Formula 1, i re di Montecarlo "nudi" per un giorno

Formula 1, i re di Montecarlo "nudi" per un giorno
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  • di Francesco Tassi
Ayrton Senna, Michael Schumacher e Graham Hill, ovvero il podio ideale di Montecarlo: delle 63 edizioni disputate valide per il mondiale, ne hanno conquistate ben 16. Eppure anch'essi sono rimasti 'vittime' della giornata no sul tortuoso tracciato monegasco
  • di Francesco Tassi
26 maggio 2017

Ayrton Senna, 1988

Il brasiliano rimane ad oggi il primatista assoluto su questa pista con 6 successi: il primo nel 1987 su Lotus, poi la leggendaria striscia record dall'89 al '93 con la McLaren. E dire che i trionfi avrebbero potuto essere 7, per giunta consecutivi.

La Black Sunday di Ayrton si consuma domenica 15 maggio 1988. Fin dalle qualifiche Senna con la Mclaren Honda è nettamente superiore agli avversari, rifilando quasi un secondo e mezzo al compagno di scuderia Alain Prost. Per rendere ulteriormente l'idea, Gerhard Berger, terzo in griglia su Ferrari, sarà l'unico pilota capace di contenere il divario sotto i tre secondi.

Al via del Gran Premio il brasiliano mantiene la prima posizione, mentre Prost viene sopravanzato da Berger il quale resiste stoicamente per ben 54 giri, 'aiutato' anche da una pista che notoriamente complica ogni tentativo di sorpasso. Senna quel giorno non guida tra i guard rail, danza. E vola, ha praticamente un minuto di vantaggio sul compagno di scuderia.

Poi il 67º giro. È un attimo, un calo di concentrazione: il paulista va a sbattere contro le barriere del Portier, ritirandosi e consegnando la vittoria nelle mani di Prost. Sul podio quel giorno salgono entrambe le Ferrari, Berger secondo e Alboreto terzo.

Graham Hill, 1971

Quando il baffuto bicampione del mondo inglese si ritira nel 1975, tutti sono pronti a scommettere che mai nessuno avrebbe vinto più di lui sul tracciato monegasco. Perché Graham qui ha vinto 5 volte: 1963-1964-1965 su Brm e 1968-1969 su Lotus.

Domenica 23 maggio 1971 a Monaco va in scena la terza gara del campionato di Formula 1. Jackie Stewart su Tyrrell parte in pole position, al suo fianco il ferrarista Jacky Ickx che nelle qualifiche bagnate ha rimediato oltre un secondo di distacco.

Hill, al volante della disastrosa Brabham BT34, riesce a qualificarsi al nono posto: la suggestione del 6 ° sigillo va oltre le difficoltà tecniche.

In gara però succede quello che nessuno avrebbe pronosticato, per giunta dopo soli 2 giri: l'inglese incappa infatti in un raro errore e va a muro alla curva del Tabaccaio. Vince Stewart davanti a Ronnie Peterson - l'autentica rivelazione della gara - su March e a Ickx.

Michael Schumacher, 1996

Insieme a Spa, Monaco è senza dubbio il tracciato che maggiormente ha esaltato l'immensa classe del kaiser di Kerpen: qui ha vinto infatti 5 volte di cui 2 (1994-1995) con la Benetton e 3 (1997-1999-2001) con la Ferrari.

L'edizione 1996 costituisce uno dei più grandi rimpianti dell'intera carriera dell'asso tedesco. In quella stagione la supremazia della Williams è impressionante nonchè indiscutibile, eppure in qualifica Schumacher sulla Ferrari F310 si prende la pole: nel solo tratto delle Piscine riesce a guadagnare oltre mezzo secondo nei confronti del favorito, Damon Hill (figlio di Graham, n.d.r.).

Siparietto a fine prove con il ferrarista che esulta finendo per ostacolare Berger il quale finisce in testacoda: i commissari tuttavia non lo penalizzano ritenendo la sua azione involontaria e priva di malizia....prodromo di quanto avverrà esattamente 10 anni dopo con esito opposto.

Domenica 19 maggio si scatena un violento acquazzone prima del via e tutti i piloti - tranne Jos Verstappen la cui gara durerà infatti poche centinaia di metri - montano pneumatici da bagnato. Al via Schumi scatta male a causa di un suo errore nella gestione della frizione elettronica e Hill ne approfitta per involarsi.

Alla curva numero 6, il Mirabeau, avviene il patatrac: la Ferrari numero 1 scivola sul cordolo interno alla curva e perde aderenza finendo dritta contro le barriere all’esterno della curva. La gara thrilling di quella edizione è paragonabile forse soltanto al GP d'Europa 1999.

Alla curva numero 6, il Mirabeau, avviene il patatrac: la Ferrari numero 1 scivola sul cordolo interno alla curva e perde aderenza finendo dritta contro le barriere all’esterno della curva

Hill continua a tenere un ritmo inavvicinabile per tutti e al 28º passaggio effettua il cambio gomme mentre la pista si sta asciugando: 12 giri ancora e il motore Renault cede costringendolo al ritiro.

A quel punto Jean Alesi su Benetton eredita la prima posizione con un vantaggio di circa trenta secondi su Olivier Panis: alla tornata numero 60, rottura di una sospensione e ritiro. Il francese della Ligier si limita a controllare David Coulthard (Mclaren) fino alla bandiera a scacchi che viene data con tre tornate di anticipo per il superamento delle due ore massime consentite.

Terzo è Herbert che approfitta dei guai altrui per riportare sul podio la Sauber. A proposito di Ferrari. A pochi giri dal termine Eddie Irvine va in testacoda proprio al Mirabeau: per ripartire aziona la retromarcia centrando Salo e Hakkinen che stavano sopraggiungendo proprio in quel momento. Neanche Fantozzi sarebbe arrivato a tanto.

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