Formula 1: il pagellone della stagione 2017

Formula 1: il pagellone della stagione 2017
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Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
I promossi e i bocciati della stagione 2017 di Formula 1 nel nostro "pagellone"
  • Giovanni Bregant
  • di Giovanni Bregant
1 dicembre 2017

Ora che è calato il sipario anche sui test di Abu Dhabi, è ufficialmente iniziato il lungo inverno: febbrile per gli ingegneri, fin troppo quieto per gli appassionati, ai quali non resta che tenersi occupati con discussioni più o meno infinite. E allora tanto vale mettere un po' di legna sul fuoco del dibattito, con il nostro "Pagellone" di fine campionato.

In rigoroso ordine di classifica, voto 10 e lode alla Mercedes, intesa come squadra: come abbiamo già avuto modo di scrivere, ripetersi è ogni anno più difficile ma il team della Stella ha tirato fuori dal cilindro l'ennesima macchina imbattibile, per prestazioni e anche per affidabilità. Il tutto con una mezza scommessa vinta (Bottas) e finalmente una grande disinvoltura nel gestire i rapporti tra i piloti. Che altro potevano fare di più? Campionissimi.

Voto 9 invece a Hamilton, aggressivo quando c'era da attaccare, abile ad amministrare quando era il caso, apparentemente insensibile alla pressione. Non gli diamo il massimo dei voti solo perchè l'inglese, pur meritando, ha comunque goduto del vantaggio di avere a disposiozne l'auto più competitiva. Ma non possiamo fargliene una colpa.

Bravo, a volte bravissimo, in altre gare invece scomparso dai radar Bottas: la sua stagione è stata un ottovolante di emozioni, ma pur tra alti e bassi il finlandese ha saputo conquistare pole e vittorie e contribuito in modo determinante al titolo costruttori. Voto 7,5: promosso sul campo, anzi in pista.

E la Ferrari? Come giudicare la stagione del team italiano? Nei tifosi la delusione per il tracollo nella parte decisiva del campionato è ancora grande, però in prospettiva il 2017 è stata una grande annata per Maranello, uscita da un'apparente crisi tecnica e di organico nel migliore dei modi, con un'auto sempre competitiva, anche se non sempre vincente. E perfino gli sviluppi nel corso della stagione hanno sostanzialmente funzionato, cosa che in Ferrari non accadeva dai tempi di Ross Brawn. Chi l'avrebbe detto a febbraio? E allora voto 9: bravi, anzi bravissimi tutti. Unici nei: qualche piccolo inconveniente che ha fatto perdere per strada grandi quantità di punti e un atteggiamento nel mercato piloti forse fin troppo conservatore.

A proposito: Vettel ha vinto 5 gare, ha conquistato 3 pole positions e fatto vedere quelli che sono stati probabilmente i due sorpassi più belli della stagione (su Ricciardo in Cina e su Bottas in Spagna), però. Però a volte al sabato ha commesso qualche sbavatura di troppo e soprattutto ha evidenziato ancora una volta nervi troppo tesi (Baku), oltre alla tendenza a finire in mezzo a guai evitabili (Messico e Singapore). E allora voto 8 per una stagione certamente positiva, ma che non riesce a scacciare proprio tutti i dubbi...

E dubbi continuano a esserci anche su Raikkonen, per tutto il campionato veloce e costante, virtualmente immune da errori, ma anche incapace di fare la differenza nella classifica costruttori. Certo, a Montecarlo e in Ungheria avrebbe potuto vincere, ma due gare in un campionato così lungo sono come la famosa rondine che non fa primavera. Voto 6,5, perchè la sensazione è che almeno una mezza dozzina di piloti nel paddock avrebbero ottenuto i suoi risultati, se non migliori.

Una stagione al di sopra delle aspettative è stata anche quella della Red Bull, perchè era chiaro a tutti - soprattutto a loro - che anche quest'anno con il motore Renault di vincere il mondiale non se ne parlava. Inizialmente in difficoltà, la vettura è cresciuta molto durante la stagione e resta la curiosità di capire cosa avrebbe potuto fare con la cavalleria Mercedes. Voto 8, nonostante tutto sempre ai vertici.

