Olimpiadi Rio 2016: dove sorgeva un autodromo ora dormono gli atleti

Olimpiadi Rio 2016: dove sorgeva un autodromo ora dormono gli atleti
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Parte del villaggio olimpico di Rio, attualmente in uso per i giochi del 2016, sorge dove in passato si correvano GP di F1 e Motomondiale, a Jacarepagua
12 agosto 2016

Le Olimpiadi sono le Olimpiadi, storiche, di grande valore umano e sportivamente puro, prima ancora che evento di portata globale. Le stiamo seguendo dal Brasile in questa estate 2016 ma, forse non tutti sanno che, per l’evento quadriennale in quel di Rio, hanno nel 2008 ben pensato di prendere una parte e quindi nel 2012 di radere al suolo totalmente, quello che si chiamava Autódromo Internacional Nelson Piquet, semplicemente noto anche come Jacarepaguá, dal nome del quartiere. Parafrasando un celebre ritornello del grande Adriano Celentano, si potrebbe affermare: “Dove una volta c’era un autodromo, ora c’è.. Un villaggio”. Già perché le superfici dove corsero il papà di Nico Rosberg insieme a tutti i grandi rivali del tempo, piuttosto che i miti delle ultime annate di 500 2T, sono ora occupate da un giardino e dalle residenze del villaggio olimpico.

Circuito polivalente

Quello smantellato per i servizi necessari ai 31-esimi giochi olimpici, era un tracciato permanente, non di quelli propriamente storici, perché sorto a fine anni Settanta, ma abbastanza rilevante per il motorismo sportivo a due e quattro ruote, avendo ospitato dieci edizioni del Gran Premio del Brasile per F1, la prima nel 1978 e nove per il Motomondiale, a partire dal 1995. Al proposito: quell’anno la gara delle 500 la vinse il nostro Luca Cadalora e il tricolore svettò poi altre quattro volte con Valentino Rossi. Lungo circa cinque chilometri, di percorrenza antioraria, sorgeva nei pressi della palude con relativa umidità presente e invero non particolari virtù tecniche, compensate però dal grande tifo.

Primo e sudato podio in F1 per la coppia Mansell Ferrari: Brasile 1989
Primo e sudato podio in F1 per la coppia Mansell Ferrari: Brasile 1989

 

Nel 1988 il tracciato era stato intitolato all’idolo locale Nelson Piquet, che proprio qui vinse (e festeggiò alla grande) la sua ottava gara di F1 cinque anni prima, ma gli appassionati più incalliti lo ricorderanno perché usualmente inaugurava la stagione, pieno di aspettative a volte ben risposte come quando nel 1989 Nigel Mansell vinse la sua prima gara su Ferrari, oltre che prima di un pilota F1 senza doversi consumare la mano destra con la leva del cambio (salvo ferirsela poi comunque, sul podio, con la tagliente sagoma della coppa scappatagli di mano). Sebbene non adattato alle nuove e crescenti esigenze dei campionati iridati, il circuito nei pressi di Rio de Janeiro vide una meno ricca seconda vita con le formule statunitensi, CART e Stock car, che vi corsero su un piccolo ovale interno, intitolato all’altro grande pilota brasiliano Emerson Fittipaldi, senza dimenticare una certa varietà di gare automobilistiche (F3) e motociclistiche locali, disputate sino al 2012 in un percorso ridotto dai lavori già cominciati qualche anno prima.

 

La visione aerea odierna del teatro di tante sfide pe F1 e MotoMondiale
La visione aerea odierna del teatro di tante sfide pe F1 e MotoMondiale

 

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