F1, Gp Abu Dhabi 2016, Alonso: «Sogno la 24 Ore di Le Mans»

F1, Gp Abu Dhabi 2016, Alonso: «Sogno la 24 Ore di Le Mans»
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Paolo Ciccarone
Fernando Alonso a tutto campo tra passato - i mondiali vinti - presente - la McLaren - e futuro, su cui fornisce un indizio...
25 novembre 2016

ABU DHABI – Adesso qualcuno della Ferrari ci scherza sopra. Ma due anni fa non era così: “Mi sa che Fernando Alonso ci aveva visto giusto e aveva fiutato l’andazzo visto dove siamo…”. Due anni dopo Fernando Alonso è lì che se la ride, anche se non ha vinto il terzo mondiale e la Ferrari continua a stargli davanti in prova e in gara.

No, Alonso ride perché rispetto a 12 mesi fa la sua McLaren ha dato segnali di ripresa e questo era quello che voleva: “Sì, l’anno scorso quando abbiamo finito la stagione qui è stata una delusione totale, la macchina non andava, io mi ero messo in dubbio, i problemi erano tanti e diversi eppure l’anno scorso, su questa pista, abbiamo visto i primi progressi, in curva andavamo bene, perdevamo sul dritto. Insomma, avevamo visto quei miglioramenti che ora si sono concretizzati. In Brasile mi è andata male, ma è anche vero che ho corso per 40 giri con le stesse gomme, sono stato competitivo, ero in zona punti. Dopo 12 mesi il bilancio è buono, certo non siamo competitivi da vincere il mondiale l’anno prossimo, ci manca ancora molto, ma aver preso la strada giusta per me è un bel segnale”.

Ad Abu Dhabi si giocano il mondiale Hamilton e Rosberg, hai preferenze? “no, assolutamente. Penso che abbiano il 50 per cento di probabilità di vincere uno o l’altro, è tutto aperto, per cui per il pubblico sarà un bel finale”. Si parla però di un tuo abbandono dalla F.1, a volte sei critico e lasci la porta in sospeso, si parla di un tuo futuro da altre parti…”Diciamo che fra i miei sogni c’è la 24 ore di Le Mans e le corse di durata, ma non so dire se fra un anno, tre o undici, non dipende da me perché prima ho un altro sogno, vincere il terzo titolo mondiale di F.1 e non so quanto ci vorrà e se riuscirò a realizzarlo. Di sicuro i prototipi rappresentano una bella sfida, tutta diversa da questa della F.1 e Le Mans ha un fascino unico che vorrei vivere da pilota una volta o l’altra, per cui è lì in un cassetto come un sogno che però voglio realizzarlo. Magari vincerla pure, già che ci sono…”.

Quale è stata la tua migliore stagione come pilota in F.1? “Se guardi ai risultati i due mondiali del 2005 e 2006 restano unici, ma se metto tutto insieme sul piatto della bilancia, cioè modo di guidare, lottare con auto inferiore ed errori commessi durante l’anno, posso dire che il 2012 con la Ferrari è stato il mio anno migliore, ho perso il titolo ma avevo una macchina inferiore e sono stato perfetto fino alla fine. Poi ci metto il 2014, partiti con una macchina non competitiva, un disastro, sono salito sul podio e ho fatto dei progressi enormi, una vera faticaccia e poi ci metto al terzo posto questa stagione con la McLaren, non credo e non mi pare di aver fatto errori clamorosi ma siamo riusciti a crescere al meglio seguendo una parabola in crescendo. Ecco, sono queste le tre stagioni migliori della mia carriera”.

Fra i miei sogni c’è la 24 ore di Le Mans e le corse di durata, ma non so dire se fra un anno, tre o undici, non dipende da me perché prima ho un altro sogno, vincere il terzo titolo mondiale di F.1 e non so quanto ci vorrà e se riuscirò a realizzarlo. Di sicuro i prototipi rappresentano una bella sfida, tutta diversa da questa della F.1 e Le Mans ha un fascino unico che vorrei vivere da pilota una volta o l’altra

L’anno prossimo si cambia tutto, auto più difficili e pesanti, cambierà il tuo approccio fisico? “non credo, l’allenamento sarà uguale, magari qualche muscolo sarà più sollecitato ma sarà uguale, quando sei giovane e arrivi in F.1 devi cambiare il tuo approccio fisico, sono auto bestiali e difficili da guidare, ma poi quando ci sei non devi cambiare molto della tua preparazione”. Un punto dolente del 2017? “Ah, saperlo. Forse saranno le gare sul bagnato. In Brasile si è visto di tutto, testacoda in pieno rettilineo come con Raikkonen, cosa mai vista lì da 16 anni a questa parte. La visibilità era scarsa per la pioggia sollevata dalle gomme, l’anno prossimo le coperture saranno ancora più larghe e in caso di pioggia la situazione, per la visibilità, sarà peggiore. Vietare le corse sul bagnato? Non credo accadrà mai, fa parte del rischio della bravura e della storia della F.1 correre sul bagnato, ma se guardo a una GT e all’acqua che solleva vedo che per la F.1 si potrebbe intervenire con poche e semplici mosse per evitarlo o ridurre il problema. Perché l’aderenza c’è, quella che manca è la visibilità e questo aumenta i rischi”.

Button lascia la F.1, come ti sei trovato con lui? “Molto bene è uno veloce, capace, ci siamo divertiti a sfidarci e credo di essermela cavata bene. Ora ci sarà Vandoorne in squadra, ma lui è cresciuto con noi, lo conosco bene e sarà un’altra sfida interessante. Jenson è una grande persona, un gran pilota uno con cui si è amici davvero”. Ron Dennis fuori dalla McLaren dopo oltre 30 anni, cosa ne pensi? “Sono la persona sbagliata cui fare questa domanda, parleranno i fatti e chi di dovere, io non ho commenti da fare”. E della Ferrari che mi dici? “Ciao, vado al briefing, si è fatto tardi, dai salutami tutti so che ho ancora dei tifosi in Italia…”.

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