Jean Alesi e il bello della F1 anni Novanta

Jean Alesi e il bello della F1 anni Novanta
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Paolo Ciccarone
Jean Alesi fa il punto sulla F1 moderna, dal discusso regolamento tecnico ai nuovi talenti emergenti, volgendo però lo sguardo anche al passato
9 febbraio 2018

Jean Alesi è ancora uno dei piloti più amati e popolari presenti sulla scena internazionale. Anche se ha smesso di correre da quasi un ventennio e abbia vinto un solo GP, Canada 1995, è rimasto nel cuore dei tifosi per la sua carica umana, la semplicità e la simpatia. Oggi è un affermato viticultore, i suoi vini sono di altissimo livello, fa il telecronista ed è testimonial di Coyote per la sicurezza stradale. Lo abbiamo incontrato a Milano proprio in occasione di un evento organizzato da Coyote e Jean, pur non volendo fare analisi sulla F.1 attuale, si è lasciato andare a qualche considerazione. "Beh questo è un periodo morto - dice - tutti i team lavorano alla cieca, sanno cosa stanno facendo loro ma non sanno cosa stanno facendo i rivali, per cui speri di aver azzeccato tutto e pensi con ansia al primo confronto".

Volendo parlare di Ferrari, cosa ci puoi dire? "Ben poco, ma sono fiducioso perché l'anno scorso avevano fatto una gran macchina, hanno lavorato bene e non c'è ragione per non fare meglio ancora. Hanno un bello staff tecnico, un bell'ambiente, credo davvero saranno fortissimi nella prossima stagione". Parlando di regole, si discute sui tre motori, limitazioni varie etc: cosa ci puoi dire? "Sinceramente non mi piacciono molto le regole attuali, certo i motori sono incredibili, l'aerodinamica fa delle cose eccezionali. Io di sicuro non sarei capace di guidare queste macchine, sono troppo vecchio per capire quali tasti premere, come sfruttare il kers e via di questo passo. Davvero un applauso ai piloti attuali che lo fanno. Però vedo che i motori sono tutti uguali, stessa conformazione, stessa cilindrata e solo tre per stagione...Manca la fantasia tecnica, c'è un appiattimento enorme. Capisco che era una scelta obbligata per ridurre i costi, che sono davvero alti, per cui va così e facciamone tutti una ragione".

Quale era la formula migliore nei sogni di Jean Alesi? "Non perché ho corso in quel periodo, ma dico che agli inizi degli anni 90 la F.1 era fantastica. C'era varietà tecnica, macchine con motori a 8, 10 e 12 cilindri, qualcuna pesava di più altre di meno, l'aerodinamica ti permetteva di fare cose egregie. Gli equilibri cambiavano, perché a inizio gara uno poteva essere favorito, ma poi perdeva sul finire e viceversa. Io mi ricordo che con la Tyrrell ad ala di gabbiano, avevamo 40 kg in meno di benzina degli altri perché consumavano meno, l'aerodinamica era eccezionale per cui a inizio gara eravamo molto competitivi. Non eravamo un top team, ma ce la potevamo giocare. Oggi non sarebbe più possibile, i motori sono uguali, la benzina è la stessa per tutti, l'aerodinamica fissa e senza possibilità di intervento. Ecco, rimpiango la fantasia di quel periodo storico".

E sui nuovi piloti? "Beh devo dire che Verstappen è un talento naturale, va forte davvero. Però non puoi permettere a uno senza nemmeno la patente di correre in F.1. Ci vuole una maturazione graduale, tempo al tempo. Perché, come si è visto, arrivano in F.1 e guidano le macchine come un go kart, sembrano tutti alla playstation, invece non è così. Sul kart non hai i trasferimenti di carico, ad esempio, che ci sono su una macchina. Se guidi una F.1 come un kart fai casino di sicuro e devi adeguarti. Ecco su questo sono rigido, si dovrebbe accedere alla massima categoria dopo un percorso formativo".

Non puoi permettere a uno senza nemmeno la patente di correre in F.1. Ci vuole una maturazione graduale, tempo al tempo. Perché, come si è visto, arrivano in F.1 e guidano le macchine come un go kart, sembrano tutti alla playstation, invece non è così

Come quello che stai facendo fare a tuo figlio Giuliano, che ha appena rinnovato con la Trident per la GP3: "Sì, lui voleva fare il salto in F.2 ma poi ci siamo confrontati e abbiamo convenuto che fare un altro anno di esperienza in GP3 era fondamentale per la crescita. Sta venendo su molto bene, l'ambiente della FDA, Ferrari Driver Academy, è eccezionale, sono felice che sia in un ambiente simile e da tifoso Ferrari la felicità è doppia". Ma sta studiando o era al mare durante le vacanze? "Niente mare, l'ho mandato in Lapponia ad allenarsi sul ghiaccio per imparare il controllo sul viscido, ad allenarsi e a prepararsi, ma nel contempo a continuare a studiare perché è fondamentale la scuola, perché forse farà il pilota professionista, ma la vita va affrontata con la preparazione adeguata e su questo non transigo: prima gli studi e poi la carriera".

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