Formula 1: Thomas Riedel, il signore della radio

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Paolo Ciccarone
Della gestione delle comunicazioni via radio in F1 si occupa un'azienda tedesca. Ne abbiamo intervistato il fondatore
27 novembre 2018

La sua storia è cominciata in un garage quando aveva una quindicina d'anni. Il paese attorno freddo e con poche attrattive, la sua passione: la radio. Thomas Riedel oggi ha 50 anni e da 31 anni è a capo di un impero del settore che fattura oltre 120 milioni di euro e gestisce 500 persone nello staff. Il suo compito? Curare le comunicazioni radio dei grossi eventi internazionali. Dalla F.1 alle Olimpiadi, ai mondiali di calcio per arrivare alle riunioni del G7. Dove serve essere in contatto radio, c'è Thomas Riedel. La sua passione per le ricetrasmittenti, con le quali giocava da ragazzino in un freddo garage, lo ha portato a fondare l'azienda che porta il suo nome, la Riedel, e a investire negli eventi sportivi. La capacità di risolvere problemi, le necessità dello sport o della politica, l'innovazione, ne hanno fatto il punto di riferimento.

In F.1 ci è arrivato quasi per caso: "Era un GP in Germania, servivano radio per comunicare, ne avevo alcune, le ho date in uso e gestito il tutto". Da lì è cominciata l'avventura che lo ha portato a gestire in esclusiva i maggiori eventi internazionali. Per quanto riguarda la F.1, Thomas Riedel ha in campo una ventina di persone e fornisce oltre 2000 radio ai team, ai meccanici, ai commissari di gara e ai tecnici della sicurezza. Tutte le comunicazioni vengono gestite dal suo staff: "E' un impegno notevole perché ognuno ha le sue esigenze, le sue frequenze e i codici di accesso segreti".

Infatti, le comunicazioni radio che ascoltiamo alla TV fra il pilota e la squadra, sono solo il frutto di una scrematura che comprende tutte le comunicazioni che avvengono in F.1. "E' un lavoro enorme, perché dobbiamo garantire l'alta qualità delle comunicazioni, ovvero poterle trasmettere in TV o farle comprendere ai giudici di gara. Poi dobbiamo criptare le comunicazioni, affinchè solo le squadre interessate possano ascoltare ciò che dicono, ma al tempo stesso dobbiamo mettere i commissari sportivi nella condizione di avere accesso a tutti i dialoghi. In pratica, le squadre rivali non possono ascoltarsi o intercettarsi, ma i giudici possono ascoltare tutti. Un'altra difficoltà è la trasmissione dei dati e le immagini, perché oltre alla voce ci sono le telemetrie delle auto in corsa e la qualità delle immagini video da trasmettere in TV in Ultra Hd. Una mole immensa di dati, basti dire che solo per i commissari della FIA usiamo un sistema Wi Fi che scarica oltre un terabyte di dati al secondo per ogni team in gara".

E come avviene la scelta di trasmettere in TV un certo dialogo? "Noi mettiamo tutte le conversazioni in un server, da qui i giudici decidono quali dialoghi passare ai tecnici della TV, i quali, a seconda delle fasi di gara, in post produzione possono inserire un dialogo con le immagini relative". Infatti, le riprese TV che vediamo, vengono trasmesse con un ritardo di circa 8 secondi. Questo serve alla regia per intervenire in caso di immagini drammatiche, quindi operare una censura su cosa mandare in onda, e questo ritardo consente alla regia di inserire dialoghi fra pilota e team, di costruire una storia all'interno di una diretta, una sorta di post produzione in tempo reale.

Ma questo avviene solo in F.1? "No, ci occupiamo di altri sport motoristici, come il DTM, ma anche olimpiadi, Champions League, Bundesliga in Germania. Abbiamo un impegno a 360 gradi nello sport, anzi in Germania ci occupiamo anche della gestione della VAR, che in un primo tempo non funzionava bene, poi ci abbiamo messo le mani sopra ed ora è ok". Ma oltre alla F.1 e alle 2000 radio che vengono trasportate gara per gara, l'impegno maggiore dove lo ha trovato Thomas Riedel? "Senza dubbio nella gestione delle olimpiadi. Anzi la F.1 al confronto, per quanto complicata tecnicamente, infatti trasmettiamo in Wi Fi e a 340 orari non è facile avere una connessione stabile, è molto semplice da gestire. C'è una pista, un tracciato chiuso, dei riferimenti certi. In questo ci eravamo preparati bene ad esempio con il Red Bull Air Show, lo spettacolo con gli aerei acrobatici, dove sincronizzare le comunicazioni è fondamentale visto cosa accade per aria. In F.1 comunque non andiamo oltre le 2000 persone coinvolte e 20 tecnici al seguito bastano".

"Per fare un esempio, al G20 e al G7 abbiamo usato 3000 radio, alle Olimpiadi invece ne sono servite 40 mila. Non parliamo degli ultimi giochi in Brasile, lì abbiamo dovuto portare un supplemento di radio trasmittenti: 64 mila per la precisione. E' stato un record assoluto". Infatti, anche se Thomas Riedel non lo dice, le radio della polizia brasiliana non erano idonee per certe comunicazioni criptate, per cui oltre a quelle previste per i giochi, dalla Germania sono dovute arrivare anche quelle per la sicurezza nazionale...Il futuro? "Non lo so, mi diverto ancora un mondo con le ricetrasmittenti che pensare sia il mio lavoro, non ci posso ancora credere!".

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