F1, GP Monaco 2018: Ferrari, occhio alla Red Bull

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Paolo Ciccarone
La Red Bull sembra avere le carte per potersi inserire nella lotta per il mondiale
27 maggio 2018

MONTECARLO - Quando ti qualifichi in un minuti e 10 secondi e spiccioli e poi in gara giri 10 secondi più piano con le gomme più morbide e quelli dietro vanno due secondi più veloci di te con le gomme più dure, alzi la mano chi ci capisce qualcosa. Eppure è stato il succo del GP di Monaco. Davanti Ricciardo era in crisi e ha controllato la gara impostando un ritmo, lento, al quale hanno dovuto adeguarsi dietro e visto che c'era da fare solo un pit stop, tutti attenti (almeno i primi 4) a non strapazzarle troppo. Mentre chi era dietro, da Bottas in giù, pur usando gomme più dure, poteva girare più forte.

E' in questo controsenso apparente che si è dipanata la corsa, con 78 giri di anonimi sbadigli con l'eccezione di Verstappen e dei suoi sorpassi. Per la Ferrari partire seconda e quarta e concludere nello stesso ordine con Vettel e Raikkonen è stato positivo. Per la semplice ragione che a Monaco non si passa, inutile rischiare incidenti che non portano a niente per cui meglio controllare. "Bilancio tutto sommato positivo" dicono a Maranello, e dopo il GP di Barcellona, c'è poco da aggiungere.

Come da previsione, con una macchina a passo più lungo rispetto all'anno scorso, vincere rispetto alle Red Bull è stato impossibile. Però conta essere arrivati in fondo, anche se sul finire, con la safety car virtuale e Vettel ad appena 1 secondo da Ricciardo è successo qualcosa: "Siamo ripartiti con Vandoorne che era appena uscito dai box, non si poteva sorpassare e me lo sono trovato davanti fra me e Ricciardo. Lui aveva le gomme hypersoft ultra morbide, io avevo 50 giri sul groppone, quando ho visto che non si riusciva a passare, a quel punto meglio controllare Hamilton e conservare il secondo posto" ha concluso Vettel.

Dallo stato di forma della monoposto, più che un duello Ferrari Mercedes forse è il caso di preoccuparsi anche dei bibitari, come li chiamano, perché solo per un motore Renault meno potente di Ferrari e Mercedes sono indietro, altrimenti...

E fra chi ha controllato ci mettiamo anche l'inglese, col bilancio finale di Toto Wolff: "Dovevamo limitare i danni su una pista che non era ottimale per noi, ci siamo riusciti, abbiamo patito un po' con il consumo delle gomme e rallentato, ma in Canada torneremo a combattere per la vittoria". E con questo sono quasi tutti felici e contenti. La Mercedes che continua a comandare le due classifiche iridate, con Hamilton che ha 110 punti contro i 96 di Vettel, la Red Bull perché dopo il patatrack di Baku con due macchine potenzialmente vincenti hanno recuperato dei punti. E dallo stato di forma della monoposto, più che un duello Ferrari Mercedes forse è il caso di preoccuparsi anche dei bibitari, come li chiamano, perché solo per un motore Renault meno potente di Ferrari e Mercedes sono indietro, altrimenti...

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