Andrea Levy: «Milano, la scelta migliore per garantire la continuità del Salone»

Andrea Levy: «Milano, la scelta migliore per garantire la continuità del Salone»
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Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
Abbiamo intervistato il Presidente del Salone dell'Auto Parco Valentino che, scansando le questioni politiche, ci racconta il cambio obbligato, il nuovo nome e le due diverse location
  • Ippolito Fassati
  • di Ippolito Fassati
17 luglio 2019

Si è letto di tutto in questi giorni. Un fermento politico generato da un evento dedicato alle auto, sembra incredibile, invece è ciò che sta accadendo.

Andrea Levy, Presidente Salone dell'Auto Parco Valentino: «La mia però non è stata una decisione politica, io mi occupo solo di auto e di passione. E' una decisione obbligata, presa da un imprenditore al solo scopo di garantire un futuro sicuro all'attività. Preferisco non commentare le parole e le azioni seguite al nostro comunicato stampa, in cui abbiamo annunciato il cambio. Di certo la mia non è stata una scelta dell'ultimo minuto. Già da anni eravamo preoccupati delle crescenti difficoltà organizzative che l'attuale sede torinese ci stava creando. Siamo riusciti ad andare avanti fino ad oggi. Ma i rischi che abbiamo corso nel 2019 non ci davano più le garanzie per svolgere con serenità il nostro lavoro e garantire all'evento un regolare e positivo svolgimento».

Dunque addio a Torino e al Parco Valentino. Cambierà tutto?

«Cambieranno il luogo e il nome, anche se al nuovo brand, continueremo ad affiancare il marchio Parco Valentino, in alcune occasioni. Ma ci tengo a precisare che quella del 2020 sarà la sesta edizione del Salone dell'Auto, non la prima. Perché anche se ci trasferiremo, l'idea resta la stessa, si evolve. E anche il team non cambia. Un'ottima e collaudata squadra che ha contribuito in modo determinante alla crescita dell'evento».

Si è scritto del trasferimento a Milano e in Lombardia. Due luoghi per due eventi?

«Ci saranno due situazioni e due luoghi diversi. Il primo è Milano. L'inaugurazione ufficiale sarà il 17 giugno. Milano è la capitale della moda e noi faremo sfilare le auto per le vie della città, come se fossero modelle sul tappeto rosso. Renderemo così onore alle tradizioni della città e alle eccellenze tecnologiche dei motori. La parata dei Presidenti delle Case servirà a mostrare che chi giuda queste aziende, guida realmente anche un universo fatto di passione per il prodotto di cui ci si occupa, per scelta e non per dovere. Sfileranno le ultime novità, che si potranno ammirare in movimento e saremo affascinati dal sound dei cilindri dei motori delle Ferrari, Lamborghini, Bugatti, McLaren, Aston Martin, Pagani e tanti altri.

Il 18 giugno si inaugurerà la seconda parte del Salone, fatta dall'esposizione "diffusa" delle auto. Porteremo le più importanti novità, che la gente potrà vedere senza dover chiudersi al coperto e pagare un ingresso».

Un'immagine del Salone dell'Auto di Torino al Parco Valentino
Un'immagine del Salone dell'Auto di Torino al Parco Valentino

Se consideriamo la vicinanza con Milano, la storicità del luogo, la somiglianza del parco con quello del Valentino di Torino, è facile prevedere che la seconda location sarà Monza.

«Ufficialmente non posso confermare nulla fino a settembre».

Il rapporto con ACI si intensifica, entra in qualche modo in società?

«La partnership con ACI è ottima. No non ci saranno modifiche societarie».

Il nostro Salone "diffuso" sta diventano un modello di ispirazione per Detroit, Ginevra e Parigi

La possibilità di far provare le auto al pubblico, rimarrà?

«I test drive resteranno. Anzi si svilupperanno molto. Avremo una parte fatta di auto elettriche e ibride, collocata a Milano. Questo perché oggi il prodotto elettrificato è ottimo per un uso prevalentemente dedicato alla mobilità urbana. Chi invece visiterà la seconda location (Monza ndr), potrà testare tutti i modelli più nuovi, su strada, ma anche in off-road».

Come state vivendo questo momento?

«Il cambiamento che abbiamo dovuto affrontare è importante, ma siamo positivi. Il nostro Salone "diffuso" sta diventano un modello di ispirazione per Detroit, Ginevra e Parigi. Ogni evoluzione va vissuta rimettendosi a pensare a temi che si davano ormai per acquisiti. Stiamo vivendo una nuova fase creativa che è sfidante ma allo stesso tempo entusiasmante e dalla quale certamente nasceranno delle novità belle per il pubblico. Ci dispiace per gli appassionati di Torino. Per fortuna Milano è vicina e ben organizzata. Gli chiediamo di seguirci e invitiamo con entusiasmo gli amici milanesi e lombardi a venirci a trovare».

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