F1, Gp Malesia 2016: Ferrari, e se la differenza stesse nel manico?

F1, Gp Malesia 2016: Ferrari, e se la differenza stesse nel manico?
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Paolo Ciccarone
Qual è il vero motivo della superiorità della Red Bull sulla Ferrari? Il nostro inviato indaga
1 ottobre 2016

Facce dimesse, voci soffuse, occhi bassi. Ormai il dopo prove e il dopo gara nei box della Ferrari si svolge secondo questo triste copione. Con le Mercedes che volano al solito, le due Red Bull di Verstappen e Ricciardo subito dietro ma ben davanti alle due Ferrari, sorgono due interrogativi.

Il primo, come mai tutte le volte che la Ferrari porta una modifica tecnica in pista, poi non funziona. E’ successo venerdì con la bat-ala inferiore che dopo i test è stata scartata. Succedeva prima, quando Tombazis e compagnia imperavano e succedeva anche con Allison, succede ancora che nessuno di questi è più a Maranello. Cambiano i nomi, passano gli anni e i piloti, ma non cambia la sostanza. Non abbiamo risposte, facile che non le abbiano anche a Maranello. Altrimenti avrebbero già provveduto, sarebbe folle pensare il contrario.

Secondo punto, e qua lanciamo una provocazione che a qualcuno non andrà giù: è la Red Bull che è migliore della Ferrari o sono i piloti Red Bull migliori di quelli Ferrari? Partiamo dal motore, quello di Maranello è superiore al Renault, quindi un punto a vantaggio dei rossi. Aerodinamica: fra ali flessibili, fondi che strisciano e assetti cabrati (diciamo rake, fa più figo col linguaggio di certi blogger) più o meno simili, alla fine le differenze non sono enormi. Poca roba, a guardare i cronologici e le velocità a volte le Ferrari sono davanti. Poi vedi la classifica e spunta il duo dei bibitari.

E allora il dubbio viene. Perché se Vettel che doveva fare sfracelli si becca due o tre decimi da Raikkonen, che è in disarmo da qualche tempo, vuol dire che così irresistibile Sebastian non lo è. Va forte con una macchina giusta, quando parte davanti e può gestire. Se deve inseguire, va in crisi. Lo stesso se deve farsi carico di un team. Alla Red Bull il lavoro di messa a punto lo faceva Mark Webber, lo dicono tutti adesso, Sebastian sfruttava le cose e vinceva alla grande. Con Ricciardo sono cominciati i guai ma il passaggio a Maranello ha impedito di verificare il confronto a lungo termine. Di sicuro Daniel ha suonato Vettel tre vittorie a zero e non è che il team fosse contro Sebastian…

Passiamo a Verstappen. Starà antipatico, presuntuoso, arrogante, ditegli di tutto (poverino, venerdì è pure svenuto scendendo dalla macchina perché disidratato…) ma quando c’è da menare le mani lo fa alla grande. Contro Raikkonen ha sempre vinto i duelli, e non è che avesse per le mani una macchina superiore. Lo ha fatto in Spagna per 20 giri, vincendo, lo ha fatto da altre parti, anche andando oltre il limite in maniera spudorata. Ma è lì che le suona a Ricciardo. E tutti e due stanno davanti alle Ferrari.

Siamo sicuri che a Maranello, una volta fatto il compitino di stare davanti al compagno di squadra, si sia fatto il massimo? Qualche dubbio, anche fra i tifosi, comincia a serpeggiare. E noi lo rilanciamo certi di creare polemica ma di dare una scossa e far cadere alibi di comodo

Ecco, la provocazione sta proprio in questa considerazione: Kimi e Sebastian hanno già vinto dei mondiali, se va male qualcosa non è colpa loro. Daniel e Max non hanno vinto nulla e hanno fame. Quindi ci danno dentro da matti. Siamo sicuri che a Maranello, una volta fatto il compitino di stare davanti al compagno di squadra, si sia fatto il massimo? Qualche dubbio, anche fra i tifosi, comincia a serpeggiare. E noi lo rilanciamo certi di creare polemica ma di dare una scossa e far cadere alibi di comodo.

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