F1, Gp Ungheria 2016: che spettacolo sull'umido

F1, Gp Ungheria 2016: che spettacolo sull'umido
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Paolo Ciccarone
Su pista umida Alonso, Ricciardo e Verstappen danno spettacolo, prima che Mercedes si imponga sull'asciutto. Buio pesto in casa Ferrari
23 luglio 2016

BUDAPEST – La F.1 segna un nuovo record, quattro bandiere rosse in una sessione di qualifica che dura 20 minuti. E’bastata la pioggia battente, un asfalto rifatto da poco che butta fuori tutto lo sporco, e lo rende simile a una saponetta, e una pista che ha fatto il suo tempo dopo 30 di usura. Poi, se alla fine ci sono le due Mercedes di Rosberg e Hamilton, con polemica per una bandiera gialla sventolata al tedesco e finita sotto osservazione, poco da dire. Era la normalità con asfalto asciutto.

Ma lo spettacolo dato con l’umido da parte di alcuni piloti, come Alonso con una McLaren che ha più del camion che della vettura da corsa, è stato da primato, come vedere i due della Red Bull Ricciardo e Verstappen, terzo e quarto, darsele di santa ragione e un Vettel che annaspa in tutte le condizioni possibili, segno che la Ferrari non c’è proprio. Su tre piste diverse sono emersi gli stessi problemi, segno che si è preso una strada sbagliata e anche se Arrivabene, il responsabile della GES, diceva che non doveva guardare alla Red Bull ma alla Mercedes, ora deve guardare anche alla McLaren che su questa pista viaggia a pochi decimi.

Doveva essere un punto di svolta per la rossa e lo è stato. Nel senso che se la macchina va così, inutile perdere tempo spendendo soldi in uno sviluppo che non si sa in che direzione andare. Un po’ la storia degli ultimi anni, un capitolo triste che si è già visto ed è un peccato perché gli sforzi ci sono tutti, la gente lavora ma non se ne viene fuori. Deprimente. E non c’è nulla della depressione a far precipitare le cose, per cui ci vorrebbe uno spiraglio, un colpo di coda (o di altro che sta in quelle zone) per far tornare il sorriso, sorriso che invece Rosberg tira fuori a 32 denti. Ha ottenuto una pole con una bandiera gialla in mezzo.

Doveva essere un punto di svolta per la rossa e lo è stato. Nel senso che se la macchina va così, inutile perdere tempo spendendo soldi in uno sviluppo che non si sa in che direzione andare. Un po’ la storia degli ultimi anni, un capitolo triste che si è già visto ed è un peccato perché gli sforzi ci sono tutti, la gente lavora ma non se ne viene fuori. Deprimente

E’ successo proprio sul finire. Alonso è finito in testacoda (unico sull’asciutto mentre sul bagnato volava…) e ha bloccato Hamilton nel suo giro veloce. In quel mentre è arrivato Rosberg che da secondo è passato al primo posto. Poco cambia, anche invertendo i fattori il prodotto non cambia. Hamilton come passo gara ne ha di più, Rosberg pensa al titolo e da parte Mercedes il pensierino di non dargli fastidio lo hanno. Infatti avere Hamilton con 4 mondiali non aggiunge nulla, averne 3 con lui e uno con Nico darebbe risalto al lavoro di squadra. Certo, la stagione è lunga, ma quel tarlo rode nella mente. Di Lewis ovviamente e non lo fa stare sereno.

Per il resto si conferma la Toro Rosso con Sainz, sesto, a ridosso della Ferrari di Vettel, come dire che con motore di Maranello vecchio di un anno sono solo tre decimi più lenti, segno che James Kay, il progettista, ha lavorato bene e a Maranello lo sanno tanto che lo vorrebbero. Ma è legato alla Red Bull e ad Adrian Newey per cui per ora non se ne parla. Infine il capitolo Raikkonen. Hanno sbagliato il momento in cui farlo scendere in pista oppure ha sbagliato lui qualcosa, fatto sta che è stato eliminato nella Q2. Si potrebbe pensare che aver rinnovato il contratto oltre ad avergli tolto la pressione (che uno così non ha mai avuto) lo ha rilassato a tal punto da farsi una pennica nei momenti cruciali.

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