Piloti F1: abitacolo chiuso? Vale la pensa pensarci anche se...

Sochi - Come spesso accade dopo avvenimenti di importanza mediatica rilevante, anche per l'incidente del povero Jules Bianchi si cercano "a caldo" colpevoli ed eventuali rimedi. Dalla bandiera verde sventolata, come regolamento, appena dopo il punto dell'incidente, all'abitacolo chiuso se ne stanno sentendo di ogni in queste ultime ore anche se il fatto di carenare l'abitacolo sembra aver stuzzicato talmente la fantasia da essere arrivato addirittura in conferenza stampa. C'è chi lo vuole e c'è chi pensa che snaturerebbe la F1. Ecco cosa ne pensano i piloti intervistati.

Alonso:
«Avremmo la tecnologia per farlo. Tutti gli ultimi incidenti degli ultimi anni sono stati alla testa. Anche nel mio caso, a Spa, nel corso di quel incidente alla prima curva avrei senz'altro potuto morire. E' stata una questione di 10 cm. Se c'è la possibilità non lo escluderei a priori».

Button:
«Abitacolo chiuso? Questa è la F1, sarebbe un grosso cambiamento per il nostro sport. La sicurezza va in primo piano ma è una cosa su cui ragionare molto bene».

Sutil:
«Vale la pena pensarci. Le nostre auto sono aperte da sempre, ma possiamo provare. Tutte le cose vengono provate in F1, vale la pena provarci. Gli aerei hanno questa tecnologia, minimizzare i rischi senza perdere nulla è molto importante ed interessante».

Massa:
«L'abitacolo chiuso? Per il mio incidente sarebbe stato perfetto, per quello di Jules no. Comunque guardo la cosa positivamente, si potrebbe provare».

Kvyat:
«E' presto per pensare a qualsiasi idea, perché siamo ancora tutti troppo "caldi" per l'incidente di Jules. Comunque perché no, anche se va provato e considerato per bene».

Vettel:
«Le F1 sono sempre state aperte. E' una delle cose speciali proprio l'abitacolo aperto. Come sostiene Alonso, però, ci sono anche motivi per prendere in considerazione un abitacolo chiuso. Ribadisco, in ogni caso, che è troppo presto per una qualsiasi considerazione».