F1, GP Ungheria 2018: il commento alla gara

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Paolo Ciccarone
Dal nostro inviato al GP Ungheria 2018, il commento al weekend di gara
29 luglio 2018

BUDAPEST - Sabato, piove governo ladro. E Hamilton fa la pole davanti a Bottas. Poi, 24 ore dopo, il governo regala un sole incredibile, con 34 gradi e tanto caldo in pista. E Hamilton va a vincere. Comunque la si giri, su questa pista il buon Lewis ha qualcosa in più se è vero che sul bagnato ha legnato tutti e sull'asciutto ha saputo non solo gestire le gomme, ma prendere pure 17 secondi di vantaggio su Vettel e Raikkonen, alle sue spalle sul podio.

Cosa sia successo è presto detto. In primis, la Mercedes al sabato non aveva nessun assetto da qualifica, dopo le prove disastrose del venerdì hanno ammorbidito l'assetto, meno impiccato sull'anteriore e più gentile nella gestione gomme. Poi la pioggia e mappature delicate del motore, la capacità di prendersi dei rischi (come ad esempio fare traiettorie da asciutto su asfalto bagnato) e la pole gli ha già dato mezzo GP di vantaggio. C'erano poi altre due opzioni per vincere: partire bene, cosa che ha fatto con Bottas che gli ha parato le spalle aprendosi a ventaglio e chiudendo ogni spazio alle due Ferrari, e gestire le gomme ultrasoft. Quelle viola, difficili da gestire e che invece Hamilton ha portato a spasso fino al 24 giro guadagnando su Vettel (soft banda gialla e quindi meno veloci) mentre Raikkonen, stessa strategia delle Mercedes, si è fermato 10 giri prima. Ergo, quando si tratta di gestire la macchina e prendere il largo, Hamilton non ha rivali. E qui si può aprire la prima parentesi sugli errori Ferrari. Perché se il tuo rivale parte davanti con gomme più veloci, sapendo che poi per superarlo diventa un problema, come minimo segui la stessa strategia. Cosa fatta solo con Raikkonen, che però si è fermato, come detto, 10 giri prima. E quindi, con Vettel in affanno nel reggere il ritmo, Hamilton ha preso quel vantaggio che gli ha permesso di stare davanti anche dopo il pit stop. E qui arriva la seconda sbavatura della Ferrari, perché se è vero che Vettel con gomme ultrasoft, viola, avrebbe dovuto volare nella seconda parte di gara, un piccolo problema al cambio pneumatici gli ha fatto perdere quel paio di secondi per cui quando è tornato in pista si è trovato davanti Bottas che oltre a non avere voglia di farsi da parte, aveva pure le gomme più lente e consumate, e quindi ha costretto Vettel, con una macchina più veloce e competitiva, a stare dietro fino a 6 giri dalla fine, quando Vettel ha tentato una manovra da manuale all'esterno per superare il finlandese che, senza gomme, lo ha pure centrato e per fortuna la Ferrari non ha avuto problemi.

Per far capire quanto sia stato un tappo Bottas, basti dire che Raikkonen aveva fatto due pit stop, aveva perso quindi 25 secondi in più dei rivali, eppure a 6 giri dalla fine aveva ripreso Bottas e Vettel. Quindi ancora una volta una gara decisa dalle strategie e dal valore del pilota. La Mercedes non vale la Ferrari, che è superiore per assetto e motore, eppure Hamilton porta a casa due vittorie in due settimane, porta a 24 punti il vantaggio su Vettel e la Mercedes dimostra, sacrificando Bottas (che si è preso 10 secondi di penalizzazione dopo aver speronato Ricciardo e due punti in meno della patente, restando però lo stesso 5 in classifica). Un lavoro di squadra che la Ferrari sta pagando sulla propria pelle ed è un peccato perché la macchina c'è, forse i piloti un po' meno in queste occasioni.

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