F1, Gp Austria 2016: la fortuna non sorride alla Ferrari

F1, Gp Austria 2016: la fortuna non sorride alla Ferrari
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Paolo Ciccarone
Alla Ferrari non manca il coraggio, ma la fortuna. I limiti della SF16-H, però, si vedono, nel giorno dell'ennesima pole targata Mercedes
2 luglio 2016

ZELTWEG – Mancò la fortuna non il coraggio. Da qualche parte su una lapide della seconda guerra mondiale campeggia questa scritta che si può riportare alle sorti della Ferrari. In Austria è mancata forse la fortuna di riuscire a passare per ultimi sul traguardo di una sessione bagnata e interrotta che ha regalato l’ennesima pole position a Lewis Hamilton. Ma anche se è mancata la fortuna non è mancato il coraggio di provarci e mettere a nudo i limiti di una monoposto che in certe condizioni ha già perso la guerra.

Ebbene sì, col motore nuovo e più potente per Vettel, su un tracciato di poco più di un minuto, i distacchi con le Mercedes sono stati elevati, forse in percentuale superiori a quelli di Baku. E col bagnato e umido i difetti di una monoposto che scalda poco le gomme e ha meno carico aerodinamico, hanno partorito i distacchi abissali delle qualifiche. E nel momento in cui Rosberg si trova a dover partire cinque posti indietro per aver sostituito il cambio dopo l’incidente delle prove del mattino, invece che stare lì a lottare in prima fila con Raikkonen, la rossa si ritrova il finlandese in sesta posizione dietro a Hulkenberg, ottimo terzo, e addirittura Button con una McLaren miracolata dalle condizioni meteo. Come dire che manco a porta libera si riesce a fare rete e mandare la palla dove serve.

Niente da fare, vedremo la gara se riserverà qualche sorpresa che servirebbe a tirare su il morale ai rossi, perché per come si sono messe le cose c’è solo da farsi venire lo scoramento. Vettel è al quarto motore della stagione sui 5 disponibili, come dire che a metà campionato si è giocato tutto il patrimonio, per cui dal Belgio in poi è possibile che partano le penalizzazioni di 10 posti in griglia per le sostituzioni del motore. Anche Hamilton è messo male sotto questo aspetto, ma ha una Mercedes che gli permette di fare qualche risultato mentre Sebastian deve improvvisare e a volte non ci riesce manco.

Col motore nuovo e più potente per Vettel, su un tracciato di poco più di un minuto, i distacchi con le Mercedes sono stati elevati, forse in percentuale superiori a quelli di Baku. E col bagnato e umido i difetti di una monoposto che scalda poco le gomme e ha meno carico aerodinamico, hanno partorito i distacchi abissali delle qualifiche

Raikkonen manca nel momento topico (in Q 3 ha sbagliato la prima frenata andando lungo, poi aveva 6 decimi su Vettel nel T2 e ha sprecato tutto nell’ultimo settore), ma la sua successione appare ancora un dilemma visto che vogliono confermarlo ancora e quindi si pone pure il problema del che fare e con chi. Infine, si intuisce che manca la figura di raccordo fra il dirigente (leggi Arrivabene) e il capo dei tecnici (leggi Allison): mancando chi indirizza le spese e il settore dove spendere, manca l’anello di congiunzione fra una grande squadra e una squadra vincente. Quello che è Paddy Lowe alla Mercedes e che era Ross Brawn alla Ferrari dei tempi d’oro. Poco male, a volte basta un colpo di fortuna per ribaltare tutto.

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