F1, GP Italia 2017: storie di uomini speciali a Monza

F1, GP Italia 2017: storie di uomini speciali a Monza
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Paolo Ciccarone
Storie di uomini comuni ma straordinari legati al Gran Premio di Monza
3 settembre 2017

Il cappellino rosso in mano è quello che Fernando Alonso gli regalò l'ultima volta che corse a Monza con la Ferrari. Lello se lo rigira da una mano all'altra, nervosamente in fila, aspettando che si aprano i cancelli per la sessione di autografi, perché anche se Alonso adesso corre con la McLaren Honda, quel ricordo del GP d'Italia del 2014 deve essere firmato. Lello non è un tifoso qualunque, si chiama Soncini di cognome, arriva da Crema e ha 84 anni, ex commissario tecnico all'autodromo di Monza fino al 2014, quando in deroga alle norme che prevedono un limite di 75 anni, Lello era ancora in pista a fare il suo dovere: "La mia è una storia che comincia nel 1967, da pilota delle formuline - dice Lello - poi ho smesso perché con 380 mila lire al mese di stipendio da insegnante non potevo spendere 80 mila lire di gomme ad ogni gara, non potevo più permettermelo con la famiglia da mantenere. E allora son diventato commissario. Un modo per vivere ancora la passione". Ma perché quel cappellino in mano? "Era l'ultima corsa di Alonso con la Ferrari, un pilota che amo perché per me è il migliore. Glielo chiedo al giovedì. Non succede nulla, venerdì non consegna niente. Sabato nemmeno, mi dico vabbè è andata. Invece domenica, tuta e casco addosso, mentre sta per entrare in pista con la sua Ferrari, si ferma davanti alla mia postazione, tira fuori il cappellino e mi fa: Lello non mi sono dimenticato, passa dopo che te lo firmo. Ecco, sono passati tre anni ma la firma con dedica adesso è qua...". Ma il regalo più bello è la casacca da commissario tecnico onorario che i tecnici della FIA gli hanno consegnato a Monza che Lello indossa con orgoglio.

50 anni di orgoglio CEA

Fra i vari compleanni ce ne era uno importante, i 50 anni della CEA, la società che cura i servizi anti incendio in pista e come regalo hanno ricevuto una Lamborghini Huracan coi colori nazionali e il logo CEA che in pista è stata guidata dal collaudatore della Casa, Fasanetto, che ha calcato le griglie di F.1 per la prima volta in vista sua anche se in veste particolare. Indossa con orgoglio i colori della CEA il grande capo, Rossella Amadesi, la leonessa a capo dei pompieri della CEA, il primo servizio antiincendio al mondo, indossa per celebrare i 50 anni della sua struttura, creata dal padre (fabbricante di sistemi estinguenti) che nello sfogare la passione per le corse ha dato una svolta alla sicurezza negli autodromi: "Mio padre ha cominciato, io e mia sorella proseguiamo. Ci chiamano i Leoni della CEA, ci gettiamo fra le fiamme con coraggio, eravamo partiti da Medicina, vicino a Bologna, con passione, oggi siamo una struttura fissa con 130 dipendenti e centinaia di volontari. A Monza siamo in 200, 150 in pista il resto di supporto". Per celebrare i 50 anni di una struttura unica, che ha insegnato al mondo la lotta al fuoco negli autodromi, Domenicali, presidente Lamborghini, ha donato una Huracan modificata apposta che sarà al seguito del gruppo F.1 al via della gara. Una passione, un amore e una dedizione al lavoro che nel 2000 costò la vita a Paolo Gislimberti, il commissario ucciso da una ruota persa in una carambola al via del GP. Una passione pagata cara, visto che i ragazzi della CEA al massimo prendono 50 euro al giorno di rimborso spese. Anche questa è Monza, anche questa è una eccellenza italiana che merita rispetto.

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