Sempre all'attacco, quando ne hanno avuto la possibilità, anche i suoi piloti, con Ricciardo 4° in classifica e vincitore fortunoso a Baku (anche se in realtà è stata una vittoria tanto insperata quanto cercata: basta rivedersi certi suoi sorpassi), ma soprattutto capace di reggere sostanzialmente l'urto di Verstappen. E non era mica tanto scontato. L'australiano si conferma pilota velocissimo, attaccante nato, abile a cogliere ogni occasione e pure simpatico... che altro? Ah sì, con il contratto in scadenza alla fine del prossimo anno. Chissà se a Maranello cambieranno rotta... Nel frattempo voto 8,5: non vediamo l'ora di rivederlo in pista.

Stesso voto 8,5 a Verstappen, che compensa con il suo talento - che gli ha fruttato tra le altre cose due vittorie quest'anno - un atteggiamento a volte un po' troppo sopra le righe, perchè regole e avversari vanno rispettati. Prima o poi l'olandese dovrà capirlo, anche se nella sua sfrontatezza è facile rivedere i primi anni di tanti grandissimi campioni del passato. In maturazione.

Altra grande sorpresa - più che conferma - la Force India, perchè le pantere rosa quest'anno hanno davvero fatto meraviglie, frutto di una gestione tecnica sempre efficace, ma anche della volontà - da sempre - di scegliere i piloti per il loro talento prima ancora che per le dimensioni della valigia che portano. E così il team si è messo ampiamente alle spalle realtà come Williams, Renault, McLaren... Voto 9, una gran bella pagina di storia della Formula 1. Peccato solo non essere riusciti a intervenire prima nella faida tra Perez e Ocon, ma alla fine anche questo aspetto è stato sistemato con le buone o con le cattive. A proposito, il messicano ha confermato le sue doti di grande velocità, unite ormai ad una grande concretezza, peccato solo per il vizietto di fare a ruotate con i compagni di squadra che proprio non riesce a togliersi: voto 8, sottovalutato.

Ocon, da parte sua, alla prima stagione su una monoposto di F1 di questo secolo ha subito mostrato il suo talento, correndo spesso alla pari con un osso duro come il messicano. Voto 8 anche per lui quindi: talentuoso.

Al 5° posto in classifica troviamo la Williams, una posizione tutto sommato discreta, ma guardando la sua stagione in modo più analitico c'è poco da applaudire: con un motore Mercedes e i soldi dello sponsor Martini (per non parlare di quelli di Mr. Stroll) finire 100 punti dietro la Force India non può essere considerato un buon risultato. Colpa dell'auto - e quindi dello staff tecnico - certo, però anche la situazione dei piloti non ha aiutato, con un Massa ormai in pensione richiamato in tutta fretta (ma qui il team non ha vere colpe) e un debuttante ancora acerbo. E allora voto 6,5, aspettando tempi migliori.

Massa, comunque, per essere un quasi ex ha disputato un buon campionato: sempre fortissimo sul giro secco - e più veloce del compagno di squadra - in gara qualche volta ha dato l'impressione di perdere un po' il ritmo, ma questo accadeva anche negli anni in Ferrari. Voto 6,5 per il pensionato più veloce del mondo.

Più articolato il giudizio su Stroll, a podio a Baku e con ben 40 punti in classifica grazie ad alcuni bei piazzamenti: i numeri parlano di una stagione positiva, ma la pista ha continuato a mostrare fino alla fine un pilota molto più lento del compagno di squadra e spesso scomposto (quanti bloccaggi in frenata!), evidentemente non ancora del tutto a suo agio nell'abitacolo di una F1. La sensazione così, a dispetto dei numeri, è che il canadese avrebbe fatto bene a maturare in GP2, perchè non tutti (anzi, quasi nessuno) possono ripetere il percorso di Verstappen. E allora voto 5, sperando che l'inverno porti quella scintilla che francamente non abbiamo ancora visto.

Anche in casa Renault, a ben guardare, sono stati i piloti il principale cruccio della stagione, o meglio il pilota. Inutile girarci intorno: Palmer (voto 4,5) si era già dimostrato inadeguato a correre in F1, men che meno per un team ufficiale, e resta il mistero del motivo per cui i francesi gli avevano rinnovato il contratto per il 2017. Peccato perchè in realtà la monoposto si è rivelata discreta rispetto ai timori della vigilia e il motore in crescita. E allora voto 7, autolesionisti.

