Formula 1. Verstappen e l'impresa (quasi) impossibile: cosa gli serve per vincere il mondiale 2025

Formula 1. Verstappen e l'impresa (quasi) impossibile: cosa gli serve per vincere il mondiale 2025
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Ecco come Max Verstappen può vincere il mondiale 2025 di Formula 1, dopo aver ridotto il distacco in classifica da Oscar Piastri da 104 a 40 punti in poche gare
21 ottobre 2025

Max Verstappen credeva inconsciamente nel suo quinto titolo mondiale in Formula 1 nel 2025 quando nessuno lo riteneva possibile. Era staccato di 104 punti da Oscar Piastri dopo il suo GP di casa, a Zandvoort. E nell’arco di poche settimane il gap si è ridotto a 40 lunghezze. È stato un recupero impressionante, quello messo a segno dal campione del mondo in carica, successo dopo successo. Ma ora arriva il difficile, ridurre quel divario sempre di più, per alimentare delle speranze che dopo il weekend dominante di cui è stato protagonista ad Austin sono aumentate. Può davvero riuscire in un’impresa che sembra impossibile?

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La classe di Verstappen è indiscutibile. Non c’è paragone con Oscar Piastri e Lando Norris, gli uomini che la logica avrebbe voluto come unici protagonisti della lotta per il mondiale piloti 2025 di Formula 1. Max li surclassa non solo per la maggiore esperienza – chi può essere più preparato a una dura battaglia dell’uomo che con Lewis Hamilton ha dato vita alla stagione più combattuta di sempre? – ma anche per il suo incredibile talento naturale. Per portare a casa un exploit che avrebbe del clamoroso, però, non è sufficiente essere il miglior pilota sull’attuale schieramento del Circus. Serve anche una macchina all’altezza.

I miglioramenti in casa Red Bull sono tangibili. La progressione di Verstappen da Monza in avanti non sarebbe stata possibile senza aggiornamenti efficaci e senza gli effetti della gestione Mekies. Il nuovo team principal ha dato vita a una rivoluzione silenziosa, realizzata in punta di piedi. Il suo approccio è duplice. Attingendo dalla sua esperienza come ingegnere è stato in grado di cambiare la metodologia di lavoro, con un focus “pistaiolo”, basato empiricamente sui dati raccolti in pista. Ma è anche molto attento al capitale umano.

Parlando con i piloti che sono stati gestiti da lui – da Liam Lawson a Isack Hadjar, passando per Yuki Tsunoda – si capisce quanto Mekies li ascolti. È un’attenzione alle loro necessità che li fa sentire compresi, sostenuti. Vale anche per Max Verstappen, che non ha bisogno di una validazione esterna del suo talento, ma che sotto la guida di Mekies ha assunto un ruolo ancora più centrale e propositivo dal punto di vista ingegneristico. Laurent non ha paura di ascoltarlo e di assecondare anche le sue idee più audaci, come l’ala posteriore estremamente aggressiva che ha preteso a Monza.

È indubbio, poi, che la RB21 abbia fatto un salto di qualità. A Monza e a Baku si era dimostrata la monoposto più efficace del lotto in configurazione a basso carico. Ma anche su circuiti che l’avrebbero piegata fino a poco tempo fa, come Singapore, ha mostrato una forma più che buona. Resta ancora qualche problema nella gestione delle asperità della pista, cordoli compresi. Lo si è capito dai team radio di Verstappen ad Austin. Ma è un fenomeno molto meno marcato rispetto al recente passato.

Il vero fiore all’occhiello della RB21 in questo momento è l’efficacia in qualifica. Sul giro secco la monoposto della Red Bull riesce a portare con grande naturalezza le gomme nella finestra di utilizzo ideale. E, soprattutto, non si scompone tanto quanto la MCL39 quando viene portata vicino al limite. Quanto la vettura della McLaren possa essere indomabile in queste circostanze lo si è capito chiaramente sui tracciati cittadini, da Jeddah a Singapore. E questa tendenza è dimostrata dalle dichiarazioni dei piloti: non è un caso che Norris abbia definito la MCL39 “difficile”.

Il Messico sarà una prova cruciale per la Red Bull, visto che le circostanze sulla carta potrebbero favorire la McLaren. La rarefazione dell’aria ai 2.200 metri di altezza sul mare di Città del Messico rendono la deportanza generata decisamente inferiore a parità di carico aerodinamico rispetto agli altri circuiti. E il carico extra generato dalla MCL39 potrebbe essere un asso nella manica in condizioni in cui il grip sarà per forza di cose inferiore. Il Messico dirà se il miracolo Verstappen è destinato a realizzarsi o se rimarrà il più emozionante degli inseguimenti incompiuti. Con 40 punti da recuperare e cinque gare da disputare, il mondiale 2025 è ancora tutto da scrivere.

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