F1, Gp Germania 2016: Ferrari, bisogna stringere i denti

F1, Gp Germania 2016: Ferrari, bisogna stringere i denti
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Paolo Ciccarone
In casa Ferrari Vettel e Raikkonen spingono al massimo, ma il progetto della SF16-H, inizialmente apparso buono, non ha dato i frutti sperati
31 luglio 2016

HOCKENHEIM – Adesso mettetevi nei panni di Maurizio Arrivabene, responsabile della Ferrari, che dopo l’ennesimo risultato sotto le aspettative deve rispondere alle domande dei tifosi, che spesso vengono translate dai giornalisti. Siccome Sergio Marchionne ha chiesto una pacca sulla spalla, nessuno andrà mai da Maurizio a chiedergli: “Che cavolo state combinando, non vi vergognate?” sarebbe troppo duro e diretto. E allora la domanda cerca sempre un lato positivo, della serie fra poco si va in vacanza, farete i compiti a casa, oppure soddisfatti del piazzamento visto come è andata la giornata? E la risposta sarà per forza di cose pungente, perché non c’è niente da dire o da fare in poco tempo.

Non ci si inventa nulla, i valori in campo sono quelli e nessuno sa se a Maranello hanno deciso o meno di sospendere lo sviluppo pensando al prossimo anno, e quindi il resto della stagione sarà un disastro, oppure hanno qualche soldo da spendere ma in cosa non si sa visto che sul motore non si può lavorare, sull’aerodinamica lo spazio è quello che è restano le messe a punto e i piloti, ma si è visto che Kimi e Sebastian ci danno dentro, non hanno sbagliato nulla stavolta, ma più di così non ci tirano fuori dalla macchina. Forse non hanno dato indicazioni giuste sullo sviluppo, d’altronde Alonso era una pippa, lo sapevano tutti che si metteva a posto la macchina per conto suo e Raikkonen la pativa. Oggi no, Kimi è davanti a Vettel in classifica, ci mette del suo, ma la coppia va sempre più indietro. E allora, come diceva Alonso e veniva preso a pernacchie, non è il pilota che fa la macchina, lui la deve portare al limite.

Ergo, c’è qualcosa nel sistema di lavoro della Ferrari che fa perdere per strada lo sviluppo durante la stagione. Se sono i piloti, allora erano sbagliati quelli di prima e sono sbagliati quelli di adesso. Se invece è una questione tecnica, va cambiato qualcosa sperando che sia quella giusta. E di sicuro non sarà cambiando Maurizio Arrivabene che cambieranno le cose, non sarà lui a fare la macchina come non la faceva Domenicali. “Non so cosa succederà sul finire di stagione, se miglioreremo o andrà sempre peggio, posso solo dire che ce la metterò tutta per fare il mio meglio” ha detto uno sconsolato Raikkonen. Poverino, lui e Seb, più di così non possono fare, la squadra più di così non può dare. Sono tutti tirati al massimo, dare la colpa a questo (Allison) o a quello cambia gran poco.

La realtà è che il progetto sembrava buono, qualcuno ha illuso Marchionne che si è allargato con dichiarazioni ottimistiche, salvo poi scoprire che non era così e ha voluto vederci chiaro, scavalcando Arrivabene, parlando direttamente coi tecnici e cercando di capire chi, fra gli elementi a disposizione, potesse dare una mano a migliorare

La realtà è che il progetto sembrava buono, qualcuno ha illuso Marchionne che si è allargato con dichiarazioni ottimistiche, salvo poi scoprire che non era così e ha voluto vederci chiaro, scavalcando Arrivabene, parlando direttamente coi tecnici e cercando di capire chi, fra gli elementi a disposizione, potesse dare una mano a migliorare. Uscito Allison, è uscito il progettista della vettura. Non è che via lui gli altri non sanno dove mettere le mani, la realtà è che più di così non ci tiri fuori niente. E in F.1 non ti inventi miracoli in una settimana, almeno non oggi. Per cui stringere i denti e sopportare. Facendo magari meno domande ad Arrivabene che non sa più cosa rispondere per salvare la faccia e la squadra.

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