F1, GP Ungheria 2020: Hamilton stratosferico. Ferrari, sospiro di sollievo

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Paolo Ciccarone
Lewis Hamilton stratosferico nelle qualifiche del Gran Premio d'Ungheria 2020 di Formula 1: l'inglese esalta le ottime qualità della Mercedes, che brilla anche per motore. E in casa Ferrari si tira un sospiro di sollievo, con Vettel e Leclerc in terza fila
18 luglio 2020

Stratosferico, poco altro da aggiungere. Quando Lewis Hamilton ci dà dentro, gli altri possono solo stare a guardare. Certo, guida una gran Mercedes, ci mancherebbe, ma la guida anche Bottas e si becca un decimo dal compagno di squadra. La differenza fra un buon pilota e un campionissimo. Se poi mettiamo in pista anche le Mercedes dell'anno scorso, leggi Racing Point, che occupano la terza e quarta posizione con Stroll e Perez e la prima delle Ferrari, Vettel, soltanto quinto a oltre 1,3 secondi, c'è ben poco da aggiungere al nuovo record di Hamilton. Ovvero, da un lato un pilota che sa interpretare al meglio questo tracciato tortuoso ma con curve lunghe da alta velocità, dall'altro la constatazione che anche con la Mercedes dell'anno scorso sarebbe stato davanti lo stesso.

E questo la dice lunga sullo stato dell'arte dei tedeschi che non solo erano velocissimi un anno fa, ma sono riusciti a migliorare un progetto che sembrava arrivato al capolinea. Aerodinamica, certo, ma anche motore, perché se guardiamo alle Williams, che erano le cenerentole dello schieramento, trovarsi Russel dodicesimo e Latifi, esordiente e non certo un fulmine di guerra, quindicesimo, si capisce come la differenza del motore Mercedes sia evidente. Se aggiungiamo lo sviluppo aerodinamico, la presenza di Hamilton e tutto il resto, le speranze per la Ferrari ma anche Red Bull, sono ridotte al lumicino.

Anzi, parlando di Ferrari tutto sommato si è tirato un sospiro di sollievo, perché stavolta le McLaren e le Red Bull sono dietro. Specialmente per quest'ultima le cose non vanno bene, perché l'impressione è che abbiano fatto il passo del gambero a ritroso come la Ferrari, con la rossa stavolta che ha fatto meglio. Vedere però davanti Vettel a Leclerc, sesto, anche se per pochi millesimi, fa capire come il tedesco sia tutt'altro che bollito e privo di mordente. Si vede che ha trovato delle motivazioni, ovvero sta discutendo per restare in F.1 e dal cassetto ha tirato fuori quel qualcosa che deve giustificarne la presenza e il costo eventuale. Discorsi per addetti ai lavori, per intenderci.

Infatti oltre a Aston Martin adesso spunta anche il ritorno in Red Bull. Per uno che doveva stare a casa a cambiare pannolini, è il segno che politicamente Vettel sa ancora come muoversi mentre Leclerc in questa fase di difficoltà fatica a trovare il passo giusto. Venendo agli altri, per l'Alfa Romeo il poco invidiabile primato di piazzare le due macchine in ultima fila, con Giovinazzi davanti a Raikkonen. Strano che da Torino (o da Arese o dove è la sede Alfa Romeo) nessuno si sia posto il dubbio o la domanda di cosa stia succedendo  e perché, quando Giovinazzi è davanti, deve sempre farsi da parte. Mica lottano per il mondiale, anzi. Da come vanno qui si parla di retrocessione bella e buona. Un altro mistero della F.1 moderna...

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