Fortuna che almeno una cosa l'avevano imbroccata: l'ingaggio di Hulkenberg, vero trascinatore della squadra per buona parte della stagione. Il tedesco ha fatto fino in fondo il suo dovere, portando punti ogni qual volta è stato possibile, anche se per lui i sogni di vittoria si allontanano ogni stagione di più. Peccato. Voto 8 per la caparbietà però.

Stesso discorso, ma diverso percorso, per Sainz: trascinatore della Toro Rosso fino al salto in corsa sul sedile della Renault. Lo spagnolo, con l'eccezione di Suzuka, si è sempre espresso su livelli molto alti, traendo davvero il massimo dal materiale a disposizione e anche il cambio di monoposto - senza possibilità di test - è stato immediatamente assorbito al meglio. Per lui il 2017 è stato l'anno della consacrazione, meritata: voto 8,5.

A proposito di Toro Rosso: a parte nelle piste più veloci dove il deficit di cavalli era evidente, nelle mani di Sainz la monoposto di Faenza è sembrata assai più competitiva di quello che farebbe pensare il 7° posto finale. E in effetti se Kvyat avesse conquistato anche solo la metà dei punti di Sainz il team italiano avrebbe potuto lottare addirittura per il 5° posto. Però è anche vero che in Toro Rosos sono fino a un certo punto padroni del proprio destino, soprattutto in materia di piloti, come ha dimostrato il finale di campionato, con Sainz dato in anticipo alla Renault, con i 6 punti portati ai francesi dallo spagnolo che si sono rivelati decisivi per il 6° posto tra i costruttori. E allora voto 7 per l'impegno, e forse anche per la pazienza.

Il pilota russo, comunque, ha suscitato ampia e meritata comprensione per il modo in cui è stato trattato, però va anche detto che davvero quest'anno ha fatto poco per meritare un'altra occasione, e allora voto 5 e arrivederci per un altro talento "bruciato" forse troppo presto.

Voto 6 sulla fiducia invece a Gasly, che nelle sue prime gare nella massima formula non ha ancora avuto modo di mostrare il suo talento, ma il francese ha un curriculum da vincente e siamo curiosi di vederlo il prossimo anno.

E infine voto 5 ad Hartley, capitato quasi per caso sulla Toro Rosso, complice un momento in cui in Red Bull si sono trovati incredibilmente a corto di piloti: il neozelandese si è ricostruito una carriere da vincente nel WEC, ma la Formula 1 è un'altra cosa. Come minimo gli servirà ancora un bel po' di tempo per adattarsi. La domanda è: fino a quanto Marko sarà disposto a concedergliene?

Piloti sempre al centro del discorso anche in Haas, perchè la monoposto è sembrata avere un buon potenziale ma certi alti e bassi da una gara all'altra sono un po' difficili da spiegare. Certo la poca esperienza del team non aiuta a trovare subito l'assetto giusto, ma anche i piloti hanno alternato grandi gare a madornali errori o comunque a prestazioni sottotono. Eppure sono già stati confermati in blocco per il 2018. Voto 7 per l'impegno, ma si poteva ottenere di più.

Trai i due alfieri del team americano, comunque, Grosjean ha mostrato un'efficacia leggermente superiore, anche se da un pilota della sua esperienza ci aspetteremmo maggiore costanza: voto 6,5, insondabile. Troppo incline all'errore, invece, nonostante i punti portati, Magnussen: voto 6, distratto.

E poi c'è la McLaren, che dopo aver a lungo tribolato è riuscita finalmente a separarsi dalla Honda, proprio quando il motore giapponese ha iniziato a sembrare un propulsore di F1. Vuoi mai che il prossimo anno si dimostri anche competitivo... Nel frattempo per il team inglese è stato un altro campionato da dimenticare, aggrappato alla grinta di Alonso al quale - pur di tenerlo in squadra - è stata concessa la libertà di dire qualsiasi cosa (per la gioia dei giapponesi) e di correre ovunque. Bello per i tifosi, ma il team che faceva incetta di titoli e nel quale regnava una ferrea disciplina è ormai uno sbiadito ricordo. Voto 6 al team, 4 a Honda che sta faticando molto più del previsto con la formula ibrida.

