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Andrea Kimi Antonelli la pole per la Sprint del Gran Premio di Miami 2025 di Formula 1 se l’è presa senza cogliere nessun miglior intertempo, tutto istinto e confidenza nel mezzo. Senza provare le soft prima della lotta sul giro secco, su una pista impegnativa per un rookie, ha finalmente espresso quella velocità che risultava strozzata dalla complessità della preparazione della gomma per il giro buono. A 18 anni e spiccioli, si è tenuto alle spalle i due piloti della McLaren, inevitabile favorita della vigilia. Ha detto che gli è venuto tutto naturale, e sta tutta qui la chiave per eccellere al volante di monoposto che sono troppo veloci per poter pensare. Sarà il più giovane di sempre a scattare davanti a tutti in una gara in Formula 1, dopo aver surclassato di tre decimi il compagno di di squadra, George Russell, un drago sul giro secco. In Bahrain, Kimi ci aveva raccontato quanto fosse fisica la prova della qualifica, in cui ancora non riusciva ad eccellere. Una lacuna, questa, che ha evidentemente colmato.
Che la Mercedes avrebbe potuto dire la sua lo si era capito sin dalle FP1. Visti i dati delle velocità di punta sul rettilineo, è lecito pensare che i motorizzati Mercedes avessero qualcosa in più nell’unica sessione di prove libere rispetto alla concorrenza in termini di spunto del motore. Tutte le vetture equipaggiate con una power unit della casa di Stoccarda, d’altronde, hanno introdotto un’unità fresca in rotazione proprio per la gara di Miami, in cui lo spunto del motore ha una rilevanza importante. Andando oltre la classifica delle FP1 – condizionata dallo schianto di Ollie Bearman, che ha tarpato le ali a Hamilton e Norris nel loro tentativo buono – si notava come la Mercedes avesse uno slancio maggiore rispetto alla McLaren a parità di mescola.
Nelle FP1 la Mercedes non ha nemmeno calzato le soft, preferendo preservare un treno della gomma più morbida per il prosieguo del weekend. La sensazione è che rispetto alla Mercedes, la McLaren paghi il drag della MCL39. La vettura della scuderia di Woking, grazie alla sua spiccata efficienza, è in grado di generare più carico rispetto alla concorrenza, tanto da risultare esponenzialmente più performante quando la pista genera poco grip perché sporca e green. Ma su un tracciato come quello di Miami, sul quale la resistenza aerodinamica rappresenta un handicap notevole, la forza della McLaren può diventare una debolezza. Lato Mercedes, Miami rappresenterà un banco di prova sfidante per la gestione delle gomme, dopo le difficoltà accusata nella bolgia bollente di Jeddah.
Se in Arabia Saudita, correndo di notte, le temperature dell’asfalto si sono mantenute entro i 40°, a Miami la colonnina di Mercurio potrebbe alzarsi molto di più. E con la scelta “morbida” in termini di mescole da parte di Pirelli, le debolezze della Mercedes potrebbero venire esposte. In casa Ferrari, nell’unica sessione di prove libere a disposizione si è lavorato in maniera accurata sull’assetto, nella speranza di risultare più efficaci in qualifica, frangente cruciale in una F1 in cui il vantaggio di posizione in pista ha ormai una rilevanza notevole.
Per la parte del weekend di gara della Sprint, visto il minor carburante imbarcato in macchina per la gara lampo da 100 km, la Rossa può osare di più con l’altezza da terra, avvicinandosi a quella condizione in cui la SF-25 non soffre dei problemi di controllo della piattaforma che l’azzoppano in circostanze standard. La Rossa perde soprattutto nel secondo settore, fatto di curve lente che non sorridono alla monoposto per la stagione 2025, e paga il surriscaldamento delle gomme nel corso del giro buono, con il risultato di finire fuori dalla finestra di utilizzo. E le speranze di fare bene in qualifica si sono infrante con la realtà di un sesto e un settimo posto per Charles Leclerc e Lewis Hamilton. Quest’ultimo è risultato più vicino al compagno di squadra. Ma è una magra consolazione, vista la posizione di partenza.
A giocare un ruolo di disturbo penserà Max Verstappen, arrivato in pista oggi, dopo la nascita di Lily, la figlia avuta dalla compagna Kelly Piquet. Raggiante come forse non lo avevamo mai visto prima, Max si è ben presto concentrato sul lavoro in pista, saggiando il nuovo fondo della RB21, pensato per garantire più carico. Non ne è provvisto Yuki Tsunoda, la cui eliminazione alla SQ1, in ogni caso, è imputabile a un errore della squadra, visto che ha preso bandiera senza poter effettuare un ultimo tentativo. La RB21 resta ancora una belva difficile da domare, e in gara la McLaren avrà un asso nella manica.
La MCL39 è estremamente efficace nella gestione delle gomme posteriori, e la combinazione tra le temperature elevate della pista e le mescole morbide scelte da Pirelli renderà cruciale la capacità di coccolare gli pneumatici. La Mercedes, in questo senso, è chiamata a dissipare i dubbi nati a Jeddah sulle lacune della W16 con il caldo, visto il surriscaldamento patito soprattutto da Russell in Arabia Saudita. Sono dubbi che si stagliano sullo sfondo di una piccola, grande impresa di un pilota che sta riportando l’Italia nelle posizioni che contano in F1, con l’entusiasmo che solo un diciottenne sfrontato potrebbe avere. E ora chi lo ferma più?