F1, il GP di Monaco cambia ma non la fiducia in Ferrari

F1, il GP di Monaco cambia ma non la fiducia in Ferrari
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Paolo Ciccarone
Il GP di Monaco è un appuntamento storico per la F1: vediamo cosa aspettarci dall'edizione 2023
25 maggio 2023

Potrebbe forse essere l’unica occasione vincente per la Ferrari e Charles Leclerc sulle strade del Principato. Le caratteristiche mostrate dalla Ferrari SF23 finora, infatti, potrebbero non essere penalizzanti su un tracciato che richiede soprattutto attenzione di guida. E Leclerc, come già dimostrato in passato, su questa pista ha quel qualcosa in più fatto di bravura, orgoglio e visione. E' la gara di casa, letteralmente, visto che il suo balcone affaccia sul circuito, conosce ogni angolo e ogni mattonella del tracciato lo chiama per nome. Per le modifiche tecniche, invece, meglio aspettare sette giorni e il GP di Spagna, ultimo di un trittico che comprendeva anche Imola domenica scorsa e poi annullata per le gravi conseguenze dell’alluvione in Emilia Romagna. Monaco ultima spiaggia, di solito i titoli sulla Ferrari sono questi, ma visto l’andazzo della stagione, probabilmente questa ultima spiaggia si sposterà di circuito in circuito fino a quando non se ne verrà a capo.

E’ però una Monte Carlo diversa dal solito. La mancanza di luoghi epici come lo Stars And Bars, il ristorante che per decenni ha fatto da cornice a frotte di tifosi dietro al paddock, diventando anche un punto di incontro dei piloti e meccanici. E’ stato chiuso dopo la scomparsa della proprietaria l’anno scorso e il compagno, in ossequio ai suoi desideri, ha messo all’asta tutti i cimeli di F.1 raccolti nel corso degli anni per creare una fondazione benefica e al posto del ristorante, una serie di sale convegni a tema ambientale. Sarà uno choc per chi negli ultimi 50 anni ha vissuto quel clima, quell’atmosfera, ma è il segnale di una Monaco che cambia, così come è cambiato lo scenario qualche piano più sopra, con la chiusura dello studio di Jean Michel Folon, il noto illustratore, e dei suoi dirimpettai: gli studi di Radio Monte Carlo, chiusi dopo decenni di onorata presenza a raccontare le gesta dei protagonisti e di quanto avveniva nel Principato.

Anche Place D’Armes non è più la stessa: le frotte di bancarelle assortite sono state sostituite da gazebo tutti uguali dove vendere gli articoli dei GP. Intercettati in maggioranza dal canadese Amezian che segue il merchandising sulle piste del mondiale, lasciando ai locali pochissimi margini. Cosa impensabile fino all’anno scorso, dove erano una esclusiva dei monegaschi e invece adesso anche loro si adeguano alle regole internazionali, seppure con mugugno. E lo stesso dicasi per i balconi, con accesso limitato a un certo numero di persone per metro quadrato di superficie e quindi non più con migliaia di tifosi ammassati a guardare “gratis” la corsa (anche se poi pagavano più caro il balcone di una tribuna, ma tant’è…). E’ una Monte Carlo che cambia, lascia il passato e affronta un futuro fatto di fredda analisi di marketing. E in tutto questo, con le tribune che costano quanto un week end alle Maldive (ma a Monza è più caro in proporzione e offre meno) l’unica speranza si chiama Charles Leclerc con la sua rossa Ferrari, a dare un sostegno a quel sogno che le Red Bull in queste prime gare della stagione hanno infranto senza pietà.

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