Formula 1 2017: il punto sulle nuove monoposto

Formula 1 2017: il punto sulle nuove monoposto
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Paolo Ciccarone
La stagione 2017 di Formula 1 è alle porte: scopriamo di più sulle nuove monoposto per il campionato che si appresta ad iniziare
19 febbraio 2017

Della Williams si è già visto qualcosa, della Renault si deve aspettare il 21 febbraio con il lancio ufficiale a Londra e poi, a seguire, il resto della truppa con il culmine il 23 con la Mercedes, 24 Ferrari e 26 Red Bull dopo di che si passerà in pista a Barcellona per il primo confronto vero. Si fa per dire, perché le prime sessioni sono accademiche e servono solo per capire se i pezzi stanno insieme e se il lavoro procede nella direzione giusta. E quindi, arrivati alla vigilia del via della nuova stagione, cominciamo col mettere in risalto alcuni aspetti da verificare.

Nuove misure vecchi dubbi

Si tratta di F.1 gonfiate, con gomme più larghe e carreggiate maggiori, il passo lungo dovrebbe portare alla nascita di “camioncini” lunghissimi coi quali, magari, fare manovra in curva quando si arriverà a Montecarlo. Anche i motori sono spremuti maggiormente, insomma è una F.1 che soffre di gigantismo da prestazioni estreme. Servirà per ridare spettacolo? Boh. Di certo ci sono situazioni da chiarire. Ad esempio, se anche le auto dovessero andare 5 secondi al giro più veloci, chi se ne frega? Avete mai visto una Gp3 al limite in curva e una F.1 dell’anno scorso? La sorella maggiore sembrava ferma, non dava impressioni su niente, la piccoletta, invece, scodando e fischiando in curva dava l’impressione di essere molto più veloce. E quindi, tornando a busso: a che serve una macchina più rapida in curva, quindi più stabile, quando lo spettacolo non lo fanno i tram su rotaie ma i traversi? Non solo, si apre un altro capitolo che automoto.it aveva già toccato in tempi non sospetti: le simulazioni dicono che la maggior parte delle piste attuali non è più adeguata. Con le maggiori velocità in curva (ad esempio a Barcellona nella curva 3 ci sarà un aumento di 45 km/h) le vie di fuga sono insufficienti. E quindi? Si mette mano ai circuiti facendo spendere soldi agli organizzatori o si lascia tutto così fino a quando qualcuno non si stampa e si fa male sulle barriere? Altro boh.

Ricarica lenta

C’è poi, legato alle prestazioni, un altro problema da affrontare. Andando più piano in rettilineo e più veloci in curva si frena meno. E quindi? Niente sorpassi in staccata ma solo col DRS aperto e con pochi spazi di frenata, si caricano meno le batterie col recupero di energia pertanto il rischio di avere elettronica penalizzata, con meno potenza, è dietro l’angolo. Allungare gli spazi di frenata avrebbe migliorato lo spettacolo in ingresso curva, così ci si mette tutti in fila indiana e solo col DRS si può sperare di passare sul dritto. Una idiozia totale che va controtendenza a quelle che sono le richieste sia dei piloti, sia del pubblico. Ma questo è il risultato di far fare i regolamenti alle squadre che, ovviamente, avevano già in mente cosa fare e come sfruttare le nuove norme.

Auto pesanti da guidare

Lo scopo, secondo il legislatore (che ci piacerebbe vedere in faccia una volta tanto per discuterci) sarebbe quello di avere auto più difficili da guidare, fisicamente impegnative, far capire alla gente le difficoltà del pilota. Se è per questo bastava togliere il servosterzo e tornare ai volanti pesanti da usare, come si faceva anni fa, anche nelle formule minori (chi non ha mai guidato una F.Opel Lotus non lo può capire, ma era una vetturetta con uno sterzo pesante come un macigno). Con uno sterzo duro da azionare, ci volevano due braccia così per andare forte, mica come ora che con i sistemi assistiti pure uno che non ha mai guidato una F.1 (vedi Jorge Lorenzo) gira a un secondo e mezzo dal record della pista. Il ritorno al cambio manuale con la leva è impossibile, ma provate a guidare in pista con una mano sul volante (non servoassistito) e una sul cambio, poi vediamo se bastano quattro gomme larghe per fare la differenza.

Il rischio è che se Mercedes o Red Bull (speriamo anche Ferrari, ma ci crediamo poco) riescano a indovinare la macchina, per gli altri c’è la certezza che per i prossimi tre anni non ci saranno possibilità di lottare. Quindi un regolamento folle, basato su principi folli con risultati folli. Ma a loro va bene

Valori da livellare

Le ultime stagioni hanno mostrato che quando un concorrente prende un certo vantaggio, Mercedes, gli altri non ce la fanno a recuperare nemmeno in tre anni di corse. Quindi ogni cambio regolamentare aumenta questo dislivello e induce poi gli altri a rincorse che non sempre si completano. Il rischio è che se Mercedes o Red Bull (speriamo anche Ferrari, ma ci crediamo poco) riescano a indovinare la macchina, per gli altri c’è la certezza che per i prossimi tre anni non ci saranno possibilità di lottare. Quindi un regolamento folle, basato su principi folli con risultati folli. Ma a loro va bene. Quindi se anche in questa stagione dovesse confermarsi questa tesi, i signori di Liberty Media possono pure mettersi il cuore in pace e pensare a una sorta di Indy o Nascar con macchine tutte uguali, e quindi converrebbe puntare sulla GP2 che almeno ha distacchi ravvicinati, lotte e sorpassi senza tanti fronzoli come le F.1 di adesso. Per ora, quindi, godiamoci le nuove macchine della stagione 2017, che a occhio sembrano quasi le stesse dell’anno scorso, poi dopo i primi test cominciamo a fasciarci la testa. Per ora non ne vale la pena.

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