F1, Gp Cina 2016: Ferrari, non ci sono scuse

F1, Gp Cina 2016: Ferrari, non ci sono scuse
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Paolo Ciccarone
La Ferrari anche oggi cerca di trincerarsi dietro la manovra di Kvyat per giustificare il risultato colto. Serve invece un'analisi interna per mettere a frutto gli obiettivi
17 aprile 2016

SHANGAI - Ferrari niente scuse. Inutile trincerarsi dietro alla manovra di Kvyat alla prima curva, che secondo Vettel avrebbe innescato la botta col compagno di squadra Raikkonen. Non è stato quello il motivo del risultato finale. Trovare l’alibi va bene per giustificarsi di fronte al mondo esterno, ma in squadra sanno bene cosa è successo e perché e meno male non ne fanno un dramma. “Non è stata una partenza da Ferrari, imbarazzante direi – ha detto Sergio Marchionne nel dopo gara – ma poi i due piloti hanno recuperato bene e han fatto cose fantastiche. E’ una squadra che cresce, come due bambini discoli che però promettono bene, i piloti ci sono la macchina c’è e sta crescendo”. E con questo punto e a capo.

Ma Vettel, che si è scusato col team e con Kimi “lo avrei fatto anche io” ha sancito Marchionne, ha voluto fare un po’ di cinema col russo poco prima del podio “Sei arrivato a razzo” gli ha detto. “Sono le corse, cosa ti aspettavi?” ha replicato ridendo Daniil. E infatti alla prima curva le due rosse si sono agganciate per caso, mica per volontà, ma entrambi i piloti sono arrivati lunghi alla staccata. Kimi molto largo, quindi avrebbe perso il vantaggio della seconda fila, terzo posto lato pulito della griglia, e Sebastian gli era in scia. Kvyat ha trovato il buco ed è entrato. Poi Vettel ha capito che stava arrivando ed è stato sorpreso. Toccata, botto e riparazioni sono una conseguenza. Stop.”Non dico quello che ho pensato perché scatterebbero i bip di censura” ha detto Arrivabene. Aggiungendo: “Non va mai tutto liscio come dovrebbe, speriamo finisca”.

E fin qui ci può stare. Ma come avevamo scritto in Australia, dopo la prima gara, in cui qualcuno si era trincerato dietro la bandiera rossa “che ci ha fatto perdere la gara” la Ferrari non deve cercare alibi o scuse. E’ una squadra che ha fatto passi in avanti con la macchina, sta tirando al limite e in questi casi è possibile rompere qualcosa (vedi affidabilità, ma in Cina han finito entrambe e anche bene) oppure che i piloti sbaglino qualcosa. Vedi Vettel in prova o Kimi in qualifica ultimo giro. Fa parte del gioco. Ma se ci si nasconde dietro ad episodi casuali, in Australia la bandiera rossa, in Bahrain la cattiva partenza di Kimi o in Cina il sorpasso di Kvyat, non si fa un buon servizio alla Ferrari. Perché a questo punto la colpa è sempre “di Alfredo” come cantava Vasco Rossi e invece occorre guardarsi in casa. Solo così si possono mettere a frutto gli obiettivi, capire gli errori e non ripeterli. Le Mercedes sono davanti, con o senza scuse altrui, viaggiano da paura e il divario rispetto a un anno fa è aumentato.

A questo punto la colpa è sempre “di Alfredo” come cantava Vasco Rossi e invece occorre guardarsi in casa. Solo così si possono mettere a frutto gli obiettivi, capire gli errori e non ripeterli. Le Mercedes sono davanti, con o senza scuse altrui, viaggiano da paura e il divario rispetto a un anno fa è aumentato

Lo abbiamo documentato coi numeri del post Bahrain e oggi, terza gara, c’è qualcuno che dice “io lo avevo detto”. Vabbè, consolatevi così: e dai test di Barcellona a febbraio che questa analisi era ben chiara. In questo caso unica cosa da fare e lavorare per sviluppare la macchina, sperare che le modifiche da portare in Spagna siano sufficienti per ridurre (non annullare, badate bene) il divario con Mercedes e sperare che Hamilton rinvenga togliendo punti a Rosberg. Altrimenti ma abbiamo il sospetto che sia così…) Mercedes vince in carrozza anche questo mondiale mentre a Maranello, tifosi, leccapiedi e piani intermedi (con la complicità di cronisti più o meno servili o comprensivi di cosa accade) troveranno le scuse per giustificare il flop. Che per ora non c’è: la Ferrari ha i numeri, mezzi, piloti e capacità per vincere. Basta non nascondersi dietro alibi o scuse. Perché poi finiscono anche quelle e restano solo le invasioni delle cavallette e la grande carestia…

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