Alonso, Valencia 2012: vittoria di strategia, fortuna e classe

Alonso, Valencia 2012: vittoria di strategia, fortuna e classe
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  • di Maurizio Tanca
Alonso, come Schumacher e Raikkonen (tutti legati in qualche modo alla Ferrari), hanno portato sul podio di Valencia 10 titoli mondiali. Numerosi i fattori che hanno portato a questo risultato: scopriamo quali | <i>Paolo Ciccarone</i>
  • di Maurizio Tanca
24 giugno 2012

Punti chiave

Valencia – Come fare ad ottenere un podio con 10 titoli mondiali (7 Schumacher, 2 Alonso e 1 Raikkonen) tutti legati in qualche modo alla Ferrari, giocandosela con la strategia di gara e un pizzico di fortuna che, unita alla classe di Alonso, può stravolgere le carte in tavola? 

 
Era la domanda (titoli a parte) che si sono posti alla Ferrari sabato sera, mettendo in atto le uniche scelte possibili sperando che la fortuna (leggi safety car) potesse dare una mano. Certe cose si sentono nell’aria, sembrano quasi scritte dal destino. Dopo un sabato disastroso per la Ferrari, la domenica poteva andare bene solo se si fossero verificate queste condizioni. 

Testa bassa e pedalare

La prima, partire bene e recuperare subito delle posizioni al via. Detto fatto, con Alonso e Massa che al primo giro hanno guadagnato tre posti e si sono subito inseriti nel gruppo di testa, la prima mossa è andata bene. Chi partiva davanti, come Vettel ed Hamilton, doveva solo controllare il degrado delle gomme e visto il ritmo del tedesco della Red Bull, senza problemi avrebbe vinto alla grande. 

Strategia obbligata

Basti dire che guadagnava oltre un secondo al giro nei primi passaggi. Alla Ferrari lo sapevano e la strategia era quasi obbligata. Dopo il primo pit stop bisognava essere in zona punti e grazie alle gomme morbide nuove, avanzate dalle qualifiche del sabato, puntare a una seconda fase di gara con un ritmo più alto dei rivali. Cosa puntualmente avvenuta dopo la prima sosta.

Colpo di fortuna: la Safety Car

Alonso e Massa erano scatenati e recuperavano terreno alla grande, in testa solo Vettel usava la stessa strategia della Ferrari mentre Hamilton e Button erano già su gomme medie, meno veloci. Al secondo pit occorreva recuperare delle altre posizioni e infatti Alonso, da ottavo, risaliva come un ossesso al sesto, poi al quinto e al quarto posto, con una serie di sorpassi veri, senza aiuti dell’ala mobile. A questo punto della gara, 29 giro, ci voleva il colpo di fortuna: la safety car. Arrivata puntualmente per un botto. 
 
Quello che aveva fatto la strategia non era sufficiente senza l’aiuto esterno. I 34 secondi di vantaggio di Vettel sono svaniti nel nulla e quando la Ferrari richiamava ai box Alonso per montare le gomme medie, è intervenuta la bravura del team: sorpassare Hamilton al cambio gomme, mentre alla McLaren pasticciavano, alla Ferrari volavano. 

Domenicali: non mi esalto e non mi abbatto

E la seconda posizione era presa. A questo punto la Ferrari non poteva fare nulla di più senza il ritiro di Vettel, la gara sarebbe stata perfetta ma incompleta: “Trovo sempre elementi positivi quando le cose vanno male e trovo elementi negativi quando vanno bene – dice Domenicali – non mi esalto e non mi abbatto. Dopo l’errore del Canada, abbiamo gestito al meglio degrado delle gomme, strategie, e momenti per fare le soste. 
 
Peccato che Massa sia stato spinto da Kobayashi e che si sia rotto qualcosa nel fondo, altrimenti il potenziale della Ferrari sarebbe stato superiore” conclude il boss della rossa.

Post gara: Maldonano penalizzato

I commissari lo hanno ritenuto responsabile di manovra pericolosa nel tornare in pista dopo l'incidente con Hamilton e quindi gli hanno dato 20 secondi di penalizzazione invece del drive trough quindi Pastor Maldonado perde la 10 posizione e il punto preso a vantaggio del compagno di team Senna. Nessuna decisione sulle responsabilità della toccata con la McLaren...

Da Moto.it

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