F1, GP Spagna 2019: Ferrari, ecco cosa è andato storto in qualifica

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Paolo Ciccarone
Ecco cosa ha sbagliato la Ferrari nelle qualifiche del Gran Premio di Spagna 2019 di Formula 1
11 maggio 2019

BARCELLONA - A guardare i tempi sul giro verrebbe da scoraggiarsi: Bottas in pole davanti ad Hamilton che si becca oltre 6 decimi dal compagno di squadra. Poi, una lunga pausa, e arriva la prima Ferrari, quella di Vettel. Staccatissima a quasi 8 decimi, per non parlare di Leclerc, quinto dietro a Verstappen, che si becca oltre un secondo al giro. La pista, in qualifica, non ha lasciato speranze. La Ferrari contro la Mercedes ha perso il confronto delle prestazioni.

Per la gara sarà così? Il dubbio viene e molto forte, perché l'analisi dei tempi dimostra una cosa. Impietosa: la Ferrari ha sbagliato gli assetti. E in modo clamoroso per la qualifica. Infatti, analizzando i tempi parziali, si vede che Vettel, in testa le primo settore con oltre due decimi di vantaggio su Bottas, nel secondo crolla e finisce a mezzo secondo di ritardo, per accumulare poi la mazzata finale con 733 millesimi nell'ultimo tratto. Una debacle sulla parte lenta della pista, ovvero dove serve trazione.

La Ferrari va benissimo nelle curve veloci, ha una potenza adeguata e le velocità massime lo dimostrano. Infatti Vettel e Leclerc sono sempre stati rapidissimi sul traguardo passando 3 km orari più veloce delle Mercedes, in fondo al rettilineo, in cui Vettel a 325 orari ha rifilato 5 km orari ai rivali. Poi si arriva nel lento e si crolla. Ovvero, su una pista dove conta il carico aerodinamico e si sacrifica la velocità in rettilineo per andare più forte in curva, la Ferrari si è trovata a fare il contrario.

Un errore clamoroso in qualifica, ma per la gara le cose potrebbero essere diverse. Infatti, nella parte lenta del circuito, quello con le tre chicane lente prima del curvone, la Ferrari sacrifica tutto il suo potenziale a serbatoio vuoto. Col pieno cambiano le cose, perché il maggior peso e una distribuzione dei pesi diversa compensa la mancanza di trazione. Ovvero, se in qualifica nell'ultimo tratto non c'era grip, come ha detto anche Vettel, per la gara avere velocità di punta maggiori è più utile visto che il problema tende a diminuire. Questo sulla carta, per cui se la Ferrari ha optato per una scelta del genere, è un grosso rischio, perché consumare di più le gomme (e quindi fare più cambi gomme) non è detto sia proprio un vantaggio. Se invece si tratta del miglior compresso possibile, allora siamo messi male davvero.

La finestra di utilizzo della SF90 è molto stretta, fuori da quel campo si passa dalla gioia al disastro in un lampo

La finestra di utilizzo della SF90 è molto stretta, fuori da quel campo si passa dalla gioia al disastro in un lampo. Certo, partire in seconda fila a Barcellona, non è del tutto negativo, ma se il passo gara subisce lo stesso problema di quello delle qualifiche, allora poco da fare. Nel contempo Bottas con la terza pole della stagione continua a caricarsi come una molla. Il ragazzo merita perché persona per bene e sportivo pulito, ma vedere Hamilton a sei decimi di distacco è forse eccessivo.

Infatti, guardando i tempi parziali, ovvero la somma dei tre settori messi insieme, sommando i migliori tempi registrati dice una cosa. Bottas non ha sbagliato nulla, Hamilton sì. E molto anche. Ovvero avrebbe potuto essere più vicino al compagno di squadra mentre per i due della Ferrari, fra miglior tempo ideale e miglior tempo reale,  la differenza è davvero minima. Ovvero, pur sbagliando più di tanto in prova non si sarebbe tirato fuori... Infine una curiosità. L'anno scorso Vettel nel T3, il terzo settore, segnò un tempo di 26''199 quest'anno 26''611 ovvero è andato quattro decimi più piano dell'anno scorso. Raikkonen segnò 26''340 Leclerc 26''513. Dati che fanno pensare.

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