F1, Gp Giappone 2016: voli costosi, gite e tutte le altre news

F1, Gp Giappone 2016: voli costosi, gite e tutte le altre news
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Paolo Ciccarone
Tutte le ultime news dal paddock di Suzuka direttamente dal nostro inviato in Giappone, Paolo Ciccarone
7 ottobre 2016

FOM Airlines per i voli F.1… Cara e conveniente?

Come già accaduto fra Canada e Baku anche fra Malesia e Giappone la FOM, la società che gestisce la F.1, ha organizzato i trasferimenti fra un GP e l’altro. L’organizzazione ha noleggiato tre aerei charter dalla Korean Air (erano tutti Boing 777-300) per trasferire il personale da Kuala Lumpur a Nagoya, la città più vicina a Suzuka. Il tutto è stato organizzato in maniera teutonica, ovvero alle 9,45 del lunedì mattina post Malesia il primo gruppo per sistemare i box, poi alle 12 il secondo turno e alle 15 il terzo volo. Tutte le squadre hanno aderito (in modo obbligatorio si può dire…) e hanno riempito i voli. Per l’assegnazione dei posti poco da fare, era in automatico per cui prendevi quello che ti avevano riservato se eri di Ferrari, Renault etc (i rossi erano seduti davanti, merito della classifica?).

Il problema nasce dal fatto che da Kuala a Nagoya ci sono anche voli di linea, operati da Japan Airlines e da Air Asia, il cui costo varia dai 400 euro della economica ai 2 mila euro della business class. Ebbene, si è saputo che i team sono stati costretti a pagare, per il trasferimento da Montreal a Baku, la bellezza di circa 6500 euro a persona! Se fate il conto che una prima classe sarebbe costata meno di 2500, il dubbio che qualcosa non torni è presto fatto. Va bene che si tratta di voli charter, ma vi immaginate nel budget di una scuderia mettere a bilancio 6500 euro a persona per 50 meccanici 30 del marketing e 20 operativi vari per una sola trasferta quando invece le opzioni di linea costano molto meno? In una azienda normale qualcuno sarebbe saltato per aria nei reparti amministrativi, in F.1 pare tutto normale e che non se ne possa fare a meno. E questo forse spiega anche il perché di certi calendari assurdi, con trasferte vicine come data ma lontane come distanze. Il materiale, invece, è arrivato con altri tre Jumbo 747-800 cargo come al solito. Domenica notte caricati, lunedì partiti, martedì già montati a Suzuka.

Ferraristi in gita ai templi di Kyoto

In Giappone Kyoto era la vecchia capitale dell’ovest, sostituita poi da Tokyo, capitale dell’est (le due sigle invertite lo indicano apposta: Kyo-To e To-Kyo tanto per svelare un piccolo mistero locale). La vecchia zona dei templi è famosa anche per quello dalle foglie d’oro, una pagoda completamente ricoperta da sottilissime preziose e ricchissime scaglie di vero oro che sorge al centro di un laghetto con altri templi attorno. Un gruppo di ferraristi ha programmato il noleggio di una vettura e la visita in loco dei monumenti. La città dista circa un’ora e 40 minuti da Suzuka, per cui nel giorno libero da impegni era una meta da non perdere, così come gli altri templi della zona davvero molto spettacolari. Visto come vanno le cose a Maranello forse era meglio portare in meditazione tutta la squadra, Vettel compreso, così per ritrovare l’equilibrio…

Vettel come Fonzie, non sbaglia mai

Dopo la disastrosa partenza di Sepang, ha stupito l’analisi di Vettel che dice di non aver sbagliato nulla ma che fosse tutto sotto controllo, avrebbe fatto la curva senza problemi. Quindi colpa di Rosberg che doveva sterzare (anche se poi Sebastian ha ammesso di avergli telefonato scusandosi, ma non poteva farlo subito andando al box?). L’atteggiamento ricorda molto quello di Schumacher, che anche a Jerez nel 97 con Villeneuve, non volle scusarsi per quanto commesso. Insomma, la sindrome di Fonzie, che nel dire mi dispiace si bloccava, ha colpito anche Vettel…

Suzuka sempre irraggiungibile

Passano gli anni ma non cambia l’avventura per andare a Suzuka. Il tracciato della Honda sorge vicino a Shiroko, centro di piccole dimensioni con la stazione del treno. Per arrivare fin qui le scelte sono poche. L’aeroporto più vicino è a Nagoya, ma da qualche anno il nuovo terminal è stato costruito su un’isola artificiale, come quello di Osaka, per cui se arrivi in aeroporto devi prendere un battello che ti porti sulla terra ferma poi prendere un treno, arrivare a Shiroko e poi un taxi per il circuito. Gli hotel per la stampa sono più o meno tutti in zona, chi è finito a Tsu, poco più a nord, altri a Yoccaichi, poco più a sud e meta preferita in quanto è una cittadina più grande rispetto a Tsu. Una volta prese le misure coi mezzi di trasporto (tanto che pure Alonso e Vettel si sono spostati coi treni e le metropolitane) non è difficile arrivare a destinazione. Stancante e faticoso, sì, ma in qualche modo ci si arriva. Il momento più bello? Quando te ne vai e torni a casa…

Da Moto.it

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