Formula 1, Gp Australia 2016: che delusione le nuove qualifiche

Formula 1, Gp Australia 2016: che delusione le nuove qualifiche
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Paolo Ciccarone
Il nuovo format delle qualifiche delude, ottenendo l'effetto contrario a quello desiderato
19 marzo 2016

The only way is up, dicono gli inglesi. L’unica strada è migliorarsi. E forse è il caso di farsi qualche domanda visto che la F.1 ha imboccato la via al contrario. Cioè ogni modifica introdotta invece di migliorare lo spettacolo, lo peggiora. Colpa di un gruppo di lavoro diviso su tutto, che pensa solo agli interessi personali e a una federazione che non ha il coraggio di imporre regole certe visto che, assurdo, in F.1 le regole le decidono i partecipanti alle competizioni. Il primo pomeriggio di qualifica in Australia ha deluso. Le eliminazioni nel Q1 e 2 hanno creato confusione negli spettatori a casa, nei piloti in pista e nella gestione delle gomme. La Q3 una buffonata completa anche se i sospetti che i piloti si fossero messi d’accordo per boicottarla ci sono tutti.

Hamilton che va in pole con un margine di vantaggio mostruoso (quasi 9 decimi sulla Ferrari di Vettel) e gli altri già fermi a 5 minuti dalla fine, sono stati il segnale di un fallimento di un formato di prove deciso in fretta e furia a dieci giorni dal mondiale. Adesso lasciamo da parte il divario fra Mercedes e Ferrari, lo affronteremo in separata sede e coi dati adeguati, non si può imporre a Pirelli di portare altre mescole di gomme, studiare il tipo, le prestazioni e consumo nell’ottica di movimentare le gare e le prove e poi dieci giorni prima del via mondiale, cambiare le regole. Ragion per cui tutto il lavoro svolto da Pirelli è stato inutile. O una ulteriore complicazione a uno sport che è già complicato di suo e nemmeno gli addetti ai lavori ci capiscono più.

Si deve decidere cosa deve essere la F.1. Se è ricerca pura, con i costi conseguenti, imporre stessi motori, stesse gomme, stessa aerodinamica, è un controsenso

Qua si deve decidere cosa deve essere la F.1. Se è ricerca pura, con i costi conseguenti, imporre stessi motori, stesse gomme, stessa aerodinamica, è un controsenso. Ognuno dovrebbe essere libero di avere il motore che vuole con un massimo di carburante a disposizione. Vuoi il diesel? Corri con quello. Vuoi 6 8 o 12 cilindri? Ti arrangi con quelli che hai. Invece no, ricerca limitata e costi ridotti? Balle. Chi corre in auto nelle categorie minori lo sa bene. Ad esempio, un motore per la F.Panda, che era un 4 cilindri in linea di 90 cavalli, una volta preparato costava dieci volte di più del motore standard. E sapete perché? Visto che il regolamento impediva di lavorare le parti, i preparatori per trovare la camme giusta per le alzate valvole ne provavano una cinquantina a motore, quindi 50 alberi a camme, 50 testate, pompe acqua con più o meno giranti. In teoria era tutto di serie, ma raffinare la ricerca per avere 5 CV in più portava dei costi mostruosi che se le regole avessero concesso di lavorarsi la camme al tornio come volevi, costava 100 volte meno.

Lo stesso paradosso adesso c’è in F.1. Non si prova in pista, ma spendi centinaia di milioni coi simulatori. Non giri in pista perché costa ma hai centri tecnici che alla NASA se li sognano. Limiti le regole e poi vedi alettoni anteriori con studi aerodinamici dei particolari che mandare un missile sulla Luna costa meno. I costi sono saliti lo stesso, un motore turbo 6 cilindri (stesso alesaggio e stessa corsa dei vecchi V10!!) costa relativamente poco. Infatti i cilindri sono stati mutuati dai vecchi propulsori, quindi taglia cilindri qua (e siamo ai V8 2400 cc) taglia cilindri là e siamo ai V6 1600, fra poco arriviamo ai V4 1200… E poi ci metti 20 km di cavi a fibre ottiche, 150 kg di batterie e accumulatori, centraline e recuperi di energia e poi risparmi sul peso della vernice perché influisce.

E alla fine, visto che davanti da tre anni ci son sempre gli stessi e gli altri sempre dietro, scopri che le regole così strette impediscono un ribaltamento dei valori in campo, ci provi alterando tutto il possibile (sperando che gli equilibri li trovi il gommista) e metti regole folli (vietata la radio: ma avevano venduto i diritti TV alle private proprio con le comunicazioni radio per dare un senso alle cose e ora vietano?). E il risultato è servito sul tavolo: Ecclestone avrà le sue colpe, di sicuro lui ci vede meglio degli altri. Con questa gestione delle cose, con troppi interlocutori a un tavolo che comandano, ci saranno confusione e polemiche. A meno che la discussione non sia l’unico modo per creare interesse attorno una serie che non ha più nulla da dire…

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