F1. Con lo schianto nella Sprint in Brasile, Oscar Piastri potrebbe essersi giocato il mondiale 2025

F1. Con lo schianto nella Sprint in Brasile, Oscar Piastri potrebbe essersi giocato il mondiale 2025
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La classifica non lo condanna, ma Oscar Piastri schiantandosi nella Sprint del Gran Premio del Brasile 2025 di Formula 1 potrebbe aver preso una strada che lo porterà lontano dal suo primo titolo mondiale
8 novembre 2025

È bastato che Oscar Piastri sfiorasse un cordolo bagnato perché la sua Sprint del Gran Premio del Brasile 2025 di Formula 1 si infrangesse contro le barriere in curva 3 a Interlagos. Sembra una beffa del destino per il pilota che con grande facilità aveva mantenuto la testa della classifica piloti per larga parte della stagione, ma la verità è che si tratta di un errore di valutazione dalle potenziali conseguenze macroscopiche. Soprattutto perché arriva dopo due GP in cui Oscar non ha saputo gestire la sua MCL39 in condizioni di basso grip. Che, a ben vedere, sono le stesse in cui ha corso oggi, con la pista in fase di asciugatura dopo la pioggia del mattino.

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Piastri sta mancando di lucidità in un momento cruciale della stagione, mostrando lo stesso calo di rendimento che aveva avuto lo scorso anno. E alle difficoltà di Oscar fa da contraltare la splendida forma di Lando Norris. Sembrano essersi avvicendati nel loro atteggiamento, con Lando ora fiero e imperturbabile nella gestione della MCL39, proprio come era Piastri fino a qualche tempo fa. Norris si è preso una vittoria autoritaria, sfruttando il senso della MCL39 per le curve a media velocità del secondo settore di Interlagos per tenere alla larga Andrea Kimi Antonelli sul finale di gara. Questo a fronte di uno svantaggio di mescola, con la sua rossa ormai meno efficace della media di Kimi.

Antonelli ce l’ha messa tutta per prendersi la prima vittoria in carriera in Formula 1, al volante di una Mercedes W16 bassissima, incollata all’asfalto a tutto vantaggio delle prestazioni senza che le asperità che danno personalità al circuito di Interlagos possano farla incappare in un consumo eccessivo del pattino del fondo. È questo il segreto che rende la Mercedes così competitiva a Interlagos, come si nota anche dal terzo posto di un George Russell apparso contrariato dopo la gara. Non potrebbe essere altrimenti, visto che Antonelli lo ha surclassato dall’inizio del weekend di Interlagos, come se conoscesse già a menadito una pista su cui invece non aveva mai corso prima.

Mentre Antonelli tallonava Norris, più indietro Charles Leclerc viveva un supplizio alle spalle di Fernando Alonso. Il due volte campione del mondo è sempre un avversario ostico di cui avere ragione, figuriamoci in condizioni tecniche difficili. Da un lato la Aston Martin AMR25 funziona bene là dove può impiegare ali di generose dimensioni, rendendo Alonso il cliente scomodo che tutti sappiamo. Dall’altro la Ferrari SF-25 era palesemente piantata sul dritto. Tanto da far sì che Leclerc potesse passare Alonso solo quando le rosse dello spagnolo erano ormai in ambasce.

Lewis Hamilton, che li seguiva, non ha potuto fare molto mentre il trenino alle spalle di Alonso si allungava fino a Pierre Gasly, dopo una partenza guizzante, in cui ha recuperato diverse posizioni sfruttando la parte esterna della pista, più asciutta. La mancanza di velocità sul dritto della Rossa è almeno parzialmente imputabile a una configurazione con un carico più elevato rispetto ai rivali diretti. Il problema è che tutto questo non ha reso la SF-25 più efficace nel secondo settore, il più guidato. I dati raccolti nella Sprint devono essere sfruttati al meglio per far prendere una piega diversa al weekend della Ferrari.

Lo stesso vale anche per Max Verstappen e la sua Red Bull. Max nella Sprint sembrava un leone in gabbia, frustrato dal comportamento della sua RB21 sui cordoli. L’assenza di dati in arrivo da Yuki Tsunoda nelle FP1 deve aver ulteriormente complicato la vita alla Red Bull, un team che sfrutta ampiamente le libere per compensare i problemi di correlazione di cui soffre da tempo.

La RB21 non è all’altezza da terra ideale, e le esigenze di Interlagos per evitare un consumo eccessivo del fondo rendono impossibile l’uso di un’ala anteriore generosa, facendo venire meno quell’alchimia vecchia scuola che tanto piace a Verstappen. Max è arrivato molto vicino a un errore costoso, correggendo in controsterzo la perdita del posteriore per un passaggio su un cordolo. Ma non ha sbagliato, a differenza di Piastri. Che con l’errore della Sprint di Interlagos potrebbe davvero aver messo una pietra sulle sue speranze mondiali, in barba a una classifica che lo vede ancora in lizza.

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