F1, GP Russia 2019: Ferrari, quante incongruenze a Sochi

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Paolo Ciccarone
L’analisi della gara e delle scelte della Ferrari nel GP di Russia 2019 del nostro inviato F1, Paolo Ciccarone
29 settembre 2019

SOCHI - Difficile trovare un senso alle cose che un senso non ce l'hanno. Prendi la Ferrari in Russia. Che senso aveva ripetere per radio nelle prime fasi di gara ai due piloti, di scambiarsi le posizioni? Leclerc al via era stato superato da Vettel e secondo la teoria, avendo dato la scia al compagno di squadra, meritava di tornare in testa. Finora non si era ancora visto nè sentito di un diritto divino di cedere la posizione perché l'altro pilota aveva preso la scia. E se fosse stato Hamilton a superare Leclerc alla prima curva, gli chiedevano di rendere il favore?

Prima incongruenza difficile da spiegare a meno non ci fossero ordini precisi in precedenza: "Sinceramente non ho capito" ha detto alquanto stizzito Vettel. "Forse non siamo stati molto chiari coi nostri piloti e visto che ascoltate le conversazioni radio forse diremo di non parlare molto in futuro" ha sancito a mò di battuta Mattia Binotto nelle analisi post GP. Quindi, prima incongruenza, perché dare ordini ai due piloti quando alla Ferrari non dovrebbe importare chi dei due è davanti, a meno di interessi di classifica mondiale e non era certo questo il caso. Altra incongruenza, dopo gara Leclerc che dice: "Al pit stop abbiamo rimesso le cose in ordine ridandomi la posizione".

Ergo, quando Vettel chiedeva di cambiare le gomme, dicendo che erano consumate quelle dietro, la squadra lo ha tenuto apposta a lungo in gara per impedirgli di uscire ancora davanti a Leclerc?  E si torna al punto di partenza: perché deve essere Leclerc a stare davanti e Vettel dietro? Specialmente guardando il passo gara del tedesco che, fregandosene di sicuro, ha spremuto la sua Ferrari portandosi a 4 secondi e oltre di vantaggio su Leclerc. Quindi la squadra, a quel punto, non solo non poteva chiedere di rallentare ma doveva anche puntare la strategia sul tedesco. Cosa che non è avvenuta.

E si torna al punto di partenza: se in pista uno dei due è più veloce, perché dovrebbe ridare la posizione all'altro che annaspa e non tiene il passo? Alla Ferrari non lo dicono chiaramente, ma da fuori la percezione che il "predestinato" sia anche un bel rompiscatole è sempre più forte. Cosa che va bene fino a quando vinci e fai le pole, ma dopo diventa pesante e difficile da sopportare perché scambiata per arroganza. Non è il caso per ora di rovinare Leclerc, lasciamogli la freschezza e la gioia di esprimersi, ma la comunicazione del team andrebbe resettata in certi aspetti fra i due piloti. C'è poi il guasto tecnico. Colpa di Vettel che ha spremuto troppo la macchina o qualcosa ha ceduto naturalmente (e sarà da capire meglio che cosa)? In ogni caso le prestazioni eccellenti sono state pagate con la mancanza di affidabilità e questo potrebbe giustificare il rallentamento finale di Leclerc, che da secondo o terzo non gli avrebbe cambiato la vita, ma almeno ridato qualcosa in più.

Infine la strategia. Leclerc ha chiesto di cambiare le gomme con la safety car, ha voluto le stesse delle Mercedes, ovvero le morbide. Segno che con le gialle sapeva di non potersela giocare oppure, leggi affidabilità, era meglio avere più performance dalle gomme visto che dalla meccanica non si poteva tirare fuori di più? Probabile questa ipotesi, perché se fai una scelta del genere, Bottas lo passi subito, invece non è avvenuto. Un altro mistero da risolvere. Fra due settimane in Giappone si spera che gli animi siano sereni, che il guasto risolto e che fra i due piloti non si innesti una guerra fratricida che al momento non porta da nessuna parte, come ha dimostrato la vittoria di Hamilton...

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