F1, Gp Cina 2016, i Pro e i Contro / III parte

F1, Gp Cina 2016, i Pro e i Contro / III parte
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Paolo Ciccarone
Il nostro inviato ci svela tutte le ultime curiosità dal GP di Cina 2016, terza gara della stagione
17 aprile 2016

Anche Bernie tiene famiglia

Ha 85 anni ma è come se non li avesse. Bernie Ecclestone è arrivato all’ultimo momento a Shangai dopo essere stato nei giorni precedenti in Brasile per risolvere un grave problema familiare. Il fratello dell’ultima moglie, infatti, ha avuto dei problemi seri da risolvere e pertanto Bernie si è dovuto sottoporre alla lunga trasferta intorno al mondo, da Londra a San Paolo e poi in Cina. La questione è piuttosto seria, altrimenti Bernie non si sarebbe mosso, anche perché l’ultima moglie è un noto avvocato brasiliano e certe cose, in un periodo di scandali e tangenti politiche, in un momento caldo per il paese alla vigilia delle olimpiadi, richiede la massima discrezione e tatto. CONTRO

Monza tutta la vita

Nei giorni del GP si è visto come non funzionano i commissari cinesi. Anche se sono ormai 12 anni che ospitano la F.1, quando si tratta di intervenire per togliere detriti o spostare macchine, sono lenti e lunghi da paura. Tanto che per spostare un alettone di Hamilton perso in gara han dovuto fare 4 giri dietro alla safety car, non parliamo della mezz’ora di sospensione al sabato per rimuovere la Manor incidentata al primo giro di qualifica e il trattore lasciato in piena traiettoria all’ingresso dei box coi commissari che beatamente se la ridevano. Un pressappochismo da paura e situazioni pericolose che la morte di Bianchi non ha sanato. E per chi si lamenta di Monza, meglio ricordare che i nostri commissari spostano e rimettono in sesto le auto in pochissimo tempo e gli esempi non mancano. Se la FIA volesse fare una cosa seria, dovrebbe assumerli in pianta stabile per tutto il mondiale. PRO

La Superbike porta sfiga

I problemi di Monza sono cominciati qualche anno fa in seguito a una gara superbike e le famose bolle nell’asfalto alla parabolica. Ora i problemi del rinnovo del contratto sono sorti dopo le modifiche al tracciato per ospitare la superbike a Monza. Fra dirigenti indagati, elezioni, inchieste e polemiche, non è che sia la superbike a portare sfiga a Monza e ai dirigenti brianzoli? CONTRO

Red Bull ha le ali

E’ bastato vedere come è partito Ricciardo (gomme supersoft invece che le soft di Rosberg però) o il podio di Kvyat, fatto sta che la squadra di Horner ha mostrato ancora come si fa una monoposto. Qualcuno aveva preso in giro Helmut Marko quando diceva che avevano il miglior telaio della F.1, in gara si è visto che aveva ragione e che con un motore che perde 6-7 decimi rispetto ai rivali, i bibitari son sempre lì a dare fastidio. Bravi, gran lavoro e due piloti tosti e simpatici. PRO

Il russo a Montecarlo

Dopo aver vissuto per anni a Roma appena arrivato in F.1 Daniil Kvyat si è trasferito a Lugano, dove ha perso mesi per completare il trasloco e sistemare casa. Poi, una volta finito tutto, ha preso casa a Fontveille a Montecarlo e si è trasferito lì, ci vorranno altri mesi per completare l’arredamento, ma ormai è fatta. Ogni tanto Daniil lo beccavi in centro a Milano per locali o a fare compere, ora a Montecarlo gode di più discrezione e può confondersi coi milionari russi che affollano la costa azzurra. PRO

Il Vettel furioso

Ha fatto discutere la romanzina che Vettel ha fatto a Kvyat dopo la gara poco prima di salire sul podio. Il tedesco ha accusato il russo di essere arrivato come un razzo alla prima curva e di averlo costretto a toccare Kimi. Più che una accusa a Kvyat è sembrato un modo per giustificare se stesso dal patatrac che Marchionne ha definito imbarazzante. E infatti fra compagni di squadra non è bello quando accadono queste cose. C’è da dire che Vettel e Kimi sono andati vicini spesso in questo ultimo anno e mezzo ma in Cina è accaduto. Non è una novità in F.1 e non sarà la fine del mondo, visto anche che Vettel con Webber alla Red Bull in un GP di Turchia ne ha combinata una peggiore, ma va bene così, non sarebbero piloti da corsa (e restando alla Ferrari chi si è dimenticato Lauda e Regazzoni negli anni 70? ) per cui nulla di grave.

Quello che però dà fastidio è che qualcuno ha preso subito le difese del tedesco, ha sparato a zero su Kvyat senza guardare al fatto che la Red Bull è arrivata dove c’era spazio, non ha toccato nessuno, era in traiettoria giusta e non ha ostacolato alcun che. Quindi dare addosso al ragazzino è sbagliato, ma fra piloti certe cose hanno un altro significato. Si tratta di guerra psicologica, cioè intanto ti faccio casino, anche se so che non hai fatto nulla, così la prossima volta che ci troviamo in zona ci pensi due volte prima di fare danni. E’ un biglietto da visita che tutti, dalla F.3 in poi, presentano in campionato, al punto che molti sapevano che se c’era Mansell o Senna alle spalle sarebbero passati comunque, e quindi non facevano ostruzione. Mentre con altri piloti, più attenti (vedi Prost) anche l’ultimo doppiato si sentiva sicuro che Alain non avrebbe fatto danni e sarebbe stato dietro. Più che lamentarsi di Kvyat, quindi, Vettel si è lamentato con se stesso per aver lasciato aperto il portone e farsi beffare. Poi la romanzina ci sta per mettere le mani avanti. Per non doverle mettere dietro domani… PRO

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