Mercedes interpreta a suo vantaggio una lacuna delle norme sui nuovi musetti di F1

Mercedes interpreta a suo vantaggio una lacuna delle norme sui nuovi musetti di F1
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Paolo Ciccarone
Muso corto, altezza lunga: ecco l’ultima dimostrazione della capacità della Mercedes di interpretare le regole a vantaggio delle prestazioni, sfruttando una lacuna delle norme |<i> P. Ciccarone</i>
5 maggio 2014

Mercedes perde il pelo (Ross Brawn) ma non il vizio (di interpretare le norme). L’ultima dimostrazione arriva dal musetto utilizzato nel recente GP di Cina da Hamilton e Rosberg.

Qualcuno lo ha definito “corto” per distinguerlo dal “lungo” usato nelle prime tre gare. In realtà dietro a questo musetto c’è l’ennesima capacità di interpretare le regole a tutto vantaggio delle prestazioni, sfruttando una lacuna delle norme che i commissari non hanno saputo stilare.

La norma

Basta guardare i disegni di Gabriele Pirovano per rendersene conto e confrontarli con la sequenza fotografica frontale ripresa in pista. Quest’anno la norma prevede che i musetti non siano più alti di 185 mm dal piano di riferimento, questo per avere musetti bassi che siano meno pericolosi in caso di incidente.

La lacuna

Questa norma, però, limiterebbe fortemente l’afflusso di aria alla parte inferiore del fondo, nella zona a coltello, diminuendo l’efficienza aerodinamica. Mentre tutti hanno interpretato la regola alla lettera, alla Mercedes hanno scovato un particolare che consente di usare un musetto più alto di quanto previsto dalle norme senza infrangerle, semplicemente aggirando il punto di misurazione.

musetto mercedes (2)
L'immagine (osservabile ingrandita all'interno della gallery) mostra come il vecchio musetto arrivava a 185 mm dal piano di riscontro consentendo una apertura frontale, e quindi afflusso d’aria al fondo, ridotta rispetto alla ultima interpretazione. Alla Mercedes hanno considerato musetto anche la curvatura che in realtà è il punto di attacco dei piloni all’ala anteriore

 

Come si vede nel disegno, infatti, il vecchio musetto arrivava a 185 mm dal piano di riscontro consentendo una apertura frontale, e quindi afflusso d’aria al fondo, ridotta rispetto alla ultima interpretazione. In pratica, alla Mercedes hanno considerato musetto anche la curvatura che in realtà è il punto di attacco dei piloni all’ala anteriore.

Insomma, secondo le altre squadre, Ferrari compresa (che è l’unica che ha seguito l’idea Mercedes attenendosi però fedelmente al dettame regolamentare) quelli che sono considerati piloni di attacco all’ala per la Mercedes sono solo il prolungamento del musetto.

E se si tornassero a usare i musetti 2013?

Volendo estremizzare questo concetto (e non è detto che fra poco non lo faranno altre squadre) si potrebbe tornare a usare i musetti alti dell’anno scorso facendo partire la misurazione dei 185 mm dal fondo fino alla prima incurvatura.

Volendo semplificare il concetto, se un uomo non può essere più alto di un metro e settanta, si presume che l’altezza venga misurata a partire dai piedi sul terreno. Alla Mercedes il metro e settanta lo hanno calcolato a partire… dalle caviglie, perché la piegatura del tallone per loro fa già parte del sistema piede!

Una furbata regolare

Una furbata, se vogliamo dirla tutta, ma perfettamente regolamentare che consente a Hamilton e Rosberg di avere più carico all’anteriore e questo spiega perché nelle ultime gare, nei rilevamenti velocistici posti a ingresso curva (vedi qualifiche Bahrain) i due piloti entravano in curva con 6-7 km/h in più rispetto all’anno precedente mentre i rivali entravano in curva più piano di 3-5 km/h.

Se entri più forte in curva, esci anche più forte. E lo puoi fare se hai più carico sull’anteriore. Carico ottenuto con una geniale interpretazione delle norme e delle altezze del musetto. A partire dal GP di Spagna di domenica prossima, questa interpretazione verrà copiata da altre squadre, ma la certezza che chi ha scritto le regole sia di vedute limitate, ormai è lampante…

Disegni: Gabriele Pirovano

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