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“C’è qualche aspetto positivo da tirare fuori da questa gara? Nessuno. A parte il podio per Charles, un’ottima notizia per il team”. Quando si è presentato davanti a noi giornalisti presenti in pista dopo il GP dell’Arabia Saudita 2025 di Formula 1, Lewis Hamilton aveva l’aria abbattuta di chi non sa da che parte girarsi. “È stata una gara orribile, non me la sono goduta per nulla – ha spiegato con lo sguardo sconfortato -. Continuavo a scivolare. Nel primo stint avevo un sottosterzo pazzesco, la macchina non ruotava. Nel secondo con il bilanciamento è andata un po’ meglio, ma non avevo passo”.
E dire che le premesse erano ben altre, dopo l’ottimo secondo stint con le medie in Bahrain in cui aveva mostrato un buon feeling con la Ferrari SF-25. “Il fatto di aver avuto quell’esperienza con la macchina in quello stint è molto positivo – ci aveva spiegato nel giovedì di Jeddah -. I cambiamenti che ho apportato al mio stile di guida nel corso della gara hanno funzionato, ora non mi resta che applicarli ogni volta che scendo in pista”. Un compito che, come visto chiaramente a Jeddah, non è per nulla di facile esecuzione.
Il perché lo aveva chiarito lo stesso Hamilton alla vigilia della gara in Arabia Saudita. “È naturale tornare automaticamente al proprio vecchio stile di guida, per cui devo continuare a fare pratica. Ma ho sensazioni positive”. “Il mio vecchio stile di guida funzionava benissimo con le monoposto precedenti al 2022. Lo stile di guida che altri hanno – e sicuramente è il caso di Charles, che è qui da parecchi anni – è nuovo per me. Quando la pressione aumenta e bisogna limare il proprio tempo, è facile ritornare alle vecchie abitudini. Ho sperimentato in questo senso sin dai test, ma adattarsi e utilizzarlo ogni volta richiede ancora del lavoro”.
Come ha spiegato con grande lungimiranza il team principal della McLaren, Andrea Stella, le monoposto dell’attuale ciclo tecnico della Formula 1 sono talmente veloci per poter pensare troppo a come guidarle. Serve un approccio istintivo, in modo tale da anticipare le reazioni della macchina agli input. E l’istinto di Hamilton finisce per riportarlo nella zona di comfort di uno stile di guida che nell’era dell’effetto suolo non è mai stato efficace. Questo è vero soprattutto quando cerca di portare la vettura al limite, la circostanza in cui emergono di più le sue difficolta nel – parole sue – “sentire la macchina”. Che gli manchi la fiducia nel mezzo è evidente nel raffronto rispetto al compagno Charles Leclerc in curva, circostanza in cui emerge chiaramente un problema fondamentale.
Hamilton non ha fatto mistero delle difficoltà che sta riscontrando a causa della maggiore ingerenza del freno motore Ferrari rispetto al Mercedes per agevolare l’ingresso in curva. Sfruttare maggiormente il freno motore in fase di decelerazione porta con sé una maggiore instabilità al posteriore, con una potenziale mancanza di fiducia nel mezzo da parte del pilota. E il contributo importante nella rotazione della macchina prima del punto di corda cambia i riferimenti del pilota e le risposte della monoposto. Non è un problema da poco conto se si pensa a quanto fossero importanti le staccate profonde e brusche nell’economia dello stile di guida di Hamilton.
A questo si aggiungono delle difficoltà che sta affrontando anche il suo compagno di squadra, Charles Leclerc. La Ferrari SF-25 a volte accusa del sovrasterzo in ingresso curva e del sottosterzo a metà, il segnale di un cambiamento a livello di bilanciamento nel corso del cambio di direzione. Per cercare di porre rimedio a tutto questo, Leclerc ha deliberato quello che definisce una direzione molto aggressiva, andando a generare sottosterzo a basse velocità per evitare che il sovrasterzo in ingresso curva sia spiccato.
È una soluzione che finisce per contrapporre il bilanciamento meccanico a quello aerodinamico, dando vita a un meccanismo contro logica che non è per nulla semplice da gestire per un pilota, a maggior ragione se già destabilizzato da altri fattori. Ma come può essere aiutato Hamilton a ritrovare la retta via? Il team principal della Ferrari, Fred Vasseur, ha risposto così alla nostra domanda dopo il GP di Jeddah. “Lo supporto al 2000% e sin da domani mattina cercheremo di trovare soluzioni per lavorare con lui”.
“A essere sincero, non sono troppo preoccupato. Se si guarda a quello che è riuscito a fare in Cina o in Bahrain, o anche nella prima parte del secondo stint qui, il potenziale c’è. Dobbiamo solamente sistemare il bilanciamento in relazione al suo stile di guida, e all’influsso sulle gomme. È una spirale negativa”. Solo il tempo ci dirà se Lewis Hamilton riuscirà a risollevare una stagione iniziata con presupposti molto lontani da quelli che sognavano i tifosi in un inverno in cui è stato capace di catalizzare l’attenzione del mondo intero.