Formula 1. No, Max Verstappen e Sergio Perez non hanno una macchina diversa

Formula 1. No, Max Verstappen e Sergio Perez non hanno una macchina diversa
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Di fronte alla sproporzione tra le prestazioni di Max Verstappen e Sergio Perez nel Gran Premio del Bahrain 2024 di Formula 1, qualcuno pensa che abbiano macchine diverse. Ma si sbaglia. Ecco perché
3 marzo 2024

No, Max Verstappen e Sergio Perez non hanno una monoposto diversa. In molti hanno sollevato questo dubbio, vedendo quanto espresso dai due piloti della Red Bull con la RB20 nel Gran Premio del Bahrain 2024 di Formula 1. Non solo Verstappen ha rifilato ventidue secondi al compagno di squadra, apparso comunque soddisfatto di un secondo posto che rappresenta indubbiamente un miglioramento rispetto al disastro della fine dello scorso anno. Ma Max ha pure piazzato un giro più veloce di due secondi rispetto a Sergio nell'ultimo stint con le soft, in cui Perez era già talmente arretrato da far sì che la sua RB20 non soffrisse la vicinanza della gemella che lo precedeva. Numeri, questi, che fanno pensare a qualcuno che le due RB20 dei due uomini di casa Red Bull siano diverse. Ma non è così. 

La sproporzione nei risultati di Verstappen e Perez, andata acuendosi dal 2022 a oggi, è da ricondurre allo stlle di guida di Verstappen, difficilmente riproducibile dalla concorrenza. Max ama le monoposto con un anteriore puntato, quasi tagliente, anche se il posteriore in questo modo risulta instabile in curva. Anzi, l'imprevedibilità del comportamento del retrotreno della macchina lo esalta, dandogli il brivido giusto quando riesce a controllarlo. Si tratta di preferenze molto peculiari, che risultano difficili da replicare per i suoi compagni di squadra. Perez è solo l'ultimo caso: anche i precedenti vicini di box di Max hanno faticato non poco.

Il motivo è presto detto. Come ha spiegato di recente Alexander Albon in un podcast, l'instabilità del posteriore che esalta Verstappen finisce per mandare in confusione i suoi compagni di squadra. Avere per le mani una monoposto il cui comportamento in curva non è immediatamente prevedibile finisce per minare la fiducia del pilota nel mezzo. E se manca, subentrano esitazioni che finiscono per indurre all'errore chi si trova in questa condizione complessa. È stato così per Albon, ma anche per Gasly. Ma pure un pilota molto più esperto come Perez è finito in questo circolo vizioso da cui non sembra poter uscire, nonostante gli sforzi.

Ci si potrebbe chiedere perché la Red Bull non intervenga per migliorare la guidabilità della propria monoposto, in modo tale da massimizzare i risultati del team. Ma la verità è che quando si ha in squadra un pilota capace di surclassare la concorrenza come Max Verstappen, si tende ad agevolarlo nelle sue preferenze di guida in modo tale che possa sprigionare tutto il suo talento. La differenza tra un buon pilota e un fuoriclasse si vede proprio quando il secondo ha a disposizione una vettura che gli consenta di esprimere qualcosa di irraggiungibile per chi, pure con un talento paragonabile, non ha la giusta macchina. Era così anche per Lewis Hamilton ai tempi della Mercedes.

Hamilton spesso ricorda le sue monoposto di un tempo, sottolineando come riuscisse a toccare i tasti giusti per creare qualcosa di speciale. E così, come succede oggi per Verstappen, anche all'epoca si parlava di monoposto diverse per lui e Valtteri Bottas. La verità, però, è che in Formula 1 senza la monoposto giusta non si riesce a vincere. E chi è davvero speciale, come Verstappen, può persino far pensare che la monoposto che guida sia diversa da quella del suo compagno di squadra. Il problema, con una sproporzione tale all'interno dello stesso team, subentra quando qualcuno è abbastanza vicino da poter approfittare delle mancanze del secondo pilota, dando fastidio in ottica Costruttori. E la sensazione, anche se è presto per confermarlo, è che nel 2024 possa succedere.

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