Formula 1: storie a cronometro

Formula 1: storie a cronometro
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  • di Francesco Tassi
Breve storia del cronometraggio sportivo in Formula 1
  • di Francesco Tassi
9 marzo 2018

L'evoluzione tecnologica nel cronometraggio sportivo ha fatto passi da gigante. Già in occasione della Coppa Vanderbilt del 1936 – vinta da Tazio Nuvolari – aveva fatto la sua comparsa il centesimo di secondo. La fotocellula prima e il transponder poi consentiranno la misurazione del tempo quasi perfetta.

Quasi.

La Formula 1

Quando la Formula 1 debutta a Silverstone, il 13 maggio 1950, Nino Farina su Alfa Romeo parte in pole position dopo aver fermato il cronometro a 1:50.8.

Vincerà la gara, ottenendo anche il giro più veloce (migliore rispetto alla pole di due decimi). Bisogna fare un salto in avanti di oltre una decade: al gp d'Austria 1964, unica vittoria del ferrarista Lorenzo Bandini, fanno la loro comparsa i centesimi di secondo in prova e in gara.

Il millesimo sarà introdotto 7 anni dopo, in occasione del gp degli Usa vinto da François Cévert, anche se soltanto dalla stagione 1982 tutti i Gran Premi di F1 saranno cronometrati in questo modo. Facendo un rapido raffronto, il Motomondiale ha introdotto i centesimi nel 1974 e i millesimi dal 1990.

Curiosità e 'scherzi' del cronometro

L'introduzione del millesimo in pianta stabile ha un suo battesimo di fuoco. Gp d'Austria 1982, Elio De Angelis e la sua Lotus riescono a prevalere sul futuro campione del mondo Keke Rosberg su Williams per 50 millesimi. 

Passano 4 anni e quando la Formula 1 corre per la prima volta a Jerez, il finale sembra quasi un deja vu: stesse vetture, stesso esito ma piloti differenti.

Ayrton Senna sulla leggendaria Lotus Renault nera-oro ottiene il terzo successo della sua carriera battendo Nigel Mansell su Williams per 14 millesimi.

Arrivi in parata, due episodi controversi

Negli anni cinquanta e sessanta, la Formula 1 ha corso a Siracusa, sebbene la gara non fosse valida per il mondiale. L'ultima edizione si disputa nel 1967 e vede soltanto 7 piloti al via.

Non è quella l'unica premessa negativa: Lorenzo Bandini è infatti morto pochi giorni prima nel rogo di Montecarlo. A quel punto Ferrari decide che a vincere deve essere un pilota italiano, ovvero Lodovico Scarfiotti.

Al tempo stesso però 'il pilota ingegnere' Mike Parkes - che proprio a Scarfiotti aveva ceduto la vittoria a Monza nel '66 - merita una ricompensa per la sua lealtà e per il suo essere un collaudatore indispensabile a Maranello. La soluzione è semplice.

Nel finale i due alfieri del Cavallino si guardano e arrivano sul traguardo appaiati sebbene qualche testimone dell'epoca abbia avuto l'impressione che l'italiano fosse impercettibilmente davanti. E' l'unico episodio della storia della Formula uno che vede due vincitori ex aequo.

Va detto che questo risultato fu favorito anche dalla limitata precisione del cronometraggio a mano - entro il decimo di secondo - e dalla mancanza del fotofinish.

Situazione simile trentacinque anni dopo, fortunatamente sono differenti i presupposti. Nuovamente due Ferrari protagoniste, quelle di Michael Schumacher e Rubens Barrichello. Si corre il gp degli Usa a Indianapolis, in un circuito ricavato all'interno dell'ovale.

Il fenomeno di Kerpen, già campione del mondo per la quinta volta, parte dalla pole e domina la gara. Nel finale decide di rallentare per arrivare in parata con il compagno di squadra, ma è il brasiliano a vincere per appena undici millesimi. Errore o regalo del tedesco (vedi finali gp Austria 2001 e 2002)?

