F1, GP Australia 2019: i verdetti di Melbourne

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Paolo Ciccarone
Alcune considerazioni sullo stato di forma dei team dopo il Gran Premio d'Australia
17 marzo 2019

Una gara non basta per delineare il quadro della stagione ma serve per capire cosa potrebbe accadere o quale sarà lo sviluppo dell'annata per alcuni. Cominciamo dalla Ferrari.

Arrivabene o Binotto, i problemi sono altri

Chi pensava che allontanando Arrivabene dal vertice della Ferrari potessero cambiare le prestazioni, è stato servito. Il team principal ha potere nel coordinare le scelte, dirigere i lavori, ma la macchina in pista va guidata dai piloti e sviluppata dai tecnici. Lo era in passato con Todt al timone, lo è stato con Domenicali e via di questo passo. Per cui dire che Binotto ha fatto peggio di Arrivabene, è sbagliato e ingiusto. La F.1 non è il calcio dove cambiando l'allenatore cambia il modulo di gioco (e non sempre va così). Per cui evitare di fare paragoni e dare la croce (o i meriti) adesso è prematuro. Aspettare fine stagione (o magari prima) prima di aprire bocca.

Ricciardo, un anno di sofferenze

E' partito a razzo, ha beccato un saltello in pieno rettilineo, rottura dell'ala anteriore, rientro ai box e poi il ritiro. Mai in gara, con Hulkenberg che invece è andato a punti, ma ad anni luce dai primi e dalle squadre di riferimento. Come dire che sarà un anno difficile, in quanto Renault non è ancora ai vertici e quindi poche possibilità di mettersi in luce, ma sopratutto non deve patire Hulkenberg, perché qualsiasi speranza di top team per il futuro potrebbe svanire al volo. In F.1 ci si brucia in un lampo. Beccarle da Verstappen ci sta, prenderle anche da uno che da anni frequenta la media classifica no. E quindi per Daniel un anno di sofferenze e di messa a punto della carriera. Unica nota stonata: i colori del casco. Ma si è reso conto di che abbinamenti ha scelto e il design? Contento lui..

Ritiro per Daniel Ricciardo nella sua gara di casa
Ritiro per Daniel Ricciardo nella sua gara di casa

Kubica, un rientro problematico. Con Ocon in attesa

Per Robert Kubica il ritorno in F.1 è stato il coronamento di una bella storia dal punto di vista umano. Purtroppo questa bella favola reggerà lo spazio di qualche GP perché poi bisognerà tirarci fuori qualcosa. La Williams annaspa, non ha soldi (o gli sponsor non pagano...) non ha sviluppo tecnico nè pezzi in casa. Partire ed essere ultimo, dietro al debuttante Russel, ci sta fino a un certo punto. Poi in F.1 le favole finiscono e si traggono le somme. E queste dicono che per salvare la Williams servono quattrini e gli unici che li hanno sono quelli della Mercedes. Russel lo hanno già messo in macchina, Ocon per ora fa il turista ai box ma se Kubica dovesse mostrare sofferenze superiori a quelle già viste, il due più due è dietro l'angolo. Ovvero, Mercedes apre i cordoni della borsa, rileva il team e lo fa diventare lo junior della Stella, ci mette Ocon, ringrazia Kubica (che porta a casa lo stipendio dopo aver scritto una bella pagina da libro Cuore) e tanti saluti a tutti. Ipotesi e voci di box. Per ora.

Leclerc, la dura vita del ferrarista

Quando Charles Leclerc segnava un sesto tempo in prova o un quinto con la Sauber, tutti a celebrare il campione del futuro. Con la Ferrari fa il quinto in prova e in gara e le facce sono da funerale perché una delusione totale. E' cambiato lo scenario e quindi i termini di paragone. Charles dovrà abituarsi a questa mentalità, completamente diversa dal passato e dovrà farlo alla svelta. Inoltre dovrà imparare a sistemare la macchina sullo suo stile, ma renderla veloce. Perché il lavoro che faceva Raikkonen al venerdì per ora non pare si sia visto nè da lui tantomeno da Vettel. Le prime gare saranno di apprendimento, per cui inutile dire che ha deluso o chissà cosa. Ha bisogno di tempo e la Ferrari lo darà senza dubbio. Poi se son rose...

Giovinazzi, deve prendere le misure

Il ri...debutto di Antonio Giovinazzi non è stato del tutto positivo. Rispetto a due anni fa è andato peggio, ma è anche vero che il suo obiettivo nelle prime gare è macinare km e non beccare una vita da Raikkonen. Kimi ha sviluppato bene l'assetto, Antonio ha patito nella qualifica perché non ha saputo trovare la finestra giusta di funzionamento delle gomme e questo lo ha spedito indietro. Con la F.1 di oggi se parti dietro ci rimani. Poco da fare, per cui deve capire al volo come sfruttare le gomme e far tempi in qualifica a quei due o tre decimi da Raikkonen che al momento è il distacco naturale fra i due. La strategia del team non lo ha aiutato, tanto che poi sul finire di stint era lentissimo e con gomme andate. Ha lottato bene e con correttezza con Norris (bravo al debutto, meglio di Sainz senza dubbio) e ha fatto vedere a tutti che non è un tamburo su cui battere. Ovvero, Giovinazzi è un pilota coriaceo, ha grinta e determinazione. Ha fatto bene a difendersi con le unghie. Poi da sistemare la preparazione fisica, perché nelle curve prima del traguardo, con molti G laterali, si vedeva bene la testa andare nella direzione opposta, segno di stanchezza e di preparazione fisica da migliorare.

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