In compenso voto 9 ad Alonso, perchè tanti al suo posto - con tutto da perdere e niente da guadagnare, a parte i soldi che tanto ne aveva già a sufficienza - l'avrebbero piantata lì. E invece lo spagnolo ha continuato a dare l'anima per un punto come fosse un debuttante. Bellissimo e tristissimo insieme vederlo così.

Voto 6,5 invece a Vandoorne, talento che non è riuscito a ritagliarsi un posto al sole quest'anno, un po' perchè un personaggio come Alonso è decisamente ingombrante come compagno di squadra, un po' perchè tra rotture e penalizzazioni era onestamente difficile combinare qualcosa di buono. Da rivedere il prossimo anno.

Fanalino di coda la Sauber, team da tempo allo sbando un po' su tutti i fronti, e in pista si è visto: voto 4 per quella che fu un tempo una squadra anche ufficiale, e comunque spesso in grado di lottare per le prime posizioni. Speriamo che i soldi del Gruppo Fiat il prossimo anno portino anche un po' di ordine.

Ci ha provato comunque fino in fondo Wehrlein, due volte a punti ma silurato ugualmente, peccato perchè meriterebbe una possibilità con una F1 "vera": voto 7, incolpevole.

In compenso - e questo la dice lunga su come sono messi in Sauber - pare avviato a riconferma Ericsson, che di buono ha solo gli sponsor: voto 4 per lo svedese, che continua a non far vedere un valido motivo per tenerlo in squadra, dollari a parte ovviamente.

Senza voto Button e Di Resta, ma è stato bello rivederli, anche se in contesti personali e tecnici ben diversi. E senza voto anche Giovinazzi, perchè a volte tra impresa e disastro c'è una differenza di pochi centimetri, come ha scoperto l'italiano in Cina, ma meriterebbe un'occasione vera, senza la pressione di giocarsi tutto in una gara o, peggio, in una manciata di sessioni del venerdì mattina.

Fuori classifica, voto 8 alle monoposto di quest'anno, non solo più veloci ma anche visivamente più suggestive: se si trovasse anche il modo di concedere un po' di libertà in più ai progettisti e accorciare le distanze tra i team sarebbe ancora meglio.

La rivelazione del campionato, però, a nostro parere sono stati i nuovi padroni della F1: guardati con non poco sospetto, in realtà si sono mossi nella direzione giusta, ponendo finalmente un freno allo stillicidio di sanzioni in gara per qualsiasi manovra, cercando di animare un poco la griglia di partenza e ricordando a tutti che bisogna pensare un po' di più ai tifosi e un po' meno agli ingegneri. Hanno anche chiamato un po' di persone giuste nei posti giusti, a partire da Ross Brawn, e abbiamo anche iniziato a vedere delle belle clip sui social, da sempre osteggiati da Ecclestone. Ecco, di zio Bernie forse non hanno ancora la straordinaria capacità di mediazione e gestione del mercato piloti e dei rapporti tra i team, ma per quello ci sarà tempo. Intanto, voto 10 per il pragmatismo e per la genuina volontà di migliorare le cose.

E voto 10 alla F1 a prescindere, perchè a dispetto dei cori che vorrebbero il pilota contare sempre di meno, fateci caso ma rileggendo questo pagellone è proprio il fattore umano a emergere in tutta la sua importanza. Per i più nostalgici, comunque, c'è un inverno intero da trascorrere rivedendo le gare del passato: potrebbero scoprire che in fondo ci si lamentava dei bei tempi andati... anche nei bei tempi andati.

F1 2017, le pagelle di fine stagione

Mercedes 10 e lode

Hamilton 9

Ferrari 9 

Force India 9

Alonso 9

Ricciardo 8,5

Verstappen 8,5

Sainz 8,5

Vettel 8

Perez 8

Ocon 8

Red Bull 8

Hulkenberg 8

Bottas 7,5

Renault 7

Toro Rosso 7

Haas 7

Wehrlein 7

Raikkonen 6,5

Williams 6,5

Massa 6,5

Grosjean 6,5

Vandoorne 6,5

McLaren 6

Magnussen 6

Gasly 6

Stroll 5

Kvyat 5

Hartley 5

Palmer 4,5

Honda 4

Sauber 4

Ericsson 4

Button s.v.

Di Resta s.v.

Giovinazzi s.v.

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