottero, e neanche lui ha potuto fare qualcosa. Ringraziamo il cielo che è andata bene, tocca dirlo. Tiziano ripartirà, ho visto Nani andare in KTM a cercare pezzi di ricambio, mi auguro che abbia finito di convertire una grande paura in rabbia, e che la gara continui per entrambi felice.

 

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