F1, GP Giappone 2015: le pagelle di Suzuka

F1, GP Giappone 2015: le pagelle di Suzuka
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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
Lewis Hamilton si aggiudica il Gran Premio del Giappone, allungando in classifica iridata. Voti positivi anche per Vettel, Raikkonen e Hulkenberg. Alonso show nella patria di Honda
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
28 settembre 2015

Appena rimesse le ruote su una pista normale - anzi straordinaria per bellezza del tracciato, ma questo è un altro discorso - le Mercedes hanno ripreso a volare, o per lo meno Hamilton, che alla prima curva ha gentilmente accompagnato il compagno di squadra all'esterno e si è involato verso la vittoria. Una manovra dura ma tecnicamente corretta, quella dell'inglese, un gesto da campione, non tanto per la difficoltà nel compierla (ok, ci avesse provato Maldonado staremmo ancora a raccogliere i pezzi...) ma per la decisione e l'accettazione del rischio che comporta. Certo, non è stato un gesto simpatico, ma i campionissimi non sono mai simpatici quando abbassano la visiera. Voto 9 quindi a Hamilton, che campione lo è già e lo sarà per la terza volta tra poche settimane.


Voto 6 a Rosberg, che prende la sufficienza solo per la pole - un po' fortunosa causa conclusione anticipata delle Q3 - perché per il resto è ancora notte fonda, anche se si è corso di giorno: al via parte maluccio, alla prima curva subisce la determinazione dell'inglese, poi risale fino al 2° posto nel gioco dei pit stop ma senza mai un acuto, mai una manovra per esaltare ed esaltarsi. Disperso.
Ancora una volta presente sul podio, invece, Vettel: come sempre l'inglese fa tutto quello che può, anche se rimane il dubbio, per sua stessa ammissione, che con qualche rischio in più avrebbe potuto cogliere anche un 2° posto. Il rendimento del tedesco, in ogni caso, rimane esemplare. Voto 8,5, impeccabile.

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Con il successo di domenica, Lewis Hamilton eguaglia Ayrton Senna per numero di GP vinti


Buona, finalmente, anche la prova di Raikkonen, risalito fino al 4° posto con una gara tutta giocata sul ritmo, che poi è da sempre la specialità del finlandese: peccato solo che il rendimento rimanga ben lontano da quello di Vettel. In Ferrari però hanno poco da lamentarsi, perché a volte privilegiare l'armonia interna significa dover correre con un'auto e mezza, ma questo si sa. Voto 7 di incoraggiamento.
Curiosamente, stesso voto e stessa motivazione - voto 7 di incoraggiamento - anche a Bottas, che appare un po' smarrito rispetto al pilota che faceva faville lo scorso anno, però il giovane finlandese è stato davanti a Massa in qualifica e ha portato a casa ancora una volta punti pesanti, e a sua discolpa va detto che nemmeno la Williams è quella dello scorso anno, quindi va bene così.


Arrivando alle sue spalle, Hulkenberg ha compiuto un mezzo capolavoro, risalendo con la Force India dopo la ridicola penalizzazione inflittagli a Singapore per il contatto con Massa: poco male, il tedesco ha rimontato con caparbietà tutti quelli con monoposto "terrestri". Ancora una volta una piccola grande impresa, e ancora una volta probabilmente nessuno se lo è filato nei box dei "big", ma per noi il voto 9 ci sta tutto.

Voto 8 a Verstappen, partito nelle retrovie per un'avaria in Q1 e una penalizzazione subita per parcheggio errato (del resto l'olandese non ha ancora la patente) e risalito come una furia nonostante il motore Renault in debito di cavalli


Senza hospitality, ma con una monoposto apparsa molto più a suo agio rispetto alle gare precedenti, Grosjean (voto 7,5) e Maldonado (voto 7) hanno portato a casa un po' di punticini che smuovono la classifica e il morale, in attesa della rivoluzione societaria annunciata ma non ancora concretizzata da parte di Renault. Comunque bravi a crederci.


Voto 8 a Verstappen, partito nelle retrovie per un'avaria in Q1 e una penalizzazione subita per parcheggio errato (del resto l'olandese non ha ancora la patente) e risalito come una furia nonostante il motore Renault in debito di cavalli, materia pregiata e molto utile a Suzuka. Ancora una volta il minorenne terribile del paddock ha mostrato tanta grinta, ma anche la capacità di portare a termine i sorpassi in modo millimetrico. Impressionante. Unica nota stonata: nel finale sorpassa Sainz quando il team aveva "consigliato" ai piloti di non ingarellarsi tra loro e con questa sono due disobbedienze su due, forse è il caso che la prossima volta dia retta al muretto, anche perché quello che doveva dimostrare l'hanno già capito tutti da un pezzo.

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Rosberg, nonostante la Pole, ha alzato bandiera bianca alla partenza, in virtù di un sorpasso magistrale di Hamilton
 

Voto 6 a Sainz, che avrebbe concluso davanti a Verstappen se non fosse stato per la disobbedienza del compagno di squadra e uno sciocco errore in ingresso ai pit stop, quando ha disintegrato il musetto contro un conto delimitatore. Cose che capitano, ma che non dovrebbero accadere. Per il resto, però, la solita gara concreta anche da parte dello spagnolo.


Finisce subito fuori dai punti, e stavolta anche fuori da ogni grazia di DioAlonso che in Giappone, sulla pista della Honda, davanti al presidente della medesima Honda, fa notare via radio che il motore - ovviamente Honda - alle sue spalle sembra prelevato da una GP2 (ma avrebbe potuto dire anche da un furgone del latte). Conoscendo il proverbiale orgoglio nipponico possiamo immaginare come sia stata presa questa uscita, ma la verità è che in Honda devono pensare un po' meno a scaricare le colpe (come stanno tentando da tempo di fare sulla McLaren) e un po' più a migliorare, anzi rifare, un progetto sbagliatissimo. Lo spagnolo ha perso la pazienza, ma conoscendo è stato bravo ad aspettare fino a fine settembre. Voto 8 per il tempismo.


Voto 10, invece, ai meccanici della Ferrari, capaci di effettuare il pit stop a Raikkonen in soli 1,85 secondi: nuovo record mondiale che fa capire quanto straordinari siano i meccanici di rosso vestiti.

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