Rimane la certezza che invece di placare eventuali polemiche, quell'episodio finirà per rinfocolarle. In ogni modo l'arrivo di Indy 2002 fu probabilmente il distacco minimo tra il primo e il secondo classificato nella storia della Formula 1. Probabilmente, appunto.

La riserva deriva proprio dal fatto che nel GP d'Italia 1971, vinto da Peter Gethin su BRM con appena un centesimo di vantaggio su Ronnie Peterson, i distacchi erano ancora arrotondati al centesimo di secondo.

Quel 5 settembre 1971 entrerà nella storia a prescindere, con Gethin, Peterson, François Cévert, Mike Hailwood e Howden Ganley racchiusi in 61 centesimi.

Quando il millesimo non basta

Non sempre il millesimo risolve ogni problema. Sabato 25 ottobre 1997, ultima qualifica della stagione a Jerez. Il titolo è ancora da assegnare. Succede qualcosa di strano, di irripetibile probabilmente. I due contendenti, Jacques Villeneuve e Michael Schumacher, fanno segnare lo stesso tempo 1:21.072.

Nel finale, il compagno del canadese, Heinz-Harald Frentzen, li imita al millesimo e pochi ricordano che il quarto, Damon Hill su una Arrows rivitalizzata dalle gomme Bridgestone, rimedia appena 58 millesimi per via delle bandiere gialle durante il suo giro più veloce.
Il resto è arcinoto anche se, malignamente, dopo oltre 20 anni ci si chiede se fu davvero una coincidenza pazzesca o la regia occulta di Ecclestone.

A dire il vero, qualcosa di simile era successo nel 1961 in Gran Bretagna: 4 vetture di cui 3 Ferrari (Hill, Ginther e Von Trips) avevano ottenuto il miglior tempo con 1:58.8 ma 'vigeva' ancora il decimo di secondo.

Altri scherzi del cronometro

Gp Gran Bretagna 1954. Le Maserati ufficiali di Alberto Ascari, Gigi Villoresi, Onofre Marimon e Roberto Mieres si presentano in ritardo senza poter prendere parte alle qualifiche: dovranno partire in coda allo schieramento.

La rimonta è tanto spettacolare quanto furibonda e due di loro, Ascari e Marimon, stabiliscono a pari merito il giro più veloce in 1:50.0 .
Non sono i soli perchè anche Froilan Gonzalez, Mike Hawthorn, Juan Manuel Fangio, Stirling Moss e Jean Behra fermano il cronometro sullo stesso tempo: il punto riservato all'autore del gpv verrà diviso per 7 e arrotondato a 0.14.

Infine, il caso più clamoroso, Fuji 1976. La gara è sui libri di storia ormai da tempo: Niki Lauda abbandona al secondo giro rifiutandosi di correre in condizioni climatiche eufemisticamente proibitive mentre il suo rivale James Hunt grazie al terzo posto si aggiudica il suo primo, e unico, campionato del mondo piloti di F1.

Sugli stessi libri, per anni, viene attribuito il giro più veloce a Masahiro Hasemi alla guida della vettura giapponese Kojima. Piccolo particolare: nel presunto giro 'della vita' - il 25°- il pilota nipponico era stato superato da 3 vetture.

Poco male, un paio di settimane dopo la gara, gli organizzatori stilano un comunicato in cui riconoscono che il giro effettuato da Hasemi con 1:18.25 è da considerarsi un errore e il giro più veloce (1:19.97) è stato realizzato da Jacques Laffite, comunicato ripreso anche dalla Federazione Automobilistica del Giappone (JAF).

Paradossalmente la correzione però non viene resa nota all'estero e per anni risulterà di Hasemi il giro più veloce! Il sito ufficiale della Formula 1 corre ai ripari solo in tempi recenti, ma non del tutto: a Laffitte viene restituito il maltolto, eppure non è indicato in quale giro.

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