F1, Gp Messico 2016: finale al cardiopalma

F1, Gp Messico 2016: finale al cardiopalma
Pubblicità
Paolo Ciccarone
Finale al cardiopalma in Messico, con la bagarre Vettel-Verstappen e conseguente penalità per l'olandese. Hamilton si impone su Rosberg, che forse dovrebbe essere meno riflessivo
30 ottobre 2016

MEXICO CITY – Se dei gamberi si toglie la testa e la coda e ci si gode quello che sta in mezzo, di questa F.1 si fa esattamente il contrario, si tiene la testa, cioè la partenza, e la coda, cioè il finale e poi si butta tutto quello che c’è in mezzo. Lo spettacolo messicano si riassume in questo concetto. Al via Hamilton prende il comando su Rosberg con Verstappen e Ricciardo dietro. Poi dopo una lunga serie di giri inutili dove però ci hanno dato dentro tutti allo spasimo, gli ultimi giri sono stati da cardiopalma.

Hamilton sempre davanti a Rosberg, che limita la sconfitta e porta a casa i punti per sognare ancora, Vettel che sfrutta una strategia aggressiva della Ferrari che lo ha tenuto in pista con le gomme soft per una trentina di giri, Ricciardo che dopo aver cambiato le gomme una seconda volta in rimonta col risultato che a 4 giri dalla fine erano in tre a suonarsele di santa ragione. Verstappen terzo, ma in crisi di gomme, Vettel quarto con gomme fresche, Ricciardo quinto con gomme soft e velocissimo.

Attacco della Ferrari a tre giri dalla fine, Verstappen che va lungo e taglia la chicane ma non rende la posizione alla rossa, il suo team lo avvisa via radio ma Max non ci sente e tiene botta, Ricciardo che ne approfitta e tenta un attacco disperato su Vettel toccandolo ma senza guadagnare la posizione, poi le polemiche via radio, con Vettel che smoccola e tira parolacce che manco uno scaricatore di porto a Genova e zone limitrofe, Verstappen che non dà la posizione, dal muretto dei box Ferrari Arrivabene che è imbestialito e chiede giustizia e poi l’arrivo.

Hamilton che vince la 51 gara della carriera, Rosberg gli arriva dietro e conserva 19 punti di vantaggio a due gare dalla fine e Verstappen che sale nella saletta podio. Ma arriva la doccia fredda, i commissari lo penalizzano di 5 secondi per aver guadagnato nel taglio della curva, Vettel diventa terzo e il suo team festeggia, visto che da Monza, 4 settembre, non saliva sul podio e finalmente Arrivabene che esulta con un filo di voce: “Se non gli avessero ridato la posizione avremmo fatto reclamo, poi stavolta la strategia l’abbiamo azzeccata anche noi” e via coi festeggiamenti sotto al podio con Verstappen che saluta Lewis e Nico che, stupiti, gli chiedono cosa è successo.

Morale del GP: Hamilton doveva vincere, e lo ha fatto. Rosberg doveva arrivare dietro e lo ha fatto. La Ferrari doveva ritrovare la strada del podio e in qualche modo c’è riuscita. Che siano cambiato i valori in campo, non è vero. La storia è e rimane sempre la stessa

Morale del GP: Hamilton doveva vincere, e lo ha fatto. Rosberg doveva arrivare dietro e lo ha fatto. La Ferrari doveva ritrovare la strada del podio e in qualche modo c’è riuscita. Che siano cambiato i valori in campo, non è vero. La storia è e rimane sempre la stessa. Di sicuro c’è che la Mercedes ha vinto 17 gare in una stagione e questo record rischia di essere battuto nelle prossime due corse, la Ferrari aveva bisogno di ritrovare morale, dopo la crisi di rapporto con Vettel, per cui questo piazzamento serve a rimettere in pace gli animi.

Mentre per Verstappen, dopo averlo temuto in partenza (Mercedes in particolare) dopo averlo criticato per come guida, alla prima occasione gli hanno tirato le orecchie. Peccato perché dal punto di vista sportivo non aveva fatto che il suo dovere: aveva spinto al massimo. Forse troppo. E stavolta è andata così. Fra due settimane, in Brasile, Rosberg potrebbe vincere il mondiale, sempre che la smetta di pensarci troppo su altrimenti rischia di farsi beffare da Lewis e dopo una stagione come questa sarebbe davvero un peccato.

Pubblicità