Dakar 2022. T7. Adrien Van Beveren, Yamaha, in Testa. Al Attiyah Untouchable

Dakar 2022. T7. Adrien Van Beveren, Yamaha, in Testa. Al Attiyah Untouchable
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Piero Batini
  • di Piero Batini
La Dakar ingrana un’altra marcia. Il miracolo Ross Branch, la vittoria di “Nacho” Cornejo, e la nuova leadership di Van Beveren, tra le Moto. Sui binari stesi da Al Attiyah, Toyota, la corsa delle Auto, nonostante la vittoria di Loeb, BRX
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
9 gennaio 2022

Al Dawadimi, Saudi Arabia, 9 Gennaio. La giornata di riposo è alle spalle, la pacchia è finita. La prima settimana è andata e si entra nell’”altra cosa”, come promettono gli organizzatori. Ma non ce n’era bisogno. Non è mai successo che dopo il riposo si sia ripreso in regime di escursione. Si va verso Sud, le temperature si alzeranno … la sabbia sarà più fine. Per iniziare, bei 400 chilometri di Speciale incastonati in due trasferimenti di 200 e 100 chilometri. a far cifra tonda, 700 chilometri per rimettersi in gioco.

 

Prima di tutto il “miracolo”. Ross Branch è al via. Dopo la terribile caduta della sesta tappa l’ufficiale Yamaha era dato per spacciato. Frattura della gamba, addirittura del femore, si diceva in mancanza di un bollettino medico ufficiale che resta sempre in forma privata. Invece si scopre che era solo, e per fortuna, una terribile botta, tale da fermare il Pilota e a indurlo a rinunciare. Ma poi, al bivacco… insomma, Kalahari Ferrari, la gamba destra completamente blu, è in gara e conclude la settima tappa al 12° posto. Ci scusiamo per il disagio.

Moto

Le Moto. L’altro “miracolo”, ma ragionato, è l’uomo che, a Al Dawaldimi, 350 chilometri a Sud-Ovest di Riyadh, esce in testa dalla falcidie di ritardi, cadute, errori di navigazione, dal “pascolo”, insomma, di una Tappa che  mostra finalmente il vero volto della Dakar. È Adrien Van Beveren, ufficiale Yamaha e dio riconosciuto delle sabbie del Nord Europa.

Apripista in seria difficoltà. Sanders, GasGas, esce di scena subito prima ancora di entrare nel vivo. L’australiano cade al mattino presto durante il trasferimento, è recuperato e portato in ospedale. Non azzardiamo, questa volta, forti contusioni di certo, poi si saprà meglio. Sunderland, GasGas, eredita l’”incarico” e si tuffa in un difficile rebus di navigazione. Morale, concluderà al 28° e vedrà svanire la sua leadership come la sabbia che, qui, torna coerentemente a scivolarti tra le dita. La tappa si conclude con un ritorno all’attività del Piloti Honda. Al traguardo di Al Dawaldimi vince “Nacho” Cornejo, cileno doc simpatico e scelta vincente del Team Monster Honda, ed è un bel ricordo saperlo di nuovo super competitivo. Secondo è il Campione in carica, Kevin Benavides, KTM, che competitivo lo è sempre. Terzo un altro miracolato, quel Joan Barreda che torna all’attracco dopo la lussazione della clavicola.

Nessuna intenzione di riaprire una ferita, ma ricordiamo che per ritrovare una Yamaha al primo posto sul podio della Dakar bisogna risalire al 1998, Peterhansel. Invece vorremmo sottolineare che è la Signora Peterhansel, Andrea, che sta guidando egregiamente la formazione transalpina. Complimenti.

È la Classifica Generale, tuttavia, che subisce i maggiori danni dalla scossa della settima tappa. In testa Van Beveren, cinque minuti davanti a Matthias Walkner, KTM, Kevin Benavides, idem, e l’”ex” Sunderland, GasGas. Vale la pena di notare che nei successivi tre minuti di distacco dal nuovo leader ci sono Lorenzo Santolino, Sherco, Pablo Quintanilla, Honda, e Barreda, idem. Più aperta e interessante di così la Dakar delle Moto di quest’anno non potrebbe essere.

Piccola, ma importante annotazione, oggi non è stata la giornata “tipo” di Danilo Petrucci, appena 30° a quasi mezz’ora da “Nacho” per una serie di “negatività”. Nulla da eccepire, anche gli astri nascenti hanno la loro giornata no. Conseguentemente, il migliore italiano di oggi è Paolo Lucci, Husqvarna Solarys Team, ventiseiesimo.

Auto

La Gara delle Auto “ristagna”. Non è colpa bensì merito di Nasser Al Attiyah, Mathieu Baumel, e dell’ormai imprendibile Toyota Hilux # 201 del Team ufficiale Gazoo Racing. Una bella vetrina si Assi lungo i 400 chilometri della Speciale. In ordine di Controlli di passaggio e waypoint vanno in testa Lategan, Toyota, Sainz, AUDI, e poi Loeb, BRX.

Da metà Speciale in poi il battistrada è il fuoriclasse nove volte Campione del Mondo WRC, con un vantaggio che sale fino a oltre 6 minuti. A metà Speciale si fermano Lategan e De Villiers, aiuto reciproco per risolvere un problema, e all’inseguimento di Lepore Loeb vanno Sainz, Roma, Al Rajhi, il redivivo Peterhansel e, nella parte finale della Tappa, anche Al Attiah, evidentemente non soddisfatto della passeggiata. Il finale di Speciale torna a essere interessante e la conclusione, logica, torna a riflettere i meriti della difficile giornata. Primi Sebastien Loeb e Fabiel Lurquin, Baharain Raid Xtreme, Sedondi Al Attiyah e Baumel, Toyota Gazoo, terzi Sainz e Cruz, AUDI, "Peter" e Boulanger, AUDI. Bravi Ten Brinke, sin qui in ombra, Ekstrom, Roma.

Nessun terremoto nella Generale. Al Attiyah ha tre quarti d’ora su Loeb e ormai quasi un’ora su Al Rajhi. La gara delle auto è in un canale ben protetto.

 

© Immagini ASO Mediateque - KTM – GAS GAS Media – Husqvarna - Red Bull Content Pool – Audi Media – Honda – Hero – Toyota Gazoo – BRX – X-raid – Yamaha - MM ItalTrans

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