Alonso: «Attaccare sempre pagherà»

Alonso: «Attaccare sempre pagherà»
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Paolo Ciccarone
Meno due gare alla fine e meno 10 punti per il sogno. Dopo il GP di Abu Dhabi Alonso spera mentre Vettel resta leader di questo combattutissimo mondiale| <i>P. Ciccarone, Abu Dhabi</i>
5 novembre 2012

Abu Dhabi – Meno due gare alla fine e meno 10 punti per il sogno. Dopo il GP di Abu Dhabi, con l’ottavo vincitore diverso della stagione, Kimi Raikkonen con la Lotus, Fernando Alonso spera e Sebastian Vettel impera. Per Kimi è una vittoria importante per il morale e per il team, inutile dal punto di vista campionato perché dopo questa gara sono rimasti in gioco solo Alonso e Vettel.

La tenacia è tutto

L’ennesimo ritiro di Hamilton quando era al comando, ha di fatto chiuso anche le sue speranze iridate per questa stagione. Se lo spagnolo della Ferrari è a meno 10 per il tedesco della Red Bull la gara araba è da 10 e lode. Partire dalla corsia dei box e arrivare terzo, con una doppia rimonta, aiutata anche da due safey car, è stato un modo come un altro per ribadire la propria superiorità: «Ormai si è capito – ha detto Alonso – che dovremo lottare contro la macchina migliore.»


«In F.1 non accadono miracoli e a questo punto sappiamo che loro hanno la miglior monoposto del campionato, sarà così anche nelle prossime due gare, noi però abbiamo la squadra migliore, quella che non commette errori e non rompiamo pezzi vari come fa la Red Bull. E per questa ragione sono convinto che andare all’attacco sempre e comunque potrebbe portare dei risultati.»


Lunedì mattina, aeroporto di Malpensa, Fernando Alonso scende dall’aereo che lo riporta in Europa da Abu Dhabi, comincia subito a guardare le mail e a controllare il programma della giornata, eppure sono le 6 e un quarto del mattino. Lo si supera al controllo passaporti e tira fuori una battuta: «tanto ormai sono abituato a farmi sorpassare.»

Ormai si è capito – ha detto Alonso – che dovremo lottare contro la macchina migliore

Piero Ferrari: «Noi rispettiamo le regole»

Certo, ma non dipende da lui perché ormai si è capito che su certi sviluppi la Ferrari è in ritardo. Una spiegazione la dà Piero Ferrari, figlio del grande fondatore della Casa di Maranello: «Noi abbiamo la cultura della legalità e i nostri tecnici hanno ordini precisi di rispettare le regole, non possiamo spingerci oltre in zone al limite del  regolamento perché una Ferrari non può permetterselo. E’ ingeneroso prendersela con i nostri uomini solo perché studiano una macchina rispettando le norme. E’ la storia e la cultura della Ferrari giocare con le carte in tavola con le stesse regole condivise.»

Il riferimento agli ultimi sussurri in materia di furbate regolamentari della Red Bull è evidente, ma è anche vero che un tecnico come Adrian Newey ha la cultura del rischio e va a esplorare zone nuove senza preoccuparsi del risultato: se va bene, è un passo avanti, se va male si perde. Opzione che alla Ferrari non possono permettersi.

Noi abbiamo la cultura della legalità - dichiara Piero Ferrari - e i nostri tecnici hanno ordini precisi di rispettare le regole, non possiamo spingerci oltre in zone al limite del  regolamento perché una Ferrari non può permetterselo

Vettel: «Sento di poter vincere»

«Abbiamo visto ancora una volta un grande Alonso e la squadra lotterà compatta fino alla fine» è l’ennesimo proclama del presidente Montezemolo, ma il “predestinato” alla vittoria mondiale, cosa dice? Ecco la replica di Sebastian Vettel: «Partire dal fondo per un errore non mio mi aveva deluso, ma poi in gara dopo aver rivoluzionato completamente la macchina, siamo stati velocissimi, con qualcuno il sorpasso è stato facile, con altri come Button no, ma avere una vettura che reagisce così ti fa sentire in grado di fare tutto. E anche se Alonso è ad appena 10 punti, non ho paura di affrontare l’ultima gara decisiva in una sfida che sento di poter vincere.»

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