F1 GP Ungheria 2013: gli highlights di Budapest

F1 GP Ungheria 2013: gli highlights di Budapest
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Paolo Ciccarone
Hamilton vince il GP di F1 di Ungheria seguito da Raikkonen e Vettel. Ma come è stata costruita questa vittoria storica? | <i>P. Ciccarone, Budapest</i>
29 luglio 2013

Budapest – Non ci avrebbe scommesso un soldo lui per primo, invece dopo 70 giri tirati Lewis Hamilton vince la sua prima gara al volante della Mercedes ed era dal 1955 che un pilota britannico non vinceva con la Stella a tre punte.

I perché della vittoria

Come abbia fatto a vincere, forse non lo sa nemmeno lui. Ci sono state tre gare in una. Davanti Hamilton ha preso il largo alla prima curva e ha retto fino al primo pit stop, nono giro. Dietro Vettel ha perso lo spunto giusto per passare al comando e ha dovuto subire il ritmo della Mercedes.

Poi, quando finalmente la pista era libera, è rimasto invischiato nel traffico dietro alla McLaren di Button che, facendo meno soste della Red Bull, aveva un ritmo più lento di un secondo al giro. Più indietro ancora, invece, c’era la corsa delle Lotus, con Raikkonen che forte delle due soste programmate riusciva a beffare Vettel e compagnia portandosi in seconda posizione, Grosjean invece ne combinava di tutte, prima con Massa e poi con Button, beccandosi una penalizzazione in corsa (drive trough nei box) e 20 secondi al proprio tempo di gara.

Non è cambiata la posizione, sesto, ma fra penalizzazione, sorpassi e blocchi del traffico, alla fine Vettel è scivolato in terza posizione, Raikkonen al secondo posto e Hamilton, là davanti, giro dopo giro si è ritrovato sempre più solo al comando senza sapere il perché, ma soprattutto senza avere il ritmo giusto se fosse stata una gara normale, in una pista normale, con situazioni normali.

Ci sono state tre gare in una. Davanti Hamilton ha preso il largo alla prima curva e ha retto fino al primo pit stop, nono giro. Dietro Vettel ha perso lo spunto giusto per passare al comando e ha dovuto subire il ritmo della Mercedes

Mai mollare

«E’ cominciata dalla pole – ha detto Hamilton – avevo fatto un buon giro ma non pensavo di farla, credevo che Vettel fosse imbattibile. Poi alla partenza mi sono concentrato sulla prima curva e poi per tenere un buon passo di gara, ma pensavo che Vettel sarebbe emerso subito dopo anche se giro dopo giro vedevo che reggevo senza problemi. Infine mi ritrovo Raikkonen in scia e Vettel dietro, meglio di così non poteva andare».

Insomma, il dietro le quinte è questo di quanto avvenuto in pista. Peccato che nella lotta sia mancata la Ferrari. Alonso ha concluso al quinto posto dimostrando che nemmeno il passo di gara della F138 era più quello di una volta. Stesso discorso per Massa, ottavo, dopo una toccata nelle prime curve con Rosberg.

«Dobbiamo lavorare sodo, capire in che direzione andare – ha detto lo spagnolo – mancano nove gare alla fine, ci sono 225 punti in palio, non vedo perché non dobbiamo crederci, abbiamo tutto per farcela. Anche se da tre anni a questa parte lottiamo sempre con la macchina inferiore. Se mi danno quei tre decimi che ci mancano, non dico per stare davanti, possiamo farcela».

Problemi tecnici

Intanto il dopo corsa è stato vissuto col patema d’animo. I commissari tecnici hanno scoperto che Alonso ha usato il DRS, l’ala mobile, per tre volte quando non doveva farlo. La Ferrari ha dimostrato che si è trattato di un errore di regolazione del programma, che autorizzava Alonso a usare l’ala quando invece il distacco previsto dalle norme (un secondo dal rivale) non c’era.

Alla fine una multa di 15 mila euro alla Ferrari salva il piazzamento di Alonso, ma fa capire come questo week end fosse partito col piede sbagliato. Gli unici che stanno gongolando sono Mercedes, Lotus e Vettel che ormai ha 39 punti su Alonso e 38 su Raikkonen. Lui le vacanze le farà sereno.

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