7 maggio, 1967: GP Monaco e l’addio a Lorenzo Bandini

7 maggio, 1967: GP Monaco e l’addio a Lorenzo Bandini
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Cinquanta anni fa il tragico incidente del pilota italiano su Ferrari a Montecarlo
7 maggio 2017

Non sempre F1&Ricorrenze ci porta graditi ricordi, di quando le gare erano più popolarmente sentite e appassionavano i sensi di molti ragazzi oggi uomini maturi, magari un po’ annoiati dalle gare attuali. La ricorrenza odierna, 7 maggio, ci porta a oltre cinquanta anni orsono per la F1 ma, come quello di sei giorni fa e altri nel mese di maggio invero, il ricordo non è di quelli gradevoli. 1967, GP di Monaco: la tragica fine di Lorenzo Bandini.

L’italiano della Ferrari partiva in prima fila, insieme a Jack Brabham, per vincerlo quel GP dove già era salito sul podio, ma non fino al gradino più alto cui tutti tengono tantissimo. Il caso, o il destino, volle che proprio l’olio della monoposto del rivale facesse perdere posizioni alla rossa numero 18, la cui estenuante rimonta nei confronti di chi gli aveva strappato il primo posto, Denis Hulme, unico che lo precedeva a fine gara, si ferma all’82-esimo passaggio sui 100 previsti prima dalla bandiera a scacchi. Un’uscita tremenda, come poteva essere a ogni gara con quelle condizioni di vetture e percorsi: la Ferrari 312 che ad alta velocità in un solo instante sbatte, balza in aria e prende fuoco; la concitazione, i dubbi, la triste conferma quando si placa il fumo nero. Un dramma di cui molto si è già detto, visto e commentato anche costruttivamente, per l’evolversi della sicurezza che al tempo era certo lacunosa.

La Ferrari pronta al via del GP di Monaco
La Ferrari pronta al via del GP di Monaco

 

La semplice sostanza è che oggi, dopo oltre cinquanta anni quando non tutti lo rammentano come nel secolo scorso, si ricorda un pilota di quelli rari, veri, di un tempo passato di cui spesso non si sottolinea proprio tutto, per trarne le giuste indicazioni senza essere superficiali. Non aveva alle spalle le grandi risorse di alcuni piloti di quel periodo, Bandini Lorenzo, classe 1935, eppure ottenne partendo dal basso la F1 e le vetture del Cavallino, oltre a risultati unici in un’epoca di quelle toste sotto tutti i punti di vista; correndo in molte categorie diverse, senza troppe soste per riposare, con tutte le difficoltà del caso e compagni - rivali, a dir poco durissimi.

Un GP d’Austria F1 nel 1964, anno in cui fece coppia con l'iridato John Surtees, da poco scomparso e che lo ha sempre pubblicamente lodato; la mitica 24 ore di Le Mans su Ferrari 250 P nel 1963; la Targa Florio su 275 P2 nel 1965, o la 24 ore di Daytona del 1967, sulla 330 P4; queste, tanto per citare le sue vittorie più note. In quella ultima stagione sarebbe potuto andare a correre persino a Indianapolis, ma morì in quel di Monaco, tre giorni dopo la gara F1 di maggio.

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