Formula 1, Irvine: «Vettel? Enormemente sopravvalutato»

Formula 1, Irvine: «Vettel? Enormemente sopravvalutato»
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Eddie Irvine parla senza peli sulla lingua di Sebastian Vettel, «enormemente sopravvalutato», e di Lewis Hamilton, «non al livello di Schumacher»
24 gennaio 2019

«Penso che Vettel sia un buon pilota, ma credo che sia enormemente sopravvalutato. Vettel è bravo in una sola cosa, Lewis ha un talento molto più ampio»: non le manda a dire, come di consueto, Eddie Irvine. L'ex pilota della Ferrari, intervistato dalla BBC, ha evidenziato i limiti del tedesco della Rossa: «Ritengo che Vettel sia bravo quando parte davanti e non ha nessuno contro cui battagliare. Se si osserva Lewis mentre corre, si nota come sia concentrato sulla gara e sul battere l'avversario».

«Quando Vettel è in battaglia con un altro pilota, si concentra tanto sull'avversario quanto sulla traiettoria e finisce inevitabilmente per fare un incidente, cosa che capita praticamente sempre». Quanto ad Hamilton, «Lewis è su un altro pianeta rispetto agli altri», anche se «non è al livello di Michael (Schumacher, ndr) e non penso che ci sia nemmeno vicino, sebbene stia ottenendo molte vittorie. Ha la macchina migliore, ci sono più gare rispetto al passato e la concorrenza è discutibile».

«Michael era sempre competitivo, come Senna, mentre Lewis ha dei giorni no - aggiunge Irvine -. Nei due anni in cui Lewis e Button erano compagni di squadra, Button ottenne più punti di lui complessivamente. A Michael questo non è mai successo, è sempre stato superiore alla concorrenza». 

«Lewis è un pilota di grandissimo talento. Quando arrivò in Formula 1 era fantastico da osservare, e la sua abilità nel sorpassare non aveva eguali. Probabilmente è più bravo di Michael in questo ambito, ma in termini di passo e di costanza in un weekend di gara e in una stagione intera, non credo che nessuno possa arrivare al livello di Michael, nemmeno Senna», ha spiegato Irvine. «Michael è probabilmente il migliore di sempre. Senna aveva dei limiti nella tecnica di guida; era estremamente talentuoso, ma aveva delle lacune. Michael era perfetto».

Quanto alla F1 attuale, Irvine ammette di non guardare le corse perché troppo noiose. «Quando si commette un errore, non se ne paga il prezzo. Negli anni '50 chi sbagliava moriva, negli anni '60 si rischiava di farlo, nei '70 ci si faceva sempre male e negli '80 si rischiavano spesso infortuni. La F1 è diventata sempre più sicura, il che è una cosa positiva, ma si è arrivati all'eccesso, rendendo poco interessanti le corse».

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