F1: dieci mesi per un comunicato sul budget cap che non dice nulla

F1: dieci mesi per un comunicato sul budget cap che non dice nulla
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Paolo Ciccarone
La Federazione che gestisce le imprese dei re della velocità è rimasta ai box con le gomme a terra. Il budget cap 2021 è stato sforato da tre team ma altro non si sa. Ed è passato quasi un anno
10 ottobre 2022

"La FIA rileva inoltre che rispetto a questo primo anno di applicazione del Regolamento Finanziario, l'intervento della Cost Cap Administration si è limitato alla revisione delle argomentazioni presentate dai concorrenti, e che non sono state avviate indagini formali complete. La Cost Cap Administration sta attualmente determinando la linea d'azione appropriata da intraprendere ai sensi del Regolamento finanziario in relazione ad Aston Martin e Red Bull e ulteriori informazioni saranno comunicate in conformità con il Regolamento".

Questo il comunicato della Federazione, in merito alle presunte violazioni del budget cap, che dice tutto e niente al tempo stesso. Ovvero sono state accertate violazioni, ma di entità leggera e ringrazia lo spirito collaborativo delle squadre. In pratica, dieci mesi dopo la fine del Mondiale 2021, la Federazione prende atto delle autodichiarazioni delle squadre e rimanda le decisioni su eventuali sanzioni in un secondo tempo. Segno che la materia è delicata e che si cammina sui carboni ardenti, alla luce anche dell'ennesimo Mondiale con polemica vinto da Verstappen domenica scorsa.

È paradossale che lo sport dove la velocità è l'elemento distintivo, le decisioni avvengano con una lentezza sesquipedale. Perché quasi un anno dopo non si può punire qualcuno, serve immediatezza e velocità di reazione. Ed è su questi elementi che nasce la polemica e qualcuno la enfatizza, un po' per mascherare i propri insuccessi, un po' per trovare un alibi alle sconfitte. Infatti, in passato abbiamo visto squadre che spendevano il doppio di altre ma non vincevano nulla. Ogni riferimento a Ferrari, Toyota, Mercedes o Jaguar, tanto per citarne alcune, non è casuale.

Segno che i soldi sono importanti, ma serve anche altro. Dire che Red Bull ha vinto solo perché ha speso di più è falso oltre che ingiusto. Di certo il finale a tavolino visto in Giappone, le polemiche sullo sforamento dei costi relativi al 2021 (e non si sa ancora di quanto e che sanzioni verranno applicate) mettono la Federazione e il circo della F.1 sulla sedia degli imputati e chi vuole vederci malafede o presunti giochi occulti, trova terreno fertile per far circolare tutte le congetture possibili.

Come primo anno di limitazione delle spese, gli organi federali hanno riscontrato anomalie in tre squadre: Williams, che ha dato la collaborazione ed è intervenuta, Aston Martin che ha infranto le procedure e Red Bull, due volte campione del mondo, che oltre alle procedure ha speso pure qualcosa in più del consentito.

Quanto di più la Federazione non lo dice, ma sottolinea che è poca cosa. Come dire che è un limite di velocità che hai superato, ma non si dice di quanto e che multa è connessa. Un sistema complicato di gestire le cose che non rende merito a chi come Red Bull ha lavorato bene, a Max Verstappen il cui Mondiale è stato meritato e che getta cattiva luce sul Mondiale e gli investitori che mettono soldi nelle squadre. Adesso speriamo che per il Mondiale 2022 non si debba aspettare ancora un anno prima di sapere cosa sia successo, un minimo di velocità per la federazione che gestisce lo sport più veloce al mondo, è doveroso.

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