F1. Lewis Hamilton, ma non solo: le vittime illustri della lingua tagliente di Nelson Piquet

F1. Lewis Hamilton, ma non solo: le vittime illustri della lingua tagliente di Nelson Piquet
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Lewis Hamilton è solo l'ultimo di una serie di piloti - e non solo - bersagliati da dichiarazioni decisamente discutibili da parte di Nelson Piquet
28 giugno 2022

Nel mondo dei social, certi commenti non possono restare inosservati, anche se a volte ci vuole sorprendentemente del tempo prima che diventino virali. Nelle ultime ore delle dichiarazioni razziste di Nelson Piquet nei confronti di Lewis Hamilton, rilasciate in un podcast brasiliano lo scorso anno, hanno cominciato a circolare su larga scala. "Ma il n***etto ha messo la macchina all'interno della Copse. È una curva ad alta velocità, e non c'è modo per due vetture di percorrela una al fianco dell'altra. Si è comportato in maniera scorretta. Per sua fortuna, Verstappen è rimasto f***uto. E Hamilton è stato molto fortunato", ha sentenziato il tre volte campione del mondo. 

Ben presto è arrivata la condanna da parte della F1. "Un linguaggio discriminatorio e razzista è inaccettabile in ogni forma e non dovrebbe trovare posto nela società - si legge nella nota -. Lewis è un incredibile ambasciatore del nostro sport e merita rispetto. I suoi sforzi incessanti per aumentare l'inclusione sono una lezione per molti e qualcosa in cui crediamo". Hamilton, dal canto suo, ha specificato che si tratta di un problema che va "al di là del linguaggio". "Queste formae mentis arcaiche devono cambiare e non devono esistere nel nostro sport. Ho subito questi atteggiamenti per tutta la mia vita. C'è stato molto tempo per imparare. È arrivato il momento di agire".

Piquet non è nuovo a dichiarazioni decisamente discutibili. Nel 1987, dopo la conquista del suo terzo titolo mondiale, il brasiliano insinuò in un'intervista che Ayrton Senna fosse gay, esortando il giornalista a chiedere al suo connazionale perché non gli piacessero le donne. In un recente podcast brasiliano, Piquet ha raccontato che il suo avvocato dell'epoca aveva scoperto che il matrimonio di Senna con Lilian de Vasconcelos Souza era stato annullato e che potevano essere solamente due i motivi. "Unione non consumata o tradimento con una persona dello stesso sesso". Anni dopo questa querelle, quando Senna morì, Piquet commentò l'accaduto con un'alzata di spalle, dicendo: "Sono le corse".

Altro acerrimo rivale di Piquet ai tempi dei suoi fasti in F1 era Nigel Mansell, definito dal brasiliano "un citrullo ignorante". In un'intervista concessa a Playboy sul finire degli anni Ottanta, disse: "Mansell è polemico, maleducato", per poi prodursi in un insulto ai danni della moglie di Mansell, definita "davvero brutta". "È arrogante - aggiunse - e dopo aver cominciato a vincere delle gare ha iniziato a comportarsi male con tutti". "Nessuno voleva che vincesse", la postilla di Piquet. Sempre nella stessa intervista, Nelson aveva definito Enzo Ferrari, all'epoca novantenne, un vecchio non in grado di gestire il proprio team e Alain Prost "quello che ha fatto più fesserie in F1".

Oltre a possedere una lingua tagliente, Piquet ai tempi d'oro alzò anche le mani. Dopo la collisione con Eliseo Salazar nel Gran Premio di Germania del 1982, prese a calci e pugni il rivale, reo di averlo buttato fuori pista. In confronto a lui, suo "genero" Max Verstappen, fidanzato con la bella Kelly, è un'educanda. Max è andato vicino alla rissa con Esteban Ocon nel 2018, ma non ha mai raggiunto le vette verbali di Piquet, aggiungeremmo per fortuna. Forse l'unico che potrebbe fargli concorrenza è il consuocero Jos Verstappen. Ma è una sfida a cui non vorremmo assistere